Tag di prodotto – Social

influencer marketing

Insidie e opportunità dell’Influencer Marketing ai tempi del Coronavirus

  • Nell’emergenza COVID-19, all’aumento della presenza di un pubblico disposto ad ascoltare corrisponde una drastica riduzione delle cose da dire;
  • Oggi le persone sono disposte ad ascoltare solo chi si fa portavoce di valori autentici, chi sfrutta la propria influenza per inviare messaggi di solidarietà, per promuovere iniziative benefiche, o per creare contenuti confortanti.

 

In un momento storico come questo, unico per la nostra generazione, caratterizzato da uno scenario sociale profondamente surreale, cosa può davvero attrarre l’attenzione degli utenti? Su quali punti di attenzione (e influenza) si può davvero capitalizzare?

Partendo da questa riflessione, non è difficile comprendere quanto un settore come quello dell’Influencer Marketing, la cui fortuna deriva fondamentalmente dal binomio emulazione e ispirazione, soffra particolarmente in questo momento di distanziamento sociale. Può sembrare paradossale che, nonostante l’audience sui social sia aumentato considerevolmente in questi giorni di reclusione, un lavoro totalmente digitale come quello dell’influencer possa risentirne.

Eppure, è esattamente quello che sta accadendo: all’aumento della presenza di un pubblico disposto ad ascoltare corrisponde una drastica riduzione delle cose da dire, o meglio, di fronte a una situazione di emergenza nazionale che vede la vita di migliaia di persone messa a repentaglio, nessun argomento sembra abbastanza pertinente.

Fare la differenza per non diventare indifferenti

In un periodo così delicato, dove ogni utente – che da qui in avanti definiremo semplicemente persona – è vulnerabile e teso come una corda di violino, è facile trattare argomentazioni fuori luogo, dare pareri non richiesti o, per fare un esempio, venire criticati per aver cercato di scampare la quarantena volando ai Caraibi o in Colombia. Le interazioni sono tante, ma non si possono monetizzare, le travel blogger non possono viaggiare, le fashion blogger non possono sfoggiare abiti all’ultimo grido in locali modaioli: così, tutto quel mondo patinato e costruito lascia spazio alla profonda desolazione di una popolazione ferita, reclusa, che si è dovuta fermare – e non solo letteralmente – a riflettere sui veri valori della vita.

Ed è solo chi si fa portavoce di valori autentici che merita di essere ascoltato, seguito e condiviso; chi sfrutta la propria influenza per inviare messaggi di solidarietà, per promuovere iniziative benefiche e lo fa gratis. Ancora una volta, è Chiara Ferragni a distinguersi per la sua capacità di ascoltare e capire i bisogni della società, di dare sfoggio al suo capitale più importante – quello umano, parlando alle persone e non agli utenti.

LEGGI ANCHE: Da McDonald’s a Chiquita, i brand cambiano logo per incoraggiare il distanziamento sociale

influencer

Stay-Home Economy

La diffusione del COVID-19 ha spinto ognuno di noi a doversi riadattare a nuovi schemi comportamentali, nuove abitudini d’acquisto e di intrattenimento. La cosiddetta “Stay-Home Economy” ci ha in qualche modo obbligati a digitalizzare anche quei comportamenti che era normale esercitare sul territorio.

Quale sarà il ruolo che gli influencer dovranno ritagliarsi in questo nuovo mondo? Senza dubbio sarà necessario far fronte a una serie di bisogni tutti nuovi, lato consumatori.

La prima cosa da tenere in considerazione è il timore di quale sarà la portata del contraccolpo economico che conseguirà da questa situazione: ci troveremo a dovere fronteggiare un periodo di austerità economica per cui non sarà più efficace promuovere viaggi costosi o stili di vita da star, ma sarà necessario confortare le persone, intrattenerle e cercare, a poco a poco, di ricreare una domanda commisurata al loro potere d’acquisto.

Tuttavia, anche se la maggior parte dei brand è riluttante nell’investire in pubblicità in un momento in cui si può facilmente incorrere in ritardi e intoppi nella produzione e nella reperibilità dei propri prodotti o servizi, è fondamentale mantenere viva una relazione con i propri consumatori. Per questo, i marchi si stanno chiedendo come comunicare in modo intelligente – e, ora più che mai, umano – alle persone.

Ed è qui che gli influencer, in quanto persone prima ancora di essere considerati dei media, possono svolgere un ruolo importante. In qualche modo, gli influencer hanno l’occasione per recuperare valore e credibilità, per rilanciare una comunicazione genuina e quasi familiare, che possa assomigliare più al consiglio di un amico che a una réclame fatta unicamente a scopo di lucro, senza nessun senso critico.

social commerce instagram

Shopping online

L’eCommerce diventa l’unico mezzo disponibile per l’approvvigionamento di beni di varia natura, utili o indispensabili che siano. Nella mente del consumatore fare shopping online slitta dal concetto di “comodità” a quello di “essenzialità”.

Per questo, gli influencer hanno la possibilità di guidare in modo davvero efficace le vendite online, andandosi a sostituire ai mezzi tradizionali di contatto con il consumatore (cartelloni, vetrine, …) e accentrando su di sé in modo inedito tutta la sua attenzione. Per dirlo con una metafora: lo scrolling del nostro feed Instagram si sostituisce alla passeggiata domenicale per le vie dello shopping e così l’Influencer Marketing dovrebbe ritrovare nuova centralità anche nelle strategie.

LEGGI ANCHE: A casa con TikTok: al via le live streaming con artisti e creator

Il segreto dell’Influencer Marketing sta nel contenuto

Adattarsi al cambiamento per l’Influencer Marketing non significa solo sfruttare l’aumento dello shopping online, ma anche tener conto del fatto che, mai come oggi, le persone accedono ai propri social media alla ricerca di contenuti creativi e confortanti, tramite cui poter fuggire dalla realtà. Significa osservare i trend di comportamento che si sviluppano spontaneamente online e cavalcarli: ad esempio, la tendenza a dedicarsi a cucinare manicaretti per allietare la propria permanenza, a tempo ancora indeterminato, tra le mura di casa può essere orientata e influenzata dai food blogger.

