Il momento storico in cui siamo stati catapultati, ha davvero scosso i nostri animi. Siamo stati costretti a reinventarci e pensare a nuovi possibili modi di vivere, interagire e lavorare.
In particolare il lavoro da remoto e la sua diretta evoluzione, lo smart working, sono diventate parole chiave fondamentali di questo cambiamento, per garantire la business continuity.
Rispondere in modo efficace a questa nuova necessità presuppone lo sviluppo di un percorso di cambiamento organizzativo che possa attivare ilframework per avviare, sostenere e scalare una iniziativa di smart working.
Una’analisi dettagliata sulla nuova normalità: gli impatti su persone, organizzazioni e processi di lavoro;
Come attivare un progetto di Smart Working, dalle strategie al framework;
Le piattaforme abilitanti il remote working e lo smart working;
From face to screen: pratiche virtuose per riunioni e presentazioni da remoto.
Una nuova frontiera
Come aiutare le imprese a lavorare con queste nuove dinamiche in modo efficace? Come far evolvere l’organizzazione dal lavorareremote al lavoraresmart? Come scalare un reale processo smart in un’organizzazione complessa?
La guida si pone l’obiettivo di aiutare imprenditori, manager, HR a comprendere i punti saldi di questo nuovo modo di lavorare e applicarli nelle proprie aziende, al fine di trasformarle in vere smart organization.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/Creator_studio_Cover-1.jpg600900Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-06-15 13:07:052020-06-16 11:07:06Come far evolvere l’organizzazione dal Remote Working allo Smart Working: scopri la Guida Interattiva Ninja
Durante la pandemia il ruolo dei social media è diventato cruciale.
Abbiamo rivolto alcune domande a Simone Tomassetti, Head of Strategic Partnerships di Twitter per il Sud Europa, Benelux e Scandinavia, per sapere come si sono comportati i brand.
Ogni social media ha le sue peculiarità e le sue regole di ingaggio. Per questo ciascuno andrebbe utilizzato in modo diverso da parte dei brand. Sembra una considerazione banale, ma ci troviamo ancora troppo spesso a considerare che lo stesso contenuto viene riciclato su social diversi nello stesso identico modo.
In particolare durante la pandemia il ruolo dei social media è diventato cruciale, non solo per le persone, che hanno potuto connettersi più facilmente attraverso implementate funzioni di chat e video chat, ma anche e soprattutto per brand e aziende, che attraverso i loro canali hanno continuato a mantenere viva la relazione con il proprio pubblico. Twitter ad esempio è “quello che succede nel mondo e quello di cui parlano le persone” e ha un approccio più look at thise meno look at me rispetto agli altri social, di cui è necessario tenere conto.
Abbiamo colto l’occasione dell’appuntamento online con il Web Marketing Festival per rivolgere qualche domanda direttamente a Simone Tomassetti, Head of Strategic Partnerships di Twitter per il Sud Europa, Benelux e Scandinavia.
Abbiamo scoperto con la sua guida cosa è accaduto durante l’emergenza sul social, come si sono comportati i brand e quali sono le best practice da applicare sempre e non solo in tempo di crisi.
Nel tuo talk abbiamo visto che i brand hanno adottato una sospensione delle campagne quando si è verificata la crisi, per poi ripartire adattandosi alla situazione. Quali sono stati, secondo te, i brand che hanno reagito meglio su Twitter?
«Secondo me era anche comprensibile che i brand avessero sospeso molte attività. Mi metto nei panni di aziende che hanno campagne pianificate da mesi e da un giorno all’altro si sono trovati a dover completamente rifare un piano nel giro di poco tempo e in una situazione che nessuno avrebbe potuto immaginare.
La sospensione è servita a capire cosa stava succedendo.
Poi ci sono stati dei brand che si sono adattati. Non lavorando solo in Italia, ho visto tante belle campagne. Vado a memoria e ne ricordo un paio: una era di Spotify che proponeva una serie di playlist da ascoltare sulla base di come si stava trascorrendo il lockdown (ad esempio la playlist per cucinare, quella per fare le pulizie…); l’altra era della Feltrinelli che utilizzava la voce degli scrittori per suggerire i libri da leggere durante la quarantena.
In linea di massima il filo conduttore è stato che indipendentemente dal tipo di prodotto hanno funzionato le campagne di quei brand che si sono calati nella situazione del momento, offrendo soluzioni anche piccole, del quotidiano, ai potenziali clienti.
Questa è una scelta di cui ho parlato durante il mio intervento al Web Marketing Festival, emersa anche da uno studio di Havas che riportava che il 75% dei consumatori si aspetta che i brand contribuiscano positivamente alla qualità della vita delle persone.
E questo è un dato da cui ogni campagna dovrebbe partire, sempre e soprattutto in tempo di crisi.
Un altro ottimo esempio è quello della campagna che abbiamo fatto in Spagna con Seat e che è diventata una best practice come pubblicità calata nel contesto. Seat ha infatti sponsorizzato un gruppo di ragazzi, usciti dal conservatorio e coinquilini durante il lockdown, che hanno iniziato a fare dei concerti dal loro balcone di casa. Loro si chiamano StayHomas e il riscontro del pubblico è stato molto positivo».
Non c’è stato un appiattimento del messaggio nella retorica dell’andrà tutto bene?
«Sì, questo è un po’ vero anche perché non c’era una storia da poter utilizzare o un precedente. Quindi quando i brand hanno visto ciò che funzionava si sono poi messi un po’ in coda e di conseguenza uniformati.
La chiave è stata però offrire delle soluzioni e aiutare le persone a superare il momento nelle piccole cose. Trasmettere un messaggio, una soluzione che comunque sarà poi ricordata, che poi è l’obiettivo ultimo delle aziende».
Le partnership con le istiuzioni
La collaborazione con il Ministero della Salute può considerarsi un precedente in grado di sancire un collegamento più stretto dei social media con le istituzioni?
«Questa collaborazione è frutto di una serie di step complessi che riguardano anche le persone.
In quel momento tutti eravamo a casa ed eravamo spaventati, perché questo virus sconosciuto ha portato nel nostro quotidiano anche una serie di notizie molto dure.
È stato molto molto importante per Twitter convogliare le persone verso delle fonti attendibili e verificabili. Anche perché nel momento in cui sai, sei più tranquillo. Dunque, senza voler estremizzare, è una funzione anche terapeutica da parte dei social.
Da un lato è positivo notare chele istituzioni vedano in Twitter un mezzo importante attarverso cui dialogare con i cittadini, che poi è la funzione di Twitter.
Ci sono città del mondo che utilizzano per le comunicazioni istituzionali principalmente Twitter e il motivo è la possibilità di essere sempre real time e connessi con quello che succede.
La partnership con il Ministero della Salute chiusa dall’ufficio di Public Policy è parte di una strategia che Twitter porta avanti. Sempre nel periodo Covid hanno stretto una partnership con la Croce Rossa, a cui hanno donato degli spazi pubblicitari, ad esempio.
In questo senso Twitter svolge una funzione sociale, come strumento di informazione che ha un impatto sulle persone».
Abbiamo parlato di best practice e case studies positivi. Quali sono invece gli errori da evitare in fase di crisi?
«Due sono gli errori da non commettere, che sono in realtà uno la conseguenza dell’altro.
Il primo è il non fare niente.
Mentre è fisiologica una prima fase in cui si blocca tutto per capire cosa sta succedendo, come abbiamo detto all’inizio, quello che sarebbe sbagliato è aspettare pensando di poter ricominciare quando il mondo tornerà come prima.
Naturalmente in questa situazione ci siamo resi conto che non possiamo sapere quando tutto tornerà come prima.
Un altro dato, sempre riportato dalla ricerca di Havas, che mi ha colpito molto è che il 70% dei brand si trova nella situazione per cui, se da un giorno all’altro sparisse, nessuno se ne accorgerebbe.
L’investimento pubblicitario basato su questi dati è fondamentale per la sussitenza di un brand.
Il secondo errore è quello di non adattarsi alle nuove situazioni.
Ancora oggi siamo in una fase di incertezza, ma non riuscire a dare nuovi messaggi può essere davvero sbagliato».
Se news ed eventi sono l’anima della piattaforma, quali sono concretamente gli obiettivi di marketing che si possono raggiungere?
«Noi abbiamo ultimamente fatto uno studio con Bain, intitolato Launch&Connect. Il titolo non è casuale, dato che Twitter è la piattaforma ideale proprio per questi due aspetti:
lanciare un nuovo prodotto
connettersi, ad esempio con un evento
Lo studio, che intervistava più di 600 direttori marketing di importanti aziende, ha dimostrato che le aziende che usavano Twitter per il lancio di un nuovo prodotto o per una campagna, avevano più del doppio di possibilità di raggiungere i propri KPI. Proprio per questa capacità della piattaforma di connettere le aziende con le persone.