Questo tipo di contributo assume un valore che va ben oltre la mera idea del produrre una videoricetta per rispondere a un bisogno temporaneo degli utenti, ma si traduce nell’opportunità di farsi notare in un momento in cui le persone sono iper connesse e, soprattutto, di farsi apprezzare e ricordare.

influencer

Una ricetta ben fatta, ad esempio, avrà buone possibilità di venire salvata in una Raccolta Instagram, insieme al profilo del suo autore, per poi essere ripresa più volte in futuro. Un ottimo esercizio per mantenersi in forma durante la quarantena può essere condiviso con i propri amici, un canale che produce una serie di contenuti di qualità, interessanti per il target a cui parla (ad esempio, dei consigli per una beauty routine da sfruttare in questo periodo di non esposizione a smog e altre sostanze dannose per la pelle), verrà sicuramente tenuto in conto anche una volta che questa situazione peculiare si sarà conclusa.

Insomma, in un momento in cui le persone sono iper-connesse ma più sensibili ai contenuti, la strategia vincente non è necessariamente tacere, bensì rivedere la propria comunicazione, renderla più umana ed empatica, per essere (davvero) ricordati.

week in social

Week in Social: con Facta si potranno verificare le notizie sul Covid-19 e YouTube sfida TikTok

Iniziamo aprile con tanti aggiornamenti direttamente dal mondo dei social: la prima Week in Social del mese risponde presente e vi aggiorna in perfetto stile Ninja.

Facebook propone Facta

Ne abbiamo parlato tante, tantissime volte: Facebook intende andare a fondo sulla questione contrasto alle fake news. Migliaia gli account chiusi e le rilevazioni fatte dal team, ma ora non basta.

Per questo motivo arriva Facta, proprio in questi giorni in cui continuano invadenti le notizie false e allarmanti sul Covid-19. Si tratta di un progetto pilota mirato al fact-checking concentrato su WhatsApp. Un progetto spinto dalle direttive di Agcom per tutelare gli utenti contro la disinformazione sul Coronavirus.  

facebook 100 milioni pmi coronavirus

Come funzionerà? Ogni utente potrà inviare a Facta, tramite WhatsApp, messaggi relativi all’emergenza attuale affinché il fact-checking possa verificarne la veridicità. Tutte le info, vere e false, saranno poi riportate sul sito web di riferimento per poter mettere a tutti di consultarlo.  

Un servizio gratuito e facile da usare: salvate il numero +39 345 6022504 in rubrica ed inviate messaggi o vocali o immagini di dubbia autenticità. Facta farà un lavoro di analisi e risponderà direttamente sul sito Facta News.

Sarà possibile anche richiedere un aggiornamento quotidiano delle notizie già verificate. 

Facebook (ri)lancia Messenger

Ma come, direte voi, non esisteva già?

Sì, ma ecco la novità: Messenger arriva sia su Mac che su Windows con un’applicazione tutta sua. Sono passati molti mesi da quando lo avevamo annunciato e quei test e quelle indiscrezioni che sembrano non arrivare mai, alla fine si rivelano concreti. 

Accade perché in tempi di quarantena sono triplicati gli accessi alle piattaforme per videochiamate come accaduto per Zoom e poter implementare anche questa funzione per Facebook si tradurrà in maggiori accessi e utenze.

Facebook Messenger, il decalogo per il customer service

 YouTube sfida TikTok

“Secondo quanto riferito da diverse The Information, YouTube sta pianificando di lanciare un’applicazione in-app rivale di TikTok per la condivisione di video virali. Si chiamerà Shorts e dovrebbe arrivare prima della fine del 2020.

La feature dovrebbe vivere all’interno della stessa applicazione mobile esistente di YouTube. A quanto è dato di capire, sembra che la funzionalità si ispiri al concetto di TikTok: un feed di video super-brevi che fungono da alternativa a vlog e clip più lunghi che appaiono su YouTube.”

YouTube-TikTok

La scelta di mantenere i video all’interno dell’app madre, permetterà agli utenti di sfruttare la vasta libreria di musica e colonne sonore su licenza della piattaforma.

Per approfondire la news, l’articolo di Ninja Marketing: YouTube vuole lanciare una sua applicazione in risposta a TikTok

Twitter e i fake sul social

Sono tutti dalla stessa parte: i social si battono puntualmente per garantire notizie vere e account reali. Anche Twitter, non è da meno.

Twitter ha infatti eliminato oltre 20 mila account falsi relativi alla comunicazione dei governi di cinque paesi: Arabia Saudita, Serbia, Egitto, Honduras e Indonesia. 

Le altre notizie dai social, in breve

Whatsapp, Facebook ed Instagram in down da più giorni: se pensate che il problema sia solo vostro, tranquilli. Impossibilità di pubblicare e caricare le pagine: o una modifica del sistema o un sovraccarico delle piattaforme.

Medici e TikTok: chi ha detto che è un social per giovanissimi? I medici americani hanno deciso di informare i cittadini in modo semplice e significativo: inviando informazioni tramite TikTok.

Social Media: ecco come li usano le diverse generazioni

  • Dai baby boomer alla generazione Y, fino ai post millennial: come cambia l’uso dei social media, generazione per generazione
  • Le generazioni Y e Z sono più reattive al fascino delle celebrities sui social rispetto non solo ai baby boomers ma anche alla generazione X

 

Li usiamo tutti per informarci, intrattenerci, per farci i fatti degli altri, per guardare foto e viaggiare con la mente, per saperne di più su qualcuno, per pubblicizzare noi stessi e la nostra azienda. I social media sono entrati a far parte della vita di ognuno di noi in modi e tempi differenti. L’uso dei social varia, infatti, da generazione in generazione. Ogni fascia generazionale introietta caratteristiche e potenzialità dei social in modo personale e soggettivo.

La percezione del sé, rispetto ai contenuti di cui fruiamo quotidianamente attraverso i social, varia, in particolar modo, se parliamo dei baby boomer e delle generazioni Y e Z.

Baby boomer, generazione Y e post millennial: chi sono?

  • I baby boomer, nati tra gli anni ’40 e gli anni ’60, sono i cosiddetti “immigrati digitali” , secondo la definizione del 2001 di Marc Pensky. Coloro che non sono nati “immersi” nelle nuove tecnologie e che hanno imparato ad utilizzare da adulti, cioè quando coscienza critica, percezione del sé e identità erano già formate da un pezzo.
  • La generazione Y, invece, comprende i nati tra gli anni ’80 e il 2000 ed è rappresentata dai “nativi digitali” – sempre secondo Prensky – i figli delle nuove tecnologie, eternamente connessi.
  • La generazione Z è quella dei post millennial, dei nati dopo il 2000, iperconnessa e multimediale.

Ciò che accomuna la generazione Z e la generazione Y e ciò che differenzia queste due da quella dei baby boomer è, sicuramente, il rapporto con le nuove tecnologie e quindi con i social media.

LEGGI ANCHE: Cosa significa Street Culture e come fa un brand a parlare con le nuove generazioni

millennials

Generazioni social: strumenti o veicoli d’informazione

La differenza sostanziale nell’uso dei social  da generazione in generazione è la percezione, che va da “strumenti” di informazione a “veicoli” di informazione. Sì, perché se per alcuni informarsi tramite i social significa che i social in sé forniscono il contenuto dell’informazione, la realtà è ben diversa. I social sono piattaforme che riempiamo con ciò che vogliamo, ciò che ci piace e ciò che è più vicino ai nostri modi di pensare. Le pagine d’informazione, ad esempio, sono diverse da utente a utente, in base a quelle che si preferisce seguire. Di conseguenza, anche le informazioni saranno – tendenzialmente e pressappoco – diverse.

La generazione dei baby boomer – mediamente, s’intende – tende ad interpretare i social network come fonti informative a cui fornisce una fiducia e una credibilità molto elevata. Questo deriva dal fatto che avendo imparato ad utilizzarli successivamente, non riescono a “governarli” nella loro totalità e il loro utilizzo diventa, quasi, un gioco forza tra piattaforma e utente.

Le generazioni Y e Z, invece, – sempre mediamente – riescono ad avere un quadro più completo del luogo digitale dove si trovano, percependo come fonte non il social network in generale, ma la pagina o l’utente che pubblica il contenuto.

Si tratta di un problema – o meglio di una variazione – della percezione.

Instagram VS Facebook

Le nuove generazioni – gli under 23, soprattutto – si stanno spostando in massa su Instagram, questo è chiaro. Fino a qualche anno fa, Facebook era il social network più utilizzato. Oggi la differenza è netta: generazione Y e Z sono su Instagram, i baby boomer sono su Facebook.

Secondo Marketing Charts, le generazioni adottano comportamenti differenti sui social. In particolare, i baby boomer hanno un comportamento meno interattivo: pubblicano foto e post, non allo scopo di “chiacchierare” con gli altri utenti. Millennial e post millennial, invece, tendono ad usare i social per interagire.

Influencer marketing ed eCommerce

Il concetto di influencer è molto più familiare alle nuove generazioni, per questo esse sono più sensibili all’influencer marketing. In particolare, le generazioni Y e Z sono più reattive al fascino delle celebrities sui social rispetto non solo ai baby boomers ma anche alla generazione X.

Invece, per quanto riguarda gli acquisti online – come accadde per la nascita della Pepsi Generation, pensata preventivamente per i baby boomer di domani – si potrebbe pensare che siano ancora loro ad avere maggiori risorse per acquistare. Eppure, i baby boomer non si lasciano andare agli acquisti tramite eCommerce che guardano ancora non proprio di buon occhio e rimangono ancorati ai negozi fisici.

I giovani, nonostante non dispongano di grandi risorse economiche, rappresentano il principale target di chi fa vendita online.

Ancora una volta, ciò che traspare è il valore dell’interattività. Quell’interattività che differenzia, in sostanza, il comportamento dei baby boomers sui social da quello delle generazioni dei millennial e post millennial.

La musica del mondo è nella tua tasca!

YouTube vuole lanciare una sua applicazione in risposta a TikTok

  • YouTube sta pianificando il lancio di una funzione di condivisione video di breve durata entro la fine del 2020;
  • La funzione, chiamata “Shorts”, vivrà come un feed all’interno dell’applicazione mobile di YouTube esistente, il che significa che gli utenti potranno utilizzare la musica e le canzoni di YouTube su licenza;
  • TikTok si avvicina ai 2 miliardi di download in tutto il mondo. L’app è esplosa in popolarità e influenza, soprattutto come piattaforma per la Generazione Z basata sulla creatività e sulla community.

 

Secondo quanto riferito da diverse The Infrmation, YouTube sta pianificando di lanciare un’applicazione in-app rivale di TikTok per la condivisione di video virali. Si chiamerà Shorts e dovrebbe arrivare prima della fine del 2020.

La feature dovrebbe vivere all’interno della stessa applicazione mobile esistente di YouTube. A quanto è dato di capire, sembra che la funzionalità si ispiri al concetto di TikTok: un feed di video super-brevi che fungono da alternativa a vlog e clip più lunghi che appaiono su YouTube.

Con quasi 2 miliardi di download, TikTok è diventato il palcoscenico per la creatività da quando è stato lanciato nel settembre 2017. Meno di un anno dopo la piattaforma ha debutatto negli Stati Uniti, dove è diventato subito un must per i creator, che sentivano la mancanza di uno strumento simile a Vine dopo la decisione di Twitter ne aveva deciso la chiusura nel 2016.

Oggi quei video brevi, con la loro capacità di adattarsi ai temi più svariati, dal beauty alla salute, dall’intrattenimento all’educational, iniziano a rappresentare una vera e propria minaccia per YouTube, la condivisione di condivisione video più longeva.

LEGGI ANCHE: A casa con TikTok: al via le live streaming con artisti e creator

YouTube-TikTok

Come funzionerà la feature di YouTube

La scelta di mantenere i video all’interno dell’app madre, permetterà agli utenti di sfruttare la vasta libreria di musica e colonne sonore su licenza della piattaforma.

Ciò significa anche che YouTube non dovrà convincere gli utenti a scaricare un’altra app sui loro telefoni per utilizzare Shorts, e i creator che hanno accumulato milioni di iscritti sui canali YouTube esistenti non dovranno convincere la loro fanbase a migrare verso un’altra app per avere più contenuti.

YouTube Smartphone

Tutti alla rincorsa di TikTok

Altre aziende e startup con sede negli Stati Uniti hanno fatto diversi tentativi con le proprie app per imitare TikTok, ma nessuna è riuscita a raggiungere il livello di popolarità che TikTok ha raggiunto e sta continuando a costruire.