Un altro dato che emergeva dallo stesso studio era che le campagne che si associavano ad un evento aumentavano significativamente tre fattori:
brand awareness
brand preference
purchase intent
Sono questi quindi gli obiettivi con cui le aziende dovrebbero usare Twitter.
Noi amiamo definirci come una piattaforma “look at this”, rispetto ad altre piattaforme che sono “look at me”, e oggi anche i fleets, lanciati da poco in Italia dopo il Brasile, possono essere utilizzati dalle aziende in questo senso, facendo conoscere qualcosa di nuovo rispetto a ciò che sta accadendo».
Il futuro del social
In questi mesi abbiamo imparato a ragionare in termini di curve e la curva di crescita di Twitter sembra assicurare ancora una coda lunga di aumento degli utenti. Quali sono le previsioni?
«I dati in realtà sono in crescita dal 2015, quindi indipendentemente dal Covid, ma poi durante l’emergenza gli utenti hanno sempre più fatto riferimento alla piattaforma per informarsi, mentre enti, istituzioni e aziende l’hanno utilizzata per comunicare.
Qualche hanno fa abbiamo lanciato Amplify, un prodotto B2B che usano le aziende per associarsi ai contenuti rilevanti su Twitter. In pratica, i brand si associano a contenuti molto rilevanti e i possessori dei diritti, rightsholder, possono monetizzare i propri contenuti.
Un altro prodotto che abbiamo lanciato poco prima del Covid è “Go live with guests”, che permette di integrare in una diretta Twitter fino a 4 ospiti in modalità audio. Anche questo è molto utile per creare contenuti come Q&A che informano le persone.
Twitter ha quindi una specificità tale che gli permetterà anche nei prossimi anni di continuare a crescere, a patto di continuare a innovarsi.
Nel 2006 Twitter era davvero una piattaforma di micro-blogging, senza foto, senza video, senza tutti quei contenuti che oggi sono al centro del web, ma nel tempo ha saputo evolversi, attraverso pietre miliari importanti che oggi sono il motore di Twitter».
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/Simone_Tomassetti_Twitter.jpg600900Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2020-06-15 11:29:192020-06-16 16:42:35Twitter ci ha spiegato come i brand hanno usato i social media durante l'emergenza
Ancora una settimana ricchissima di news dal mondo dei social media. In tutto il globo continuano a le attività a supporto del #BlackLivesMatter. Facebook espande la funzione News a più utenti e Snapchat annuncia nuovi aggiornamenti di AR e Snap Map.
Andiamo a scoprirli più da vicino.
#BlackLivesMatter: i social prendono posizione
Il movimento #BlackLivesMatter continua in tutto il mondo. Proseguono scontri, manifestazioni e azioni collettive e individuali a supporto del movimento.
Dopo che tanti brand hanno preso posizione a riguardo, anche i social network iniziano a prendere decisioni importanti. Twitter ad esempio in risposta alle proteste negli Stati Uniti ha deciso di aggiornare le proprie policy in termini di privacy decidendo di bloccare i tweet che incitano la violenza.
Inoltre, considerando le tantissime informazioni che si stanno susseguendo in questi giorni in tutto il mondo, hanno voluto sottolineare come sia di fondamentale importanza informarsi da fonti autorevoli e agire in maniera consapevole, rilasciando delle guidelines sul proprio blog.
Anche Facebook ha inserito delle importanti novità a riguardo. Come prima cosa segnalerà attraverso delle etichette quei contenuti che sono stati pubblicati da testate giornalistiche che vengono parzialmente o totalmente controllate dai governo. Un lavoro non semplice considerando le possibili interferenze.
Anche il CEO di YouTube questa settimana dopo aver annunciato alcuni dati della piattaforma, si è concentrato sul tema del movimento #BlackLivesMatter, annunciando che lanceranno un fondo da 100 milioni di dollari per sviluppare i contenuti provenienti da creator e artisti neri.
Facebook sta cercando di rendere sempre più semplice e veloce per i gestori delle pagine, rispondere ai messaggi su Messenger, aggiungendo un semplice pulsante che consentirà il passaggio tra account Messenger personali e aziendali. Un modo per rendere più snella e veloce la comunicazione per diversi utenti che si trovano a gestire numerose pagine oltre ai profili personali.
L’obiettivo sarà quello di avere delle funzionalità che permetteranno di ricevere e inviare messaggi da e su Instagram, Messenger e Whatsapp, integrandoli insieme.
Numerosi aggiornamenti per Snapchat
Il primo annunciato in settima, riguarda una serie di nuovissime funzionalità AR nella sua app visto il crescente utilizzo e popolarità dei suoi strumenti sopratutto a seguito del COVID-19.
Secondo quanto affermato circa 170 milioni di persone ogni giorno utilizzano l’AR sull’app. Un modo per consentire agli utenti di interagire dipingendo e modificando virtualmente, determinati edifici o punti di interesse intorno a noi, lasciando queste azioni visibili anche agli altri utenti.
Snapchat sta inoltre espandendo le funzionalità di Lenses, offrendo nuove soluzioni per identificare gli oggetti e attivare risposte AR all’interno della fotocamera.
Snapchat ha già sviluppato strumenti di scansione con Shazam e Amazon, ma sta cercando al momento di ampliare la gamma dei suoi fornitori per espandere le possibilità di scansionare altri oggetti come piante e alberi, identificare la razza di un cane e uno scanner nutrizionale per identificare la qualità degli ingredienti nei cibi confezionati.
Erano già diversi anni che se ne parlava e adesso è ufficiale, perché l’azienda ha lanciato negli Stati Uniti Facebook News, una sezione della piattaforma dedicata all’informazione, che ospita notizie provenienti da media locali e nazionali. Notizie che potranno essere personalizzate , nel senso che un algoritmo sarà in grado di selezionarle in base a le preferenze espresse dall’utente.
Facebook ha costituito una redazione interna di giornalisti che si dedicheranno alla selezione di notizie e testate. Un servizio che probabilmente molto presto potrebbe essere implementato anche in altri paesi.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/news.jpg477960Emanuele Loiaconohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngEmanuele Loiacono2020-06-13 16:20:282020-06-15 09:33:00Week in Social: dal #BlackLivesMatter a Facebook News
Gli esperti affermano che sia ancora possibile contrastare il continuo abbassamento della reach organica, a prescindere dal valore delle campagne ed inserzioni online.
Bisogna partire dall’enorme potenziale che risiede nella nostra community. E bisogna coltivarla ed alimentarla con contenuti dalla massima qualità, nel migliori dei modi. Ma non è tutto.
L’inarrestabile decremento della reach organica, per niente timida anche negli ultimi tempi, ha portato, specialmente per social media & digital marketer, ad essere inevitabilmente e giustamente obsédé (ossessionati) dal trovare una soluzione per contrastarla. Costi quel che costi.
Il declino della Reach Organica
Facciamo un passo indietro…
Iniziamo dalla definizione: con il termine reach organica si intende il numero delle persone che si riescono a raggiungere senza dover ricorrere ad attività di promozione, ovvero soltanto grazie alla visibilità che viene attribuita dalla piattaforma social in questione. O meglio, dal “suo algoritmo”. Tutti i contenuti, è bene precisare, godono di un minimo di portata organica, non “paid” quindi, ma una buona parte del risultato finale dipende dal continuo incontenibile abbassamento della reach organica al quale assistiamo, già da qualche anno a questa parte.
Facebook ha palesato in modo concreto, ancor più nel 2019, l’intenzione di ridurre notevolmente il numero di post pubblicati dalle pagine aziendali in relazione alla visibilità “non supportata dalle sponsorizzazioni” nei riguardi del pubblico, in modo da obbligare gli amministratori delle pagine a spendere di più in attività di advertising. Si è passati dal circa 5,4% all’ormai (ancora molto discusso) 2% circa, in relazione al concreto raggiungimento in organico dei propri post sulle proprie pagine Facebook.
Doveroso precisare che i grandi brand con un numero elevato di follower possono aspettarsi medie anche più basse.
L’algoritmo attualmente classifica letteralmente i post che ogni utente vede nell’ordine in cui è più probabile che li apprezzi, in base a una varietà di fattori, ovvero i cosiddetti segnali di classifica. A partire da quest’anno, Facebook ha dichiarato che il suo obiettivo è aiutare gli utenti a comprendere l’algoritmo e assumere il controllo di tutti quei segnali di classifica per fornire un feedback migliore e più completo possibile.
Ad esempio: le persone condividono questo post con i loro amici? Quanto spesso ti piacciono i post del tuo capo? Da tua madre? Guardi spesso video live? Qual è il tuo gruppo preferito?
I segnali di classifica si configurano come punti associati al comportamento che un utente ha avuto nel passato e sul comportamento di tutti gli altri sulla piattaforma.
Facebook presenta tre principali categorie di segnali di classifica:
chi interagisce, in genere un utente;
il tipo di contenuto/media pubblicato;
la popolarità che il post ha riscosso.
Dal “Perché vedo questo post?”, già da marzo 2019, la piattaforma di Facebook ha iniziato a porre domande agli utenti, tramite sondaggio, per ottenere maggiori dati sul contesto dei contenuti che contano di più per loro.
I sondaggi hanno chiesto agli utenti:
chi sono i loro amici più cari;
quali post (link, foto e video) trovano preziosi;
quanto è importante per loro uno specifico gruppo Facebook a cui si sono uniti;
quanto sono interessati a vedere i contenuti di pagine specifiche che seguono.
Facebook ha usato tutte queste risposte per aggiornare senza sosta l’algoritmo.
Ad esempio, le pagine e i gruppi che le persone hanno identificato come più significativi erano spesso quelli che avevano seguito per molto tempo, quelli con cui si erano spesso impegnati (con like, reaction e commenti) e quelli che avevano molti post e attività.
Consigli su come aumentare la reach organica dei post sui social
Gli esperti affermano che sia ancora possibile fare qualcosa, a prescindere dal valore delle campagne ed inserzioni online. Eccovi, di seguito, alcuni consigli validi per gran parte dei canali social media.
Date ciò che le persone desiderano dal vostro brand
Ponetevi sempre dalla parte dei vostri utenti, non iniziate l’attività di racconto e pubblicazione dei contenuti dalla vostra concezione di qualità, sono i vostri utenti a decretare il successo del canale nel quale siete presenti. Ascolto del cosiddetto “sentiment” e attività di analisi dei dati,sono due fattori davvero importanti per la vostra attività di Social Media Marketing. Capirete ben presto cosa ha successo e cosa, invece, va eliminato, modificato, ottimizzato.
Postate meno ma meglio
Solitamente viene consigliato, per incrementare le views ai canali, di pubblicare in maniera frequente, ciò non è del tutto vero. Il segreto è di pubblicare contenuti di qualità e attenti all’audience, anche se questo dovesse significare di postare meno del solito. Meglio puntare su un maggiore coinvolgimento dei propri utenti e avere più tempo per investire in contenuti di qualità. La reach organica vi ringrazierà.
Individuate il momento migliore
Come detto prima, l’attività di Social Media Marketing non prescinde da una costante e attenta analisi dei dati di tutto ciò che succede sui canali dei vostri clienti o del vostro brand. Iniziate ad approfondire l’attività di Social Media Analysis e registrate, a partire dalle sezioni interne relative agli “insights” delle pagine e profili che gestite, tutto ciò che può tornarvi utile per capire come indirizzare al meglio i vostri contenuti ed in quale orario migliore i vostri utenti possono potenzialmente interagire.
“Video Is The King” – puntate sui video
Un recente studio effettuato da Cisco rivela che nel 2020 l’82% del traffico internet sarò interamente generato dai video digitali. E secondo eMarketer, il divario continuerà a crescere nei prossimi due anni.
I contenuti video sono in grado di coinvolgere in maniera sorprendente i tuoi utenti, facendo trascorrere loro più tempo all’interno delle piattaforme social, elemento che caratterizza fortemente i nuovi aggiornamenti degli algoritmi. Se non avete un budget corposo per inserire video professionali nella vostra strategia, non temete, ad oggi, il mercato offre numerosi strumenti per elaborare video di alta qualità con prodotti che conferiscono ottima qualità: per esperienza personale, gli strumenti della DJI Global sono davvero eccellenti. Tra tutti, Osmo Pocket e Osmo Mobile. Piccoli, maneggevoli, solidi e super mobile-friendly. Ovviamente, non sarete dei veri e propri registi, ma almeno potrete offrire contenuti con un certo grado estetico e qualitativo più che discreto.
Alcuni accorgimenti sui contenuti video per i social:
lunghezza contenuto video – max 2/ min;
concentratevi sui primi 5 sec. (al max) per stupire l’utente;
elaborate copertine per i video ricercate e dal carattere unico (soprattutto se siete Tik Tok – Addicted);
fate in modo che i vostri video possano essere fruiti anche senza audio;
puntate su una buona luminosità del video in questione, ad oggi, molti degli algoritmi dei social media fanno caso a questo elemento, su Tik Tok, ad esempio, la sua A.I. interna, penalizza i video non riconoscibili al max e con poca luminosità.
Sfruttate gli User Generated Content
I contenuti prodotti dai vostri utenti possono rivelarsi come uno degli elementi più importanti relativi alla loyalty (fiducia) ed al social engagement (interazione sui vostri canali social media) che potrete mai registrare. Utilizzateli! E non dovrete nemmeno spendere del budget per produrli, perché gli utenti avranno. Già prodotto contenuti e post ad hoc per il vostro brand o attività. Potreste utilizzare questo tipo di contenuti per promuovere o lanciare contest o giveaway e premiare i più attivi sui vostri canali. Ricordate, però, di chiedere sempre il permesso per utilizzare i loro contenuti ed eventualmente targateli nei post.
Se è vero che i video permettono un’interazione dal grande impatto visivo e qualitativo, lo è ancor di più, quando facciamo uso di stories e dirette, in questo caso su Instagram. Le dirette, così come le stories, possono fungere da supporto ad una strategia social più profonda e più sincera, nei riguardi dei nostri utenti. Stories e live streaming, offrono l’opportunità di comparire subito nel feed della nostra audience.
Non avete mai fatto caso che quando entrate nel profilo Instagram, vi compare una serie di stories degli utenti che seguite?
Lo stesso succede con le dirette, per di più, Instagram, invia una notifica ai vostri utenti, quando andrete live! Grazie all’utilizzo delle stories potrete veicolare al meglio il racconto del vostro brand, in maniera più incisiva, più immediata. Negli ultimi mesi, data l’esplosione delle stories ed il massivo utilizzo delle stesse anche da parte delle grandi realtà B2B mondiali, Instagram ha inserito numerosi stickers in grado di supportare ed incrementare l’interazione con i followers.
Eccovene alcuni:
Donazione, Iorestoacasa, Eroi in corsia e GRAZIE per supportare l’attività di informazione tema Covid-19 e valorizzare le figure professionali in prima linea contro il Coronavirus;
Challenge: presente tra le ultime features delle Stories insieme a GIF, sondaggi, countdown, … Al momento permette di selezionare una delle tante challenge presenti all’interno di una lista gestita dalla piattaforma stessa. Potrete taggare i vostri amici e sfidarli. Un’ottima idea, nata durante il Lockdown, per farsi compagnia anche da lontano, sfruttando la possibilità di incrementare l’engagement con gli utenti. Ricorda il mondo delle challenge di TikTok;
Ordini di cibo, buoni regalo e compra a km0 per supportare le PMI e le piccole attività in merito alla promozione dei propri prodotti/ripresa.
Inserite LINK IN BIO su Instagram
Su Instagram, è possibile, far godere di un upgrade davvero unico alla propria BIO. Vediamo come…
Avete mai avuto l’esigenza di aggiungere dei link in più al vostro profilo?
Al momento, nella piattaforma di proprietà di Mark Zuckerberg, potete aggiungere un solo link. Ma c’è una soluzione in grado di creare una sorta di landing page che possa racchiudere tutti i link che vi interessano di più o che rimandino alle vostre migliori attività o collaborazioni. Vediamo di cosa si tratta.
Grazie all’utilizzo di uno dei tanti tool presenti sul mercato, JotURL, è possibile creare delle accattivanti landing pages grazie all’opzione “InstaURL”. In pochissimi click avrete la possibilità di creare una pagina che racchiuda tutti i link presenti nel vostro LINK IN BIO, potrete sceglierne anche il colore, inserire la vostra foto profilo. Questo tool permette di tracciare i click effettuati su di esso, sui link inseriti nelle stories, vi è anche la possibilità di aggiungere il pixel per attività di Remarketing su Facebook ai link in questione e tanto altro! Lo trovo davvero utile!
Più link in bio possono dare l’opportunità di avere più collaborazioni ed assicurare una social media experience nettamente migliore, soprattutto per i nuovi visitatori. Darete, inoltre, la percezione di essere dei professionisti dal tono ordinato e competente. Elemento non meno importante di altri citati fino adesso. Ed infine, conferire ad attività di Brand Awareness (notorietà aziendale), il giusto tracciamento di dati utili in merito al traffico che potete generare.
Incentivate la Customer Loyalty e coltivate la community
Utilizzare i gruppi di Facebook, non è la sola strada.
Fallon Zoe (@OfficialLadyTribe) è una Organic Reach Specialist molto famosa ed incoraggia spesso a costruire la propria community all’interno di un ambiente come quello dei gruppi di Facebook. Ma non è al sola strada percorribile! Tiene a precisare come sia fondamentale tenere a mente che “l’importante sia sempre cercare di attirare le persone verso ciò che stai facendo”.
La gente ama parlare di ciò che gli piace ed ama invitare gli altri a venire a provare piacere in quelle stesse esperienze. Partite da quello.