Anche Facebook ha rilasciato un concorrente di TikTok nel novembre 2018, Lasso, ma senza troppo clamore dal suo debutto. Il cofondatore di Vine ha lanciato un’app chiamata Byte all’inizio del 2020, che ha visto un certo successo iniziale nei numeri di download, ma non ha ancora dato vita a stelle di internet o a meme virali.

tedtalks

5 TED Talks da guardare se sei un Social Media Manager

  • Approfitta di questa pausa forzata e concentrati su come puoi migliorare il modo di lavorare online, creando giuste strategie
  • Ecco i 5 TED Talks che non puoi assolutamente perdere

 

Abbiamo selezionato cinque TED Talks che potranno ispirare e donare un po’ di ispirazione per sfruttare a pieno il vero potenziale dei social media, soprattutto in questi giorni sospesi, in cui ci ritroviamo a casa a dover fronteggiare una crisi, consigliare i clienti, gestire giorno per giorno le nostre attività, trasformando il nostro lavoro.

Può essere interessante, oggi forse più che mai, usare il nostro nuovo tempo libero per la formazione, per lavorare sul domani, pensare alla ripartenza e a cosa fare dopo, quando speriamo inizieremo a lasciarci piano piano tutto alle spalle. Ripensare al valore e al ruolo dei social media nella società.

A cosa dovrebbe prestare attenzione un social media marketer per migliorare il suo modo di lavorare online? Come riflettere sulle difficoltà e trovare soluzioni efficaci per le proprie strategie? Vediamo insieme i TED Talks che ci potranno aiutare a trovare delle risposte.

1. Veronica Civiero: “How social media can share energy”

LEGGI ANCHE: Come cambia il ruolo del social media manager in situazioni di emergenza.

Docente di digital marketing e social media nelle principali università italiane, Verona Civiero lavora per Facebook. Ha strutturato la sua strategy sulla forza positiva dei social media, considerati come veicoli di energia, forza, tenacia e resilienza.

In una realtà virtuale sempre più inquinata da fake news, pubblicità, haters e cyberbullismo, Veronica ci mostra in che modo e quanto questa vicinanza virtuale possa fare la differenza nel mondo offline. Facebook ha ridotto i 6 gradi di separazione della teoria di Frigyes Karinthy a 3,5. Oggi più che mai questo Talk risulta attuale.

2. Jennifer Golbeck: “Your social media likes expose more than you think”

Jennifer  Goldbeck è un’esperta di informatica capace di creare modelli per predire varie caratteristiche su tutto ciò di cui condividiamo dati e informazioni sui social media. L’interpretazione di questi dati si usa per semplificare il modo in cui gli utenti interagiscono fra loro, ma anche per scopi meno altruistici, senza che gli utenti abbiano alcun controllo. Si possono prevedere le preferenze politiche, il tipo di personalità, il genere, l’orientamento sessuale ecc.

Come i video virali, anche i “mi piace” si diffondono e contagiano altri utenti come una malattia grazie alla teoria sociologica dell’omofilia e ad altre teorie del comportamento. Qualcuno è in grado di ottenere molte informazioni su di noi. Non è forse arrivato il momento di segnalare agli utenti il rischio delle proprie scelte di  condivisione di certi dati e renderli consapevoli sul potere che hanno aziende come Facebook sulle nostre vite?

3. Ruby Bandiera: “Le 7 regole per vivere online”

Autore di libri su innovazione, tecnologia e comunicazione, Rudy Bandiera spiega come ottimizzare la propria presenza online. Siamo tutti online, ma siamo sicuri di conoscere le regole educative comuni per viverci bene?

L’effetto della disibinizione online permette di non sentirsi stressati nell’insultare e diffamare altre persone online, cosa che non sarebbe possibile fare dal vivo. Come ci possiamo proteggere da questi fenomeni? È importante curarsi di ciò che pensano gli altri ma solo di ciò che non giudica. Da questo assioma Bandiera declinca 7 regole per comunicare online in modo consapevole, educato ed efficace per i propri obiettivi, focalizzandosi sull’offrire un’esperienza positiva invece che chiedere qualcosa in cambio.

4. Simon Sinek: “How great leader inspire action”

Lo scrittore e saggista Simon Sinek affronta la questione della comunicazione online codificando il modello del cerchio d’oro, ossia il modo di agire e di comunicare dei grandi leader mondiali. Esso è diviso in tre aree come nella sezione di un cervello umano. Spesso le aziende e i leader comunicano spiegando cosa producono, poi come lo fanno e infine perché, mentre per essere efficaci è importante partire dal motivo per cui facciamo ciò che facciamo, che stimola direttamente la parte più antica del nostro cervello, che guarda caso si trova all’interno: il sistema limbico.

Questo è colui che ci fa prendere decisioni, ma non si esprime con il nostro linguaggio razionale. Le persone compreranno i nostri prodotti o servizi ispirati da ciò in cui crediamo e ci seguiranno più per la nostra capacità di essere guide ispirate da un sogno e da una forte fede piuttosto che leader con un piano preciso, ottime qualifiche e lauti finanziamenti.

LEGGI ANCHE: 7 Ted Talks che ogni social media marketer dovrebbe seguire

5. Raffaele Gaito: “Il segreto del successo è la pazienza”

In questo periodo di quarantena, forse potrà risultare utile rispolverare un’antica virtù: la pazienza. Il digitale, infatti, sembra averci portati a rincorrere la cosiddetta gratificazione istantanea, seguita spesso nei più giovani da problemi di scarsa autostima e scarsa capacità di attenzione. In questo ultimo video Raffaele Gaito, imprenditore digitale, punta i riflettori sull’arte della pazienza: la qualità che ci aiuterà a contrastare la smania di velocità e di scorciatoie verso il successo, che i social media sembrano aver più o meno consapevolmente alimentato.

Essa ci donerà 4 vantaggi, che speriamo potranno tornarci utili quando tutto questo sarà finito:

  • la tolleranza verso i propri errori;
  • il tempo per innamorarci del processo (lavorativamente parlando e sì, anche quello da casa);
  • la riflessione adeguata per prendere decisioni ponderate e
  • qualche lezione da imparare e portare con sé nel porci obiettivi a lungo termine.

Bonus TED Talks

Ma non poteva terminare qui questo elenco. Perché il mondo dei social media manager è un universo complesso, che non si ferma alle piattaforme e a come utilizzarle, ma spazia dalle visioni sul futuro delle tecnologie a quelle sul marketing e sulla sua evoluzione. Ecco perché abbiamo voluto aggiungere a questa lista altri due contenuti davvero Ninja.

Adele Savarese: “Onde Esponenziali”

Mirko Pallera: “Il nuovo paradigma del marketing trans-personale”

tiktok live at home

A casa con TikTok: al via le live streaming con artisti e creator

  • Un programma di dirette quotidiane su TikTok: appuntamento tutte le sere alle ore 18.00;
  • Tanti creator popolari, tra cui Elisa Maino e Gabriele Vagnato e gli special guest Mahmood, Francesca Michielin e Ghali.