Potrete iniziare a ricercare, ad esempio, le pagine verificate che di norma sono quelle più seguite. Cercate, quindi, di interagire nei commenti sfruttando gli ultimi trend topics, alimentate con il vostro sapere nuove ed interessanti argomentazioni, valorizzate le vostre competenze con gli altri professionisti presenti ed analizzate i profili degli altri utenti in target con le vostre passioni, cercando a sua volta di targarli in commenti effettuati in precedenza dalla pagina che seguite. Un’altra tecnica per ampliare la vostra rete, e di conseguenza, la reach organica dei vostri contenuti, è quella di interagire con i migliori fans di altre pagine aziendali. Potete trovare l’elenco dei Fan più attivi all’interno della scheda Community di una pagina aziendale.
Quando troverete le persone giuste da seguire ed in linea con i vostri interessi, fate clic sul loro profilo e commentate e lasciate likes in relazione a tutto ciò che vi piace e può creare una sana interazione attorno ad un interesse comune. L’obiettivo è quello di ottenere il maggior numero possibile di notifiche di nuove persone che non sono vostri attuali amici di Facebook.
Assicuratevi inoltre di creare eventi su Facebook per alimentare l’attività di Storytelling del vostro brand. Ed aumentare, così, anche la Customer Loyalty.
Ogni volta che pubblicherete un evento (statene certi) potrete alimentare al meglio la vostra Brand Awareness, permettendo di farvi conoscere di più dal vostro pubblico. Potrete, inoltre, valorizzare i vostri nuovi prodotti ed utilizzare questa tipo di attività anche per sviluppare nuovi lanci degli stessi. E non dimenticate di condividere il tutto sul vostro profilo e sul vostro gruppo. Fallon Zoe, consiglia, inoltre, di cercare di offrire valore in merito ai contenuti che proporrete nell’evento o nella serie di eventi che proporrete, già dal 1° giorno. Creerete, certamente, curiosità per i prossimi contenuti, dato che magari la maggior parte degli utenti non arriverà fino alla fine dell’evento. E perché non pre-programmare un video live e condividerlo in anticipo per l’evento che avete in mente?
Ad ogni modo, tutti i partecipanti al relativo gruppo Facebook, riceveranno una notificae di conseguenza, più utenti, probabilmente, guarderanno il vostro live.
Può essere utile analizzare ed annotare, di volta in volta, tutti i partecipanti e tutti quelli che cliccano su “Mi interessa” all’interno del vostro evento. Perché non interagire con loro cercando un feedback?
Potrebbe essere necessario, essere presenti contemporaneamente su più canali social. Per questo vi consiglio un tool davvero affidabile e che permette un’ottima presenza sulle diverse piattaforme: Streamyard. L’ho utilizzato in molte occasioni, soprattutto nel periodo del lockdown, intervistando tanti professionisti del mondo digitale e non solo. Permette davvero di essere presente su molti canali, tra cui, YouTube – Facebook (profilo, pagina ufficiale e gruppo), LinkedIn (dovrete inviare prima la richiesta per ricevere la certificazione LinkedIn Broadcaster Live, non la rilasciano a tutti, però voi tentate) ed Instagram. La versione free permette di effettuare live streaming fino a 20 ore al mese. Non male davvero.
Non siate autoreferenziali e non parlate sempre di voi stessi: rendete protagonisti del vostro brand gli utenti che vi seguono.
Concentrarsi solo su su se stessi non conviene. In quasi nessun caso. Bensì, spendete del tempo in relazione ad un maggiore qualità dei contenuti e sulla loro scelta in base a ciò che piace al vostro pubblico. Spesso, il calo della reach, dipende anche da questo elemento.
Cercate di cambiare le vostre fonti, ampliate la vostra ricerca ed incrementate ed ottimizzate l’attività di Content Curation dei contenuti proposti. Ne varrà la pena, soprattutto a lungo raggio. Dinamicità e massima qualità tra i tipi di contenuti proposti, può essere uno dei migliori metodi per incrementare l’apprezzamento nei riguardi dei vostri contenuti. Tutto ciò può comportare un aumento della reach organica e farvi apprezzare, da un pubblico sempre maggiore di utenti. Andate oltre alla vostra visione. Evidenziate i risultati ottenuti e condivideteli, oltre che con il vostro team, anche con la vostra fan base. Rendeteli partecipi di ogni cambiamento e traguardo. Il vostro successo parte da loro.
Il mio invito è farvi riflettere sull’enorme potenziale che risiede all’interno della vostra community. Dovete rispettarla, coltivarla, alimentarla nel migliori dei modi.
Dovete sempre dare un buon motivo per far ritornare gli utenti sulla vostra pagina. Le interazioni che cercate e che alimentate non devono essere fatte a caso. Non devono confidarsi come un “fastidio”.
Tenete a mente alcuni consigli e registrate, possibilmente, i dati ed i comportamenti della vostra audience per migliorare la reach organica:
rispondete al maggior numero di commenti;
argomentate nei commenti il vostro parere, cercando sempre una sana interazione;
chiedete risposte nei post ed inserite Call To Action.
Cercate di cogliere ogni gesto della vostra audience, non concepitela come un insieme di numeri in una massa informe: è il vostro bene più prezioso. Per il vostro brand ma ancor di più per la vostra credibilità.
Quali di questi consigli avete già avuto occasione di testare sulla vostra community? Penate siano validi per accrescere la portata e la qualità dei contenuti?
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/reach-organica-social-media-marketing.jpg558946Luca Maggipintohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuca Maggipinto2020-06-09 10:13:572020-06-10 22:12:33Come aumentare la reach organica sui canali social
TikTok è la piattaforma del momento per giovani e giovanissimi e i suoi numeri sono in continua crescita.
Anche le testate giornalistiche hanno iniziato a sfruttare TikTok per aumentare la propria audience.
L’età media degli utenti di TikTok è di 34 anni, un dato che indica quanto questo social network sia interessante per raggiungere un pubblico altrove meno presente.
Oltre 700 milioni di iscritti in tutto il mondo. Seconda app più scaricata in assoluto nell’ultimo trimestre del 2019, seconda solo a WhatsApp. Questi i dati della crescita di TikTok, social network cui anche le testate giornalistiche hanno iniziato a guardare con interesse per aumentare la propria audience.
Nato nel 2018 dall’unione con musical.ly e di proprietà della società cinese Bytedance – così come Toutiao, la principale app di informazione in Cina, e News Republic – TikTok è la piattaforma del momento per i giovanissimi, ma non solo. Se è vero infatti che un suo utente su tre ha tra i 16 e i 24 anni, l’età media è invece di 34 anni, secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Influencer Marketing.
Un’audience più giovane rispetto agli altri social network – dove l’età media è di 40 anni – ma non per questo meno interessata ai contenuti informativi. Moda, videogiochi, beauty e celebrità sono i temi che predilige, ma ogni testata giornalistica può trovare comunque il modo di raggiungerla e coinvolgerla, sfruttando così un’opportunità unica per allargare la propria audience di oggi e di domani.
Francesco Zaffarano, senior social media editor al Telegraph, sta raccogliendo attraverso una directory pubblica le testate giornalistiche già presenti su TikTok. Un elenco che attualmente ne conta 135, di cui solo sette in Italia.
Abbiamo scelto per voi tre esempi internazionali e due italiani per mostrare cinque diverse strategie di presenza su TikTok da parte delle testate giornalistiche.
Quasi 535 mila follower e più di 23 milioni di like. Bastano questi numeri per capire quanto ilWashington Postabbia deciso di investire nella propria presenza su TikTok. Con un marchio rivisto nei colori per apparire meno formale e il link all’articolo del giorno in biografia, la storica testata giornalistica statunitense si presenta con queste semplici ed essenziali parole: “We are a newspaper”.
Sempre in biografia, anche un indirizzo e-mail dedicato. È quello di Dave, protagonista della maggior parte dei post: è lui a intervistare opinionisti e giornalisti della testata, tenere il diario della quarantena e interpretare l’attualità in chiave ironica e divertente.
Un chiaro e brillante esempio di infotainment.
2. The Telegraph
Decisamente meno ironico il Telegraph, che ha scelto per la propria presenza su TikTokun tono amichevole, ma comunque autorevole. “Think haead” è il claim scelto per il proprio profilo, un invito rivolto ovviamente alla giovane audience. Inalterato il marchio, mentre il link presente in biografia rimanda di volta in volta a “great stories”.
Variegati i contenuti dei post: fatti d’attualità anche lontani, semplici tutorial e ricette, storie particolari di adulti, giovani e giovanissimi. Ma i più riusciti sono forse i video in cui gli stessi social media manager spiegano tematiche complesse in modo semplice, usando ad esempio i cereali per la colazione e ritagli di giornale per dare vita a motion graphic… cartacee.
Un tentativo creativo e ben studiato di avvicinare i più giovani all’informazione giornalistica, suscitando interesse attraverso nuovi formati.
3. Cosmopolitan
“Yup, we’re just as obsessed with this thing as you are”. Cosmopolitan usa queste parole per accorciare fin da subito la distanza col proprio pubblico. Niente link agli articoli nella biografia invece: solo il collegamento all’home page.
Nei post si parla soprattutto di bellezza, benessere e cibo, ma anche più in generale dell’essere donna. I contenuti spaziano dai prodotti per la pelle al tutorial per realizzare il proprio curriculum, dai pancake colorati ai consigli per far durare il più possibile i profumi. Più rare le incursioni nell’attualità, ultimamente frequenti più che altro per il movimento Black Lives Matter.
Insomma, il mondo beauty è uno dei più apprezzati su TikTok e Cosmopolitan ha saputo non perdere l’occasione.
4. Fanpage
Con più di 317 mila follower e 5 milioni di like, Fanpage è la realtà giornalistica italiana più seguita su TikTok. Essenziale la sua biografia, che presenta la testata come “un giornale indipendente” e rimanda all’home page per le notizie del giorno.
Omogenea la grafica dei post, video dei quali è possibile intuire l’argomento fin dalle anteprime, grazie a titoli colorati. A raccontare l’attualità sono direttamente i protagonisti delle storie stesse oppure i membri del team social della testata.
La strategia? Parlare al pubblico in modo diretto ed emotivo, in continuità con lo stile dei contenuti del proprio sito web.
5. GQ Italia
“Il magazine maschile di Condé Nast Italia. Dal 1999”. Così GQItalia si presenta ai suoi quasi 160 mila follower. Con 18 milioni di like, in termini quantitativi è la seconda testata giornalistica italiana su TikTok.
In questo caso, i protagonisti dei post sono soprattutto cantanti, attori e uomini del mondo dello sport, ma non mancano neppure i consigli per lo smart working, le recensioni di prodotti tecnologici e le ricette, così come video dedicati ai nuovi numeri della rivista in uscita. Nelle ultime settimane invece spazio a parole e fotografie per raccontare il lockdown e celebrare i compleanni dei vip.
Una strategia che punta a trasferire nei brevi video di TikTok la linea editoriale e i contenuti del magazine.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/06/testate_giornalistiche_tiktok.jpg8361254Elisa Bertolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngElisa Bertoli2020-06-08 12:24:422020-06-08 12:24:435 testate giornalistiche che usano TikTok per aumentare la propria audience
Iniziamo giugno con una ventata pre-estiva di novità. Mentre Trump continua a dividere sui social, Instagram testa nuovi sticker, messaggistica e newsfeed, e Facebook apre alla possibilità di inviare marketing email dalle proprie pagine. Queste, e molte altre novità da Pinterest, Snapchat e YouTube, nella nostra Week In Social.
Instagram, tra BlackOutTuesday, sticker, messaggistica, eventi e newsfeed
L’evento più importante della settimana è stato di certo il #blackouttuesday. Pensa che solo su Instagram, mentre scriviamo questo articolo, 28.900.980 post sono stati pubblicati sotto questo hashtag e i numeri continuano a crescere.
Quanto alle novità, la piattaforma ha confermato che sta lavorando su tre feature. La prima riguarda la fusione di Facebook Messenger ai Direct Message di Instagram: pare che nei messaggi privati di Instagram potrebbero convergere quelli di Facebook Messenger.
Come puoi vedere dallo screenshot, su Instagram potrebbe arrivare anche lo sticker ‘Plans’, per pianificare online meeting.
E, in ultimo, alcuni utenti hanno riportato un cambiamento nella visualizzazione del feed, che sembra includere due tab, con i post “Suggested” e “Older“. Una volta scrollato tutto il newsfeed, e ricevuta la notifica “You’re All Caught Up”, in futuro, potrebbe essere possibile accedere a una doppia schermata, con post suggeriti e post già visti. Non sappiamo se e quando il formato verrà rilasciato, ma potrebbe essere interessante per quei business che usano Instagram in ottica eCommerce.
Sarà possibile inviare marketing mail da Facebook
Dopo aver lanciato l’app ‘Venue‘, pensata per aumentare l’engagement degli eventi in real time, negli ultimi giorni alcuni utenti di Facebook hanno notato una nuova funzione, che permetterà alle persone di mandare marketing email direttamente dalle pagine Facebook. Per usare il nuovo sistema, dovrai prima autenticare la mail della tua pagina, aggiungere i tuoi contatti al database e poi potrai creare la tua mail all’interno della piattaforma, che si comporterà come un qualunque altro CRM.
Pinterest sempre più verso l’eCommerce
Pinterest continua il suo viaggio nel mondo dell’eCommerce, introducendo un nuovo tab “Shop” ai risultati di ricerca visiva di Lens. Come funzionerà? Basterà caricare o scattare una foto usando la fotocamera interna di Pinterest, e la piattaforma ti suggerirà tutti gli articoli in stock identificati nella tua immagine. Ogni pin suggerito includerà un link alla pagina di acquisto dell’articolo sul sito del venditore.
Snapchat chiude a Trump e realizza ads dinamiche
Ricordi la polemica sollevata dagli ultimi tweet di Trump, segnalati da Twitter? Te ne avevamo parlato la scorsa settimana. Sull’onda delle ultime dichiarazioni del Presidente degli US in merito alle proteste antirazziali, mentre Facebook ha deciso di non prendere alcun provvedimento a riguardo, Snapchatlimiterà l’esposizione dell’account di Trump nella sezione “Discover”. Trump potrà continuare a postare e la piattaforma non bloccherà i suoi contenuti, ma ne limiterà la viralità.
Inoltre, pare che Snapchat stia realizzando “Annunci dinamici“ per consentire alle aziende di creare semplici campagne di annunci Snap caricando le informazioni del loro catalogo prodotti.
Come puoi vedere, gli annunci dinamici ti permetteranno di formattare le immagini dei tuoi prodotti e caricarle in formati compatibili con la piattaforma. Non solo, se alcune caratteristiche o il prezzo dei prodotti cambierà, l’annuncio verrà aggiornato in tempo reale.
Nuovi display e live alert su YouTube
YouTube aggiunge un paio di funzionalità. La prima riguarda il display in Creator Studio che riporta le performance del canale e raccoglierà in un’unica pagina display views, subscriber count, watch time e revenue performance. La seconda feature si chiama “Live Alerts for Merch“, realizzata per mostrare, durante gli streaming, gli acquisti effettuati dagli utenti nel Teespring store. In pratica, durante il live, nei commenti, apparirà un alert con l’oggetto acquistato, corredato di link per procedere all’acquisto. Un nuovo modo per aiutare i creator a promuovere i propri prodotti tra i fan, e aumentare la revenue attraverso i tool di YouTube.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/social-media-marketing.jpg563939Valentina De Felicehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngValentina De Felice2020-06-06 12:42:092020-06-08 13:53:32Week in Social: dalla fusione di Messenger con Direct alle ads dinamiche di Snapchat
Il futuro degli eventi si fa sempre più ibrido, tra fisico e digitale, aprendo scenari fino a poco fa inesplorati ma non per questo meno potenziali.
Aumentare la domanda di contenuto, gli abbonamenti ai servizi online e abbattere la barriera qualitativa: ecco i nuovi trend.
Quello che stiamo vivendo è un periodo storico unico per la nostra generazione, che ci ha obbligati a cambiare ed evolverci per poterci adattare a una realtà tutta nuova. Una nuova forma mentis insomma, che si impone, oltre che sul nostro stile di vita, anche in ambito marketing e spinge gli addetti ai lavori a dover riformulare le proprie strategie per adattarle al nuovo mondo.
Se alcune realtà, come quella dell’arte e la cultura (interessante il caso della Pinacoteca di Brera a Milano), hanno trovato fin da subito nuovi metodi creativi ed efficaci per fronteggiare la crisi, fornendo tour virtuali nei principali musei e contenuti esclusivi, al fine di rendere questa quarantena un’opportunità di arricchimento culturale personale, altre hanno subito maggiormente lo scotto delle conseguenze derivanti dall’isolamento forzato.
In particolare, nel momento in cui è venuta meno la possibilità di riunirsi nei cosiddetti assembramenti, le agenzie di eventi hanno visto annullarsi il proprio business. L’unica strada percorribile prevede la ricerca del modo migliore per trasformare quello che era fisico in virtuale. Ora, tutto quello che bisogna chiedersi è: come?
Il futuro degli eventi: the show must go on-line
Una cosa è certa: quest’anno ha cambiato in modo permanente la natura di molti eventi. Certo, gli eventi fisici continueranno ad esistere, tuttavia molte agenzie nel reinventarsi probabilmente hanno scoperto che digitalizzare può essere una mossa strategicamente potenziale anche per il loro business. Sicuramente viene sacrificata una parte qualitativa, indiscusso punto di forza del formato esperienziale, che tuttavia viene compensata dall’efficienza e dal risparmio economico che organizzare un evento in digitale comporta.