 

Tutti a casa, ma tutti connessi per fare quattro chiacchiere con i propri beniamini. Questo è quello che accade su TikTok, tutte le sere alle 18.00.

La piattaforma punta ad accorciare le distanze portando allegria e creatività, grazie a un programma di dirette intitolato “A casa con TikTok” che vede la partecipazione dei creator più popolari e artisti.

L’iniziativa, inaugurata con Cecilia Cantarano, prosegue con un ricco e variegato palinsesto che vede numerosi ospiti tra cui, come special guest di oggi lunedì 30 marzo, il cantante Mahmood e, il 2 aprile, Ghali.

LEGGI ANCHE: TikTok e Coronavirus: il social informa su come prevenire il contagio con una connessione con le istituzioni

tiktok

Cosa succede a casa con TikTok

Musica, make-up, intrattenimento, ma anche sport e fashion. Questi i temi delle live serali, che daranno occasione agli utenti di avvicinarsi a top creator e cantanti, porre loro domande e chiedere consigli.

Ad alternarsi ai creator, anche i principali artisti musicali della scena italiana. Tutti presenti attivamente su TikTok, i cantanti si presteranno per una chiacchierata informale e intima con i loro fan.

Altra coppia, questa volta di innamorati, saranno gli ospiti delle live di martedì 31 e mercoledì 1 aprile. Virginia Montemaggi intratterrà i suoi oltre 4 milioni di follower con un fashion tutorial; training session invece sotto la guida di Vincenzo Cairo. L’intrattenimento torna venerdì 3 aprile con Gabriele Vagnato e la stand-up comedy: si preannunciano sketch ad alto tasso di ironia. Il fine settimana, vede la top creator con quasi 5 milioni di follower Elisa Maino con un make-up tutorial; domenica 5 aprile sarà Vincenzo Tedesco, da sempre noto per la sua travolgente allegria e spontaneità, a chiudere le dirette.

LEGGI ANCHE: TikTok Challenge: Salt e Coronavirus, le due sfide che preoccupano medici e genitori

I trend del social

La community ha risposto con entusiasmo e partecipazione, arrivando puntuale al rendez-vous con la creatività. A casa con TikTok è andata ad aggiungersi agli altri trend nati spontaneamente in queste ultime settimane sulla piattaforma per avvicinare le persone e creare momenti di allegria in perfetto stile TikTok.

Trainate dall’hashtag #iorestoacasa – con oltre 640.000 contenuti creati e oltre 950 milioni di visualizzazioni – si sono aggiunti #lavatilemani, #distantimauniti, #andràtuttobene, #plankchallenge e #smartworking, oltre alle risorse a disposizione delle community di TikTok in merito all’emergenza Coronavirus.

a casa con tiktok

Qui il programma dei prossimi giorni:

Lunedì 30 marzo
Mahmood – Q&A musica

Martedì 31 marzo
Virginia Montemaggi – Fashion tutorial

Mercoledì 1 aprile
Vincenzo Cairo – Fitness

Giovedì 2 aprile
Ghali – Q&A musica

Venerdì 3 aprile
Gabriele Vagnato – Comedy

Sabato 4 aprile
Elisa Maino – Make-up tutorial

Domenica 5 aprile
Vincenzo Tedesco – Intrattenimento

Il programma di live streaming è attivo anche in altri Paesi in cui la piattaforma è presente tra cui Inghilterra con #HouseofTikTok, Australia e Stati Uniti con l’hashtag ufficiale #HappyAtHome.

week in social

Week in Social: una quarantena tra lotta alla disinformazione e intrattenimento

Anche questa settimana i social si sono attivati, ognuno a modo proprio, per contrastare la disinformazione sul coronavirus, e non solo.

Torna, puntuale come ogni settimana, la nostra Week in Social. Vediamo insieme cosa è accaduto negli ultimi giorni.

Twitter supporta il giornalismo

Mentre Twitter sta registrando un aumento di utenti in piattaforma, dall’altra parte, a causa del COVID-19, il numero dei moderatori è diminuito. Per cui il social si affiderà sempre più a tool automatici per monitorare i contenuti, almeno finchè l’attuale situazione non tornerà alla normalità.

Nel frattempo, pensando a uno dei settori che rischia di essere colpito duramente dall’attuale crisi, decide di devolvere 1 milione di dollari a due organizzazioni chiave nel campo del giornalismo.

Facebook contro la disinformazione

Sono molte le misure che Facebook sta prendendo per supportare utenti e aziende.

Intanto, offrirà assistenza gratuita alle agenzie sanitarie che desiderano utilizzare Messenger per diffondere informazioni sul COVID-19.

week in social
Continua la sua battaglia alla disinformazione, per far si che i 2,89 miliardi di persone che accedono alle sue app ogni mese, ricevano informazioni tempestive e accurate sulla pandemia in evoluzione.

Nel frattempo, Zuckerberg prova a espandere la sua presenza in India.

LEGGI ANCHE: TikTok Challenge: Salt e Coronavirus, le due sfide che preoccupano medici e genitori

Instagram lancia lo sticker Stay Home e il Co-watching

Mentre da pochi giorni è arrivato lo sticker “Stay home“, Instagram lancia un nuovo modo per permettere alle persone di restare in contatto online, nonostante la quarantena. È in arrivo la funzione ‘Co-Watching‘, che permetterà agli utenti di restare connessi tramite video, scorrere insieme il news feed, e condividere i contenuti più interessanti.

social network

Non avrai accesso al tuo regolare news feed durante la videochat, ma sarà comunque un modo divertente per commentare insieme foto e video.

Notizia delle ultime ore: Instagram sta testando una nuova opzione per promuovere la vendita di buoni regalo o fare donazioni tramite il profilo aziendale. Si chiamerà “Link“.

TikTok e Snapchat, tra entertainment e donazioni

In seguito alla partnership annunciata di recente con l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), TikTok si è impegnata a donare 10 milioni di dollari all’OMS per aiutare i suoi sforzi in risposta al coronavirus.