Questa accelerazione verso il digital content, porta chi lavora nell’industria degli eventi a dover cercare una solida strategia di contenuto e le giuste tecnologie – in questo senso, esistono svariate piattaforme e tool che vengono in aiuto, per rendere gli eventi un contenuto 100% digitale.
Quando parliamo di content strategy, dobbiamo tenere in considerazione principalmente alcuni fattori:
live streaming: è la metodologia tramite cui dobbiamo far rivivere nel modo più immersivo possibile l’experience ai nostri utenti, mantenendo alto l’interesse e l’engagement;
contenuti on-demand: un vantaggio che deriva dalla digitalizzazione degli eventi, è quello di poter mettere a disposizione degli utenti anche una serie di contenuti satellite, che possono essere fruiti (gratuitamente o in logica paid) per un lasso di tempo più lungo e pre-determinabile.
In realtà, dietro la crisi, si nascondono una serie di altri vantaggi:
accessibilità: non essendoci più la barriera dello spostamento, che una partecipazione fisica implica, l’accessibilità agli eventi aumenta esponenzialmente, superando anche i confini del territorio nazionale;
durabilità: si crea la possibilità di poter rivivere l’experience attraverso i contenuti disponibili online;
responsabilità ambientale: abbattendo la costrizione di dover essere presenti fisicamente per poter fruire dell’esperienza, diminuisce radicalmente l’impatto negativo che gli spostamenti hanno sull’ambiente.
Un cambiamento che implica una serie di opportunità ma che porta con sé anche delle insidie. In particolare, si invitano i marketer a non ricommettere l’enorme errore che è stato fatto nei primi anni del nuovo millennio.
L’avvento del digitale e tutti gli errori di valutazione delle aziende Media
Agli inizi del 2000, quando si iniziavano a intravedere i presupposti di quello che sarebbe stato l’avvento dei digital media (e più tardi il boom dei social media), le aziende media avevano iniziato a forzare i propri modelli di business per cercare di adattarli ai nuovi formati digitali. Trattandosi di un formato dal costo davvero irrisorio a confronto dell’offerta analogica di televisione, radio e stampa, le aziende hanno iniziato a vendere le propertiesdigitali come plus, per convincere i brand ad acquistare spazi pubblicitari sui media tradizionali.
Questa strategia di vendita ha funzionato a suo tempo, tuttavia ha reso davvero complicato, per tutti gli anni a venire, valorizzare e monetizzare i contenuti digitali in modo significativo. È rimasta sempre viva, da allora, una percezione dei servizi digitali in quanto cheap rispetto a quelli analogici che porta le aziende ancora oggi a investire molto più budget in media tradizionali piuttosto che digitali.
Questo perchè fin dall’inizio, durante il passaggio al digitale non è stata applicata nessuna vera strategia per sfruttare a pieno le potenzialità dei nuovi formati, ma le aziende hanno semplicemente preso i propri modelli di comunicazione tradizionali e li hanno applicati a un’esperienza più economica e mercificata.
Per questo motivo, diamo per scontato che una produzione video televisiva sia molto più costosa rispetto a quella per un video YouTube, che un ebook debba essere necessariamente più economico di un libro vero, che un articolo online abbia un valore inferiore a un pezzo stampato su un giornale nazionale. Diamo per scontate tutte queste cose e ci sbagliamo.
Non è il medium che definisce il valore di un contenuto (e di un evento)
Ogni contenuto prodotto, che sia destinato alla fruizione online o offline, ha il comune obiettivo di creare un’esperienza positiva per il consumatore. Pertanto, ogni esperienza digitale che creiamo dovrebbe essere di valore per il nostro target di persone e avere l’obiettivo di rendere la loro vita migliore – anche offline – e non solo essere più conveniente per le aziende.
Pertanto, oggi che ci troviamo di fronte al dilemma su come evolvere le strategie di eventi sul territorio in esperienze digitali, non dobbiamo cadere nella stessa trappola che ci spingerebbe semplicemente a prendere un contenuto e tradurlo in chiave virtuale, ma dobbiamo fare uno step in più. È necessario partire da una vera e propria content strategy che non abbia l’obiettivo di trovare la soluzione più conveniente per ill nostro business, ma più di valore per i nostri consumatori.
Quindi un evento virtuale sarà sicuramente diverso da un evento fisico, ma non per questo dev’essere considerato meno di valore, meno costoso o meno “esperienziale”.
A sostegno di questa tesi, possiamo anche scomodare Marshall McLuhan, il quale sosteneva che
Quando ci ritroviamo di fronte a qualcosa di nuovo, guarderemo istintivamente ad esso attraverso vecchi stereotipi. In questo modo, tentiamo semplicemente di adattare i vecchi modelli alla nuova forma, invece di chiederci come questa nuova modalità andrà a influenzare tutte le ipotesi formulate prima del suo avvento.
Insieme, verso un nuovo mondo
Tante cose cambieranno nel mondo di domani, quello post-pandemia, durante la quale molti hanno visto crollare gran parte delle proprie certezze ma, al tempo stesso, potranno vederne nascere altrettante. L’essere umano ha una resistenza innata al cambiamento, tuttavia è importante – ora più che mai – guardare al futuro con fare pionieristico e avveniristico, cogliendo prontamente la nascita di nuovi trend.
Tra questi, possiamo già elencarne alcuni:
aumenta la domanda di contenuto: abituati a vivere nella frenesia di una vita dettata da ritmi sempre più concitati, siamo stati improvvisamente catapultati in una realtà temporale dilatata. Così, all’aumentare del tempo a disposizione per noi stessi, da investire nella crescita personale o anche solo in un intrattenimento costante, aumenta anche la necessità di entrare in contatto con un numero di contenuti sempre maggiore;
aumento degli abbonamenti ai servizi online: seguendo lo stesso ragionamento, saranno sempre di più le persone che sceglieranno di abbonarsi a sevizi online per accedere a contenuti come podcast, film, ebook, ecc. – e, per la prima volta, avranno effettivamente il tempo di usufruirne;
abbattimento della barriera qualitativa: oggigiorno, le persone dimostrano di non badare tanto alla sofisticatezza del contenuto, quanto alla sostanza e al valore dello stesso;
In questa situazione d’emergenza, quello che viene richiesto alla aziende è la capacità di trasformazione: ad esempio, è interessante capire come trasformare il proprio team per rispondere nel modo più efficace possibile alla crescente domanda di eventi virtuali. È comprensibile che l’obiettivo principale delle aziende rimanga quello di fare il possibile per salvaguardare il proprio business, tuttavia varrebbe la pena fermarsi un attimo e affrontare questo cambiamento forzato non come una via d’uscita da una situazione potenzialmente di crisi, ma come l’opportunità di evolvere verso nuovi modi di fornire contenuti.
Per questo, il consiglio è quello di non cedere alla tentazione di rendere gli eventi digitali semplicemente una versione digitalizzata di quelli fisici, ma di mettere a punto una vera e propria strategia di contenuto, pensando più in grande, in modo più lungimirante. Il futuro degli eventi si fa sempre più ibrido, tra fisico e digitale, aprendo scenari fino a poco fa inesplorati ma non per questo meno potenziali. Facciamoci trovare pronti.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/digit.jpeg353848Alexia Altierihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAlexia Altieri2020-06-03 16:24:552020-06-05 11:10:03Gli eventi diventano digitali, tra insidie e opportunità
Circa l’80% degli utenti afferma che i contenuti generati dagli utenti influenzano le loro decisioni di acquisto, mentre l’84% dei millennial afferma di essere influenzato dagli UGC in fase d’acquisto;
Gli UGC forniscono una pletora di materiali, spendibili sui social media, sito web ecc., che attraggono centinaia, se non addirittura migliaia di persone, con relativa facilità.
La rapida ascesa dei social network, come Facebook ed Instagram, che in breve tempo hanno registrato un aumento esponenziale nel numero degli iscritti (con cifre da capogiro), ha reso ancor più difficile l’affermazione online di alcuni ristoranti, che tuttora faticano a distinguersi dalla massa o, semplicemente, a farsi notare.
È un po’ come alzare la mano tra la folla, durante un concerto musicale, nella speranza di essere immortalati dalla camera: le possibilità di essere ripresi sono davvero limitate.
Tuttavia, per ovviare a questo problema, puoi sfruttare i contenuti elaborati direttamente dagli utenti (testi, foto, video ecc.), sia che tu gestisca un piccola trattoria di paese sia che tu faccia capo ad una catena di ristoranti, con un grande team da coordinare.
Stiamo parlando dei cosiddetti UGC (User Generated Content), sempre più importanti dal 2005, e liberamente condivisi su blog, piattaforme social e forum. Gli UGC generalmente sono gratuiti e derivano dall’utilizzo, più o meno esperto, dei nuovi strumenti digitali che, negli anni, hanno rimosso dal monopolio i media tradizionali, favorendo la democratizzazione del processo creativo, ormai privo di barriere.
Semplificando ancora, gli UGC rappresentano l’esempio più vivido di quella auto-comunicazione di massa che ha smantellato – e continuerà a farlo – il modello broadcast e unidirezionale dell’industria mediatica.
Parola agli analisti
Circa l’80% degli utenti afferma che i contenuti generati dagli utenti influenzano le loro decisioni di acquisto, mentre l’84% dei millennial afferma di essere influenzato dagli UGC in fase d’acquisto.
A riprova di questi risultati, si aggiunge un’interessante studio, pubblicato sulla piattaforma Social Media Today, da cui emerge che il 74% dei consumatori ritiene che gli UGC siano utili al rafforzamento del marchio (e della sua autenticità), e che circa il 48% dei marketers concorda sul fatto che “umanizzino” un’azienda.
L’importanza degli UGC è dunque evidente, e integrarli nella tua strategia di Content Marketing potrebbe aiutarti non solo ad attrarre nuovi clienti, ma anche a migliorare il posizionamento del tuo brand sul mercato, sia locale che globale.
Quali vantaggi?
Nello specifico, ecco i principali vantaggi derivanti dal loro utilizzo:
Social Proof
Letteralmente significa Riprova Sociale, ed è probabilmente uno degli aspetti più importanti del marketing, non solo della ristorazione. Viene utilizzata dai grandi brand per convincere i potenziali clienti della validità della loro offerta, prodotto o servizio che sia. In tal senso, gli UGC forniscono una pletora di materiali, spendibili sui social media, sito web ecc., che attraggono centinaia, se non addirittura migliaia di persone, con relativa facilità. Quindi, dedica del tempo alle recensioni dei tuoi clienti, e condividi le migliori.
Riduzione dei tempi
Creare contenuti pubblicitari richiede tempo, pazienza (tanta) e risorse. Ma con gli UGC puoi dimezzare il periodo di produzione, affidandoti semplicemente alla creatività e al buon gusto dei tuoi clienti. Di conseguenza, potrai pubblicare nuovi contenuti con maggior frequenza, risultando così più attivo online.
Autenticità
Come accennato in precedenza, il fatto che persone reali siano venute nel tuo ristorante e, dopo il pasto, abbiano lasciato un feedback positivo (ad esempio su TripAdvisor), rappresenta una delle migliori prove di autenticità. Nessuna pubblicità a pagamento, grafica personalizzata e/o fotografia professionale potrà mai sostituirsi agli UCG, che fanno leva su emozioni vere.
Produzione continua di nuovi contenuti
Il miglior marketing per il tuo ristorante è quello rivolto agli ospiti, e non agli algoritmi di ricerca o agli esperti di digital marketing. Utilizzando gli UGC attrarrai nuovi clienti che, a loro volta, contribuiranno con i loro contenuti, garantendo un afflusso costante.
Questo tipo di marketing, definibile come ciclico, porta ad un sensibile risparmio di tempo, e ad una massimizzazione dei margini di profitto. Si tratta di rendere automatiche molte delle tua attività: dalla ricerca, alla produzione dei contenuti.
Maggiore coinvolgimento
Un altro valido motivo per affidarti agli UGC, è dato dalla possibilità di interagire con i tuoi clienti con una maggiore facilità (anche a distanza), fidelizzandoli. Infatti, gli utenti che hanno lasciato una recensione e/o pubblicato una foto a tuo nome in passato, seguiranno con attenzione i tuoi nuovi contenuti, condividendoli e favorendo così il passaparola.
Puoi interagire con loro tramite la tua pagina social, le recensioni di Google, oppure attraverso altri canali di comunicazione. Quindi, prenditi del tempo, e rispondi a commenti, domande, ed encomi. L’immagine del tuo ristorante ne beneficerà, diventando da subito estremamente positiva. E, in aggiunta, il cliente passerà da costumer a prosumer, partecipando attivamente alla “vita” del tuo locale, magari offrendoti spunti e consigli preziosi, per rendere la sua esperienza ancor più sensazionale, e quindi di valore.
UGC Marketing e continuità
L’efficacia degli UGC, come avrai capito, è legata anche e soprattutto al principio della continuità. Di seguito, ti lascio alcuni consigli utili per incentivarla, favorendo così un afflusso costante di nuovi contenuti.
Trasforma i tuoi clienti in ambasciatori
I tuoi ospiti, se soddisfatti, saranno felici di sostenerti, in cambio di qualche piccolo vantaggio e/o premio. Ad esempio, un buono sconto e/o un prodotto di nicchia in omaggio possono fare miracoli, rendendo i tuoi ospiti dei veri brand ambassador. I clienti, metteranno una buona parola su di te e sul tuo ristorante, estendendola alla loro cerchia di follower, che può essere più o meno estesa. Inoltre, condivideranno volentieri foto e recensioni con il tuo #tag.
Organizza dei contest
Concorsi e quiz sui social media favoriscono la rapida creazione di UGC, e dovrebbero ruotare attorno alla condivisione obbligatoria di post, da selezionare e ripubblicare sulla tua pagina. Si tratta di uno scambio di visibilità reciproco ma, ovviamente, a te va il maggior vantaggio. Questa tecnica, ti permetterà di raggiungere un pubblico via via sempre più ampio, collezionando un gran numero di contenuti, utili anche in futuro.
In conclusione
Anche se a prima vista può sembrare complesso, integrare gli UGC nella tua strategia di marketing, è relativamente semplice. Il tuo unico compito infatti, è quello di continuare a stupire i tuoi ospiti, affinché possano diffondere commenti positivi sulla loro esperienza – che tu dovrai essere bravo/a ad individuare ed utilizzare. E non aver paura di chiedere un feedback, è il miglior modo per crescere.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/burger-app-food-delivery-ui-case-study-tubik-1-e1539640752585.jpg8001200Kevin Feragottohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngKevin Feragotto2020-06-02 11:00:102020-06-01 18:18:02User Generated Content (UGC): un'opportunità per il tuo ristorante
Per raccogliere fondi, sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alla propria mission o reclutare volontari, il lancio di campagne social è diventato fondamentale per le no profit
Spesso le organizzazioni vanificano i propri sforzi digitali per una mancanza di chiarezza negli obiettivi o per una scelta casuale dei canali social, ma con i giusti accorgimenti è possibile raggiungere i risultati sperati
Eventi saltati e raccolta fondi in difficoltà, ma anche bisogni sociali in aumento costante. Le organizzazioni no profit sono obbligate in questo periodo di emergenza sanitaria a trasferire online tutte le proprie attività di sensibilizzazione e fundraising, se vogliono continuare a impegnarsi a favore di cause sociali che spesso l’attuale contesto non fa altro che rendere ancora più urgenti.
In questo scenario, il lancio di campagne social è più che mai una necessità per le organizzazioni no profit. Per raccogliere fondi, sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alla propria mission o reclutare volontari, i social network sono diventati senza dubbio fondamentali.
Ma come fare perché la propria campagna raggiunga davvero i risultati sperati? Ecco otto consigli per lanciare una campagna social di successo per la tua no profit.
1. Chiarisci l’obiettivo della campagna
Sembra scontato? Non lo è per niente. Spesso le organizzazioni no profit (ma anche quelle profit) vanificano le proprie campagne social per una mancanza di chiarezza negli obiettivi della campagna stessa.
Vuoi reclutare nuovi volontari, vendere i tuoi prodotti solidali online, chiedere donazioni, sensibilizzare l’opinione pubblica sulla causa che ti sta a cuore? Meglio un obiettivo chiaro, concreto e ben definito perché gli utenti possano capire subito come possono aiutarti.
2. Scegli il social giusto (e magari anche più di uno)
Non scegliere per moda il social (o, ancora meglio, i social) attraverso il quale lanciare la tua campagna. Chiediti qual è il tuo target e in quale piattaforma puoi trovarlo.
Ricorda che non esiste soltanto Facebook. Cerchi aziende con cui collaborare per attività di cause related marketing? Perché allora non lanciare la tua campagna su LinkedIn?
Infine poniti una domanda essenziale: la presenza della tua organizzazione no profit nel social network prescelto è già sufficientemente consolidata?
Già, inutile girarci attorno: se la tua presenza social non è ancora riconosciuta, apprezzata e seguita da persone già sensibili alla tua mission, dovresti allora porti come primo obiettivo quello dell’awareness.
Al contrario, costruire da zero la propria presenza social solo per lanciare una campagna di altro tipo – ad esempio con l’obiettivo di raccogliere fondi – rischia di essere molto difficile, soprattutto se le tempistiche sono strette e manca un budget adatto a far fronte al problema.