Mentre Snapchat aggiunge:

  • una sezione dedicata agli aggiornamenti sul COVID-19.
  • un proprio canale dedicato alle informazioni sul COVID-19 chiamato “Coronavirus: Slow the Spread“, per evidenziare  i messaggi ufficiali sull’epidemia e condividere stories su come gli utenti stanno affrontando i cambiamenti delle ultime settimane.
  • un nuovo gioco AR, per dissipare alcuni dei più comuni miti sul coronavirus.- una risorsa chiamata “Here For You“, per fornire assistenza agli utenti della piattaforma.

Su Pinterest arriva “Today”

In un momento come questo, in cui trascorriamo tutti molto tempo in casa, Pinterest ha pensato bene fosse utile lancire un nuovo tool. Arriva “Today“, che raccoglierà tutti gli ultimissimi trend. Today mostrerà anche informazioni sul Covid-19, almeno inizialmente.
E anche per questa settimana, dal mondo dei social è tutto.

Stay home. Stay inspired.

leggereacasa iniziative case editrici

#Leggereacasa ai tempi del COVID-19: i libri da leggere e le iniziative solidali delle case editrici

  • Le case editrici si stanno mobilitando per offrire accesso gratuito e sconti, con le iniziative che invitano a #leggereacasa
  • L’editoria riscopre la centralità del tempo nella lettura, in qualsiasi formato
  • Ecco un elenco (temporaneo) di libri gratuiti e scontati!

 

Dalla Solidarietà Digitale all’accesso gratuito e agli sconti dedicati ai lettori, l’editoria diventa un porto sicuro nel quale rifugiarsi, che accoglie lettori deboli e forti che sentono il bisogno di leggere, senza distinzione di formato, contenuto e lingua. I libri diventano una cura alla quarantena con un hashtag che invita a “leggere a casa”.

Leggere è la cura?

Probabilmente, un lettore forte non avrebbe avuto bisogno di una pandemia per riflettere sul potere terapeutico dei libri. Il Covid-19, però, ha sconvolto le nostre vite e ha reso sospeso il tempo che trascorriamo in casa, ridefinendo le nostre giornate e la routine quotidiana.

Per mitigare il senso di solitudine, la noia e le difficoltà che la diffusione del virus ha disseminato anche nelle nostre anime, è possibile attingere alla piattaforma Solidarietà Digitale del Ministero per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, nella quale molte aziende italiane mettono a disposizione i propri prodotti o servizi in modo grauito.

LEGGI ANCHE: #IoRestoaCasa: ecco le risorse gratuite messe a disposizione dalle aziende italiane per l’emergenza Coronavirus

Dalle prime pubblicazioni de Il Maggio dei Libri, una campagna ideata nel 2011 dal Centro per il libro e la lettura, si sono moltiplicate in rete innumerevoli iniziative che hanno sottolineato il potere salvifico della lettura come uno strumento utile alla riflessione e alla crescita.

Oggi, tutte le case editrici stanno incoraggiando i propri lettori a non uscire, per poter #leggereacasa.

libri editoria iniziative quarantena

Leggere a casa: tutte le iniziative

Dai libri gratuiti agli sconti degli store online come IBS (dove è possibile acquistare ebook e libri cartacei con sconti fino al 45%), Bookrepublic (con #ioleggoacasa… gratis, concedendo un ebook gratuito fino al 5 aprile) e Mondadori Store (spese di spedizione gratuite), la scelta spazia dai classici ai temi di attualità, con le iniziative solidali di grandi catene e piccole case editrici.

Mondadori ha anche lanciato un bello spot, Io esco con la fantasia, per ricordare – con tono positivo e strappando anche un sorriso – che leggere permette di crescere e liberare la mente. Tra le pagine di un libro si possono vivere infinite storie senza uscire di casa, come recita l’hashtag che firma il progetto: #IoEscoConLaFantasia.

Tra i primi grandi marchi della filiera editoriale a scendere in campo (digitale) si schiera Mondadori con un ebook gratuito a scelta nel vasto catalogo e il Gruppo Feltrinelli che lancia l’iniziativa #leggiamoacasa: una sorta di palinsesto editoriale in onda sugli account social del gruppo, per veicolare non solo titoli in sconto ma anche eventi online, consigli di lettura e presentazioni in compagnia di libri e autori.

#leggiamoacasa_IBS

Mentre le Edizioni E/O rendono gratuito il download di alcuni ebook (come “Vita su un pianeta nervoso” di Matt Haig), la casa editrice Adelphi rende disponibile, attraverso l’iscrizione alla newsletter, il titolo“In cerca di guai” di Mark Twain e altri ebook a scelta tra Moby Dick” di Hermann Melville o Suite francese” di Irene Némirovsky.

Il Saggiatore consente di scaricare gratis un ebook con cadenza regolare e anche Add Editore offre libri in sconto fino al 5 aprile, con una scelta di titoli dedicati soprattutto alla riflessione di temi come il tempo, l’attesa, l’ascolto e la solidarietà.

Sempre fino al 5 aprile sarà possibile acquistare anche gli ebook scontati di NN Editore: la casa editrice milanese si è unita all’inziativa #ioleggoacasa di Bookrepublic.

Las Vegas Edizioni racconta il titolo del giorno attraverso le stories dei propri account social e consente di scaricare quotidianamente un ebook gratuito fino al 3 aprile.

LEGGI ANCHE: L’editoria (digitale e non) che comunica con i filtri di Instagram e crea campagne con i book influencer

Ai lettori più piccoli ci ha pensato Gallucci, che ha reso disponibile una selezione di ebook gratuiti.

L’Orma Editore, invece, propone una “passeggiata letteraria” per scaricare liberamente i libri digitali dal loro sito web, con un calendario di pubblicazioni da leggere tenendo lo stesso passo, insieme.

All’appello solidale risponde anche Bao Publishing con #Iostoacasaconbao, offrendo un prezzo scontato (e fisso su tutti gli store) per alcuni titoli in formato digitale: la lista completa può essere consultata negli account social ufficiali.

Una pioggia di fumetti anche da Sergio Bonelli Editore che, dal 23 marzo al 4 aprile, propone l’inziativa “un Bonelli al giorno” ai propri lettori per poter scaricare un nuovo fumetto gratuito ogni 24 ore.

Coconino, invece, ricorre alla piattaforma Issuu per rendere la fruizione dei titoli completamente gratuita con il progetto solidale “Una quarantena di fumetti”.

Se la quarantena diventa un’opportunità per riscoprire le piccole cose, anche per la filiera editoriale diventa un’occasione per rendere visibile l’operato delle piccole case editrici. Anche queste ultime, infatti, stanno attingendo ai propri cataloghi per rendere accessibili i propri titoli ai lettori, come Cartabianca Publishing che presenta i libri gratuiti come un “antivirus”, offrendo una copia di uno degli ebook a scelta dal proprio catalogo (la richiesta può essere effettuata attraverso l’invio di una mail o compilando il form nel sito web).

leggere libri in quarantena

Ebook a scelta su richiesta anche dal catalogo Bibliotheka Edizioni, consultando il sito web della casa editrice e inviando un’email per indicare il titolo scelto.

Tra le altre piccole case editrici, anche Cliquot – che regalerà fino al 25 marzo l’ebook Il cavaliere con gli stivali azzurri” di Rosalía De Castro – e La Nuova Frontiera – con l’invio di tre racconti gratuiti attraverso l’iscrizione alla newsletter dal 15 al 29 marzo e le spese di spedizione gratuite per gli acquisti effettuati sul sito web. Invece, Intra Moeniacasa editrice e caffè letterario di Napoli – dedica una sezione del proprio sito web ai libri gratuiti, fruibili e scaricabili (in pdf) alla voce di menu #leggiamoacasa.

La casa editrice bookabook ha raccolto l’appello solidale regalando un libro digitale gratuito: i lettori possono scegliere l’ebook e scaricarlo gratuitamente inserendo un codice dedicato al momento dell’acquisto, fino al 3 aprile.

La Rai dà il suo contributo con Rai Cultura, per dimostrare che “la letteratura non si ferma” riunendo contenuti, speciali e approfondimenti su scrittori ed eventi dedicati all’editoria.

Alcune iniziative mostrano il lato più concreto della solidarietà, come quella di Castelvecchi: con la pubblicazione del titolo “Coronavirus” (a cura di Benedetta Moro), la casa editrice risponde alle domande sul Covid-19 attraverso le parole dell’autrice Maria Capobianchi, direttrice dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, la prima biologa italiana ad aver isolato il virus. Un volume che prova a fare chiarezza sulle prime nozioni acquisite dalla scienza sul virus e che mira a sostenere la ricerca devolvendo i diritti d’autore del volume al laboratorio di Virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma.

libri quarantena editoria

La campagna #IoLeggoaCasa promossa da VisVerbi: i giornalisti italiani raccontano le proprie letture

Restiamo a casa e creiamo un dibattito culturale in rete. Questo l’obiettivo della campagna #ioleggoacasa lanciata da VisVerbi, società milanese di strategie di comunicazione diretta da Barbara Castorina e Valentina Fontana, che da anni promuove D’Autore, circuito di rassegne culturali estive realizzate a Ponza, in Liguria e sul Lago di Garda.

L’iniziativa sta coinvolgendo numerosi giornalisti e personaggi dello spettacolo da Gianluigi Nuzzi a Veronica Gentili, Serena Bortone, Alessandro Giuli, Pierluigi Battista, Chiara Maci e Filippo La Mantia, Gianluigi Paragone, Simona Ventura e Giovanni Terzi, Francesca Cheyenne, Alessandro Bonan, Sabrina Scampini, Roberto Parodi e tanti altri.

Perché la cultura unisce ed ora più che mai abbiamo bisogno di sentirci una comunità.

Sulla pagina Facebook e Instagram di D’Autore vengono pubblicati foto e video di giornalisti che consigliano libri e letture. Un modo per incontrarsi virtualmente in un club del libro aperto a tutti.

“Sí, viaggiare…” con un libro

“Books are the plane, and the train, and the road. They are the destination, and the journey. They are home.”

L’autrice e giornalista Anna Quindlen ha utilizzato queste parole in “How Reading Changed My Life” per descrivere i libri che si trasformano in passaporti, porte e ponti, che ci consentono di viaggiare ancora, anche durante la quarantena.

Lonely Planet deve aver pensato proprio ai viaggiatori incalliti nella realizzazione della sua ultima guida home made che invita, con un copy ironico, a restare fermi in casa e a scaricare gratuitamente “Viaggiare in poltrona”, il volume che guida il lettore in una selezione di film, libri e canzoni che possono trasportarci in luoghi lontani, pur restando in casa.

Per viaggiare ancora con le storie, possiamo anche indossare le cuffie e ascoltare gli audiolibri gratuiti su Audible – la piattaforma di Amazon – o attingendo al podcast gratuito “Storie dalla quarantena” realizzato da Letizia Bravi per Storytel disponibile anche su tutte le piattaforme free, come Spotify e Spreaker.

Per un’editoria senza confini, i poliglotti più curiosi possono attingere al repertorio reso accessibile gratuitamente dall’Unesco, con una fruizione gratuita di centinaia di libri, documenti e materiali fotografici della World Digital Library.

Chi, invece, vuole sfruttare il tempo a disposizione per imparare una nuova lingua, può attingere alle risorse gratuite di Zanichelli, che aderisce alle iniziative di solidarietà digitale rendendo disponibili per 90 giorni cinque dizionari (in italiano, inglese, Francese, tedesco e spagnolo).

libri da leggere in quarantena coronavirus

Risorse, tempo e blocco del lettore in quarantena

Le case editrici hanno risposto all’appello della solidarietà digitale rendendo più accessibili o, addirittura, gratuiti i propri cataloghi. A questa quantità di risorse disponibili si contrappone, però, un paradosso vissuto da alcuni lettori in quarantena che stanno sperimentando l’impossibilità di leggere.

Deconcentrazione, indolenza, una sorta di “blocco” che contrasta con l’amore per la lettura, che sembra non rappresentare più un sollievo e un rifugio in questo momento difficile.

Per tutti questi lettori non esiste un antidoto né un rimedio, perché non esiste nessuna “sindrome” che possa descrivere questi momenti durante i quali la lettura diventa un’azione ostica. Bisogna ritrovare il proprio ritmo, rispettare i propri tempi e avere pazienza, anche quando non riusciamo più a trovare risposte o conforto nei libri. Anche la quarantena ci sta insegnando che l’unico modo per comprendere le sensazioni contrastanti è affrontarle, accoglierle, darsi del tempo per analizzarle.

libri quarentena per i più piccoli

Tutti i libri che non abbiamo letto: il tempo per leggere

Questa lista non ha alcun intento esaustivo ed è solo un piccolo contributo per rendere la quarantena un punto di partenza per tutti i viaggi che vorremmo fare, tutte le storie che ci piacerebbe condividere e tutta la bellezza che un giorno ritroveremo anche fuori dalle nostre case e non solo dentro di noi.