Ricorda: anche se tramite lo schermo di un cellulare o di un pc, hai sempre a che fare con persone in carne e ossa. Per questo, così come nella vita reale, anche nei social network la relazione con gli utenti va prima di tutto coltivata nel tempo.
Hai già una buona fan base, ma poco reattiva? Nelle settimane e nei giorni precedenti il lancio della campagna social, coinvolgila con post caldi ed emozionali che raccontano l’impegno della tua organizzazione no profit e l’impatto positivo che genera sulla vita di tante persone.
Evita immagini fredde e standard scaricate da qualche sito web: scegli foto reali, magari realizzate direttamente dai volontari stessi. Attraverso le immagini e le parole, cerca il più possibile un dialogo diretto, sincero e personale con gli utenti. Insomma, mettici la faccia.
4. Dai spazio alla creatività
Chiariti gli obiettivi, scelti i canali e preparato il pubblico, non ti resta che pensare al contenuto da veicolare. Cerca nel web altre campagne simili alla tua per lasciarti ispirare, ma pensa in modo creativo: cerca soluzioni innovative e soprattutto coinvolgenti che possano prima di tutto incuriosire, emozionare e infine ingaggiare il tuo pubblico. Anche quello che scopre per caso e di fretta la tua campagna, magari attraverso un rapido scroll sul cellulare.
Non dimenticarti che anche una campagna social per no profit ha bisogno di un claim, uno o più contenuti visual e una call to action strettamente collegati tra loro a livello concettuale. A tutti e tre questi elementi e alla loro organicità è necessario prestare la massima attenzione perché la campagna sia recepita in modo chiaro dal tuo pubblico.
Sei indeciso tra più possibilità? Testa video, immagini e copy diversi per scoprire quali ottengono i risultati migliori.
5. Sfrutta tutta la potenzialità dei social network
L’obiettivo della tua campagna social è raccogliere fondi? Ricorda che Facebook permette alle organizzazioni no profit di avviare raccolte direttamente all’interno della propria piattaforma, mentre Instagram metta a disposizione uno sticker specifico proprio per le donazioni.
Vuoi invece sensibilizzare il pubblico sulla causa che ti sta a cuore? Perché non crei un motivo specifico per l’immagine di profilo e inviti gli utenti ad aggiungerlo alla propria? Con Social Good di Facebook è possibile questo e tanto altro.
6. Coinvolgi volontari, stakeholder e influencer
Hai un buon gruppo di volontari e sostenitori su cui puoi sempre contare, almeno offline? Contattali personalmente perché si lascino coinvolgere ora anche online: il loro apporto può essere fondamentale per lanciare la campagna ed espandere la tua audience.
Hai già contatti con stakeholder disponibili a sostenere la tua organizzazione? Segui da tempo influencer che sembrano sensibili alla sua mission? È arrivato il momento di invitarli a diffondere la tua campagna attraverso i loro profili.
7. Invita i sostenitori a diventare promotori
La campagna è partita e la tua audience sembra rispondere con entusiasmo. E adesso? Non finisce qui, ovviamente. Anzi, proprio questo dovrebbe essere un nuovo inizio. Hai pensato che proprio chi ha risposto positivamente alla call to action potrebbe ora diventare promotore dello stesso appello tra i propri contatti?
8. Fidelizza i sostenitori
E ora che la campagna è terminata? È proprio questo il momento in cui consolidare la relazione a lungo termine con i tuoi sostenitori. Dedica al loro ringraziamento la stessa cura con cui hai pensato la campagna. E non dimenticarti di raccontare l’impatto sociale generato dal loro sostegno.
Se riuscirai a fidelizzarli, alla prossima campagna sarà tutto più semplice e il risultato ancora migliore.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/campagna_social_per_no_profit_3.jpg8101296Elisa Bertolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngElisa Bertoli2020-06-01 10:00:452020-06-03 13:04:248 consigli per lanciare una campagna social per la tua no profit
Anche questa settimana abbiamo raccolto le principali notizie dai social, tra chi minaccia di farli chiudere e chi invece ne sfrutta le potenzialità. Dalle feature di Facebook, al double-story Stories feed, dalla app che fa concorrenza a TikTok alla attesissima possibilità di salvare e schedulare tweet da desktop. Queste, e molte altre novità, nella nostra Week In Social.
Dopo Rooms arrivano le ads su IGTV
Dopo il lancio di Messenger Rooms, che ti permette di chattare in video con 50 dei tuoi contatti, questa settimana Instagram annuncia che le inserzioni faranno il loro debutto sulle IGTV. Nella prima fase di sperimentazione, la feature verrà rilasciata a non più di 200 persone e negli States. Le video ads saranno mobile first e non più lunghe di 15 secondi.
Per gli amanti delle Stories: sembra che Instagram stia testando un double-story Stories feed, che potrebbe apparire così.
Non sappiamo con certezza dove e come sarà disponibile il nuovo Stories feed, ma diversi utenti hanno segnalato dei cambiamenti in piattaforma e Instagram ha confermato che sta lavorando per migliorare la Stories experience. Noi ovviamente continueremo a seguirne gli sviluppi.
Nuove funzioni Facebook tra realtà virtuale e musica
Su Facebook nei prossimi giorni saranno in arrivo: CatchUp, Collab e nuovi effetti AR. CatchUp è una app che funziona come Messenger Rooms, ma per messaggi vocali. Quindi, una volta creata la room con i tuoi contatti, potrai vedere quando sono online e scambiare messaggi vocali. Nella app, le conversazioni possono essere di uno a uno o di gruppo.
Collab è una music collaboration app e permette di guardare, registrare e remixare 3 video clip della durata di 15 secondi. In pratica, puoi registrare il tuo clip, metterlo online, cercarne altri, e assemblarli per creare nuova musica e condividerla con i tuoi amici, direttamente nella app, o su Facebook, Instagram, e altri social.
Restando in tema di musica, un’altra novità è l’introduzione di effetti AR su Spark Studio – la nota app per creare filtri per le Ig Stories – che si attivaneranno con la musica e potranno essere usati nelle Instagram e Facebook Stories.
Trump minaccia di far chiudere Twitter
Prima di trattare le ultime novità della piattaforma, non possiamo non parlare di quanto successo tra Twitter e Donal Trump.
La storia è questa: Trump pubblica dei tweet in cui afferma, erroneamente, come le votazioni per posta avrebbero portato a una diffusa frode degli elettori. Twitter interviene facendo apparire sotto i post una scritta a caratteri blu, in bold e con punto esclamativo, che dice: “Scopri i fatti relativi alle votazioni per corrispondenza!”. L’alert porta a una pagina di verifica dei fatti, con ulteriori collegamenti e riassunti di articoli e notizie che smascherano le affermazioni di Trump, ritenute potenzialmente fuorvianti. Non solo non era mai successo nella storia, ma non era mai successo a Trump. E lui come ha reagito? Minacciando di introdurre regolamentazioni alla piattaforma o persino farla chiudere.
Nell’attesa di sapere come andrà a finire lo scontro, ti segnaliamo una nuova funzione: Twitter introdurrà il bottone “alt“ per aggiugere una descrizione testuale sulle foto pubblicate nei tweet.
Zynn, il nuovo competitor di TikTok
E quando tutti credevano che il mondo delle app fosse dominato da TikTok, ecco che arriva un’altra app di short form video. Realizzata, come l’altra, in Cina, si chiama Zynn e pare che stia già scalando la classifica delle app in USA.
Come puoi vedere, immagini, stile e layout sono molto simili a quelle di TikTok. La differenza sta nella possibilità di guadagnare premi in-app guardando video su Zynn e invitando amici all’interno della app. I premi possono essere utilizzati per acquistare articoli nella app, tra cui una serie di buoni regalo per App Store, Walmart, Amazon, ecc. I fondi possono anche essere trasferiti tramite PayPal.
Nuove reaction su LinkedIn?
Su LinkedIn potrebbero presto arrivare nuove reazioni ai post, più in linea con il periodo che stiamo vivendo. Se pensiamo alle 5 reaction aggiunte negli ultimi tempi da LinkedIn, nessuna di loro ha connessioni con il covid-19. Pare che la piattaforma ci stia pensano.
In breve
Chiudiamo la nostra Week in Social con le notizie dell’ultima ora. La prima riguarda Twitter. É la notizia che tutti stavamo aspettando: prossimamente sarà possibile salvare in draft i tweet e schedularli da desktop. Finalmente!
L’ultima novità riguarda TikTok. La app ha annunciato il lancio di #LearnOnTikTok, un programma pensato per incoraggiare l’educazione durante il lockdown. I video educativi daranno consigli su come fare esercizio regolarmente, dormire meglio, fare composizioni floreali e ci saranno persino lezioni sulla vita acquatica.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/05/app-zynn.jpg469944Valentina De Felicehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngValentina De Felice2020-05-30 16:59:482020-06-03 09:36:29Week in Social: dalla nuova app che fa concorrenza a TikTok ai tweet programmati da desktop
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