Fino ad allora, potremo interrompere l’isolamento rifugiandoci in un libro, nel formato e nelle lingue che preferiamo, cercando un ritmo diverso di una nuova realtà nel tempo dilatato della letteratura.

“Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile dire qualche parola ragionevole.” Goethe

tiktok challenge

TikTok Challenge: Salt e Coronavirus, le due sfide che preoccupano medici e genitori

  • Sono tante le “sfide” che si susseguono sul social preferito dalla Gen Z: la “Salt Challenge”, vede gli adolescenti versare il sale direttamente in bocca dal contenitore; partito dagli Stati Uniti, anche il #Coronaviruschallenge ha raccolto sempre più video;
  • Si tratta di pratiche preoccupanti non solo per i genitori di questi ragazzi, ma anche per il social, che in questo periodo ha messo in campo diverse armi per combattere la disinformazione sulla pandemia.

 

Dagli uomini che intingono parti del corpo nella salsa di soia agli adolescenti che mettono le monete nei caricabatterie per iPhone, nelle ultime settimane sono circolate su TikTok una serie di challenge molto bizzarre.

Ma cosa sono le #Challenge?

L’ecosistema di questa piattaforma ha una particolarità che piace moltissimo agli utenti, le Hashtag Challenge. Gli utenti, applicando la loro creatività, lanciano un messaggio con un determinato tema sensibile o in tendenza. In genere si tratta di sfide positive o divertenti come: #forclimate, #simpaticissimi, #diconodime, #scherziepici, #halloweenmakeup, #keepltvigorsol e #consigliperte.

Il nome della sfida viene assegnato con un #hashtag per facilitarne la riconoscibilità e la ricerca. Anche i brand più importanti stanno cercando di creare e alimentare queste attività puntando ad una diffusione virale tipica del social.

Ora però, ha iniziato a circolare una tendenza molto pericolosa che consiste nell’ingerire un’enorme quantità di sale postando il video sulla piattaforma. La sfida definita “Salt Challenge“, vede gli adolescenti versare il sale direttamente in bocca dal contenitore.

LEGGI ANCHE: TikTok e Coronavirus: il social informa su come prevenire il contagio con una connessione con le istituzioni

Mentre il gesto è probabilmente visto dai ragazzi come un divertimento, il fenomeno preoccupa molto medici e genitori.

Quali sono i rischi per la salute?

Il Dottor Simran Deo ha dichiarato: “Come medico raccomando vivamente alle persone di non partecipare a questa attività. Mangiare troppo sale fa molto male alla salute sia immediatamente che a lungo termine”.

Nel breve periodo, a seconda di quanto ne hai ingerito, mangiare troppo sale può essere velenoso per l’organismo. Questo perché aumenta il livello di sodio nel nostro corpo, che può causare sete intensa, confusione, nausea e vomito. In casi estremi può anche portare a convulsioni, coma o può essere fatale poiché gli alti livelli di sodio fanno sì che il cervello si gonfi all’interno del cranio.

Nel lungo periodo invece, mangiare troppo sale nella vita quotidiana influisce sulla pressione sanguigna. Questo perché fa sì che il corpo trattenga troppa acqua, e lo sforzo di pompare il liquido aggiuntivo intorno al corpo fa lavorare il cuore più duramente. Oltre allo sforzo sul cuore, può portare a malattie cardiovascolari come infarto e ictus, pressione alta, mal di testa, calcoli renali e malattie renali.

LEGGI ANCHE: TikTok Creator Marketplace, come funziona la nuova piattaforma per creators ed aziende

La Coronavirus Challenge

Un altro fenomeno che si sta diffondendo sul social TikTok nelle ultime settimane ha dell’incredibile vista l’emergenza che sta attraversando non solo il nostro Paese ma il mondo intero. Si tratta di una challenge chiamata #Coronaviruschallenge che ritrae giovani TikToker leccare parti della casa come maniglie o tavolette del wc.

Un trend partito dagli Stati Uniti, in particolare dalla influencer Ava Louise, ripresa mentre durante un volo lecca la tavoletta del wc. Inutile dirlo, ma il video ha fatto il giro del web in poche ore provocando indignazione ma anche seguito per la ragazza trovando supporter in tutto il mondo pronti ad emulare tale gesto.

I social possono essere un mezzo per creare community, apprendere ed aiutare il prossimo ma data la situazione queste persone andrebbero sanzionate nel rispetto della pubblica sicurezza.

La sicurezza e il benessere dei nostri utenti sono una priorità assoluta per TikTok – ci fa sapere un portavoce dell’azienda -. Come è specificato nelle nostre Linee Guida della community, non consentiamo contenuti che incoraggiano, promuovono o esaltano sfide pericolose che potrebbero causare lesioni. Inoltre, non consentiamo agli utenti di incoraggiare gli altri a prendere parte ad attività pericolose. Questa tipologia di contenuti è una violazione delle nostre linee guida e continueremo a rimuoverli dalla nostra piattaforma. Per mantenere TikTok un luogo sicuro, forniamo una serie di impostazioni di sicurezza all’interno della app e risorse informative nel nostro Centro sicurezza”.

CORONAVIRUS CHALLENGE

Cosa possiamo fare per arginare il fenomeno?

Quello che ogni utente può fare quando naviga all’interno del social, per evitare che il fenomeno si diffonda, è:

  1. segnalare i video con questi contenuti;
  2. non condividere o mettere like a video di questa natura.
  3. Sul sito di TikTok è inoltre disponibile una sezione che include tutte le risorse a disposizione della Community in merito all’emergenza Covid-19.

Tutti gli utenti dovrebbero vigilare con attenzione sulla piattaforma utilizzando i social in modo responsabile ma sopratutto intelligente.

social media intelligence

Social Media Intelligence: quali sono le applicazioni?

  • Grazie alla Social Media Intelligence si possono scoprire e conoscere i ‘territori’ nei quali conversano le persone che vogliamo raggiungere
  • Le informazioni strategiche raccolte nelle conversazioni online e gli opinion leader diventano dei veri e propri asset del decision making
  • Grazie al Social Listening si possono prevedere e gestire crisi di comunicazione e reputazione
  • Occorrono competenze nuove all’interno del processo decisionale, per far diventare le azioni sempre più data-driven

 

Quanto tempo passiamo online? Sembra che l’utente internet medio nel corso del 2020 spenderà online un tempo pari a oltre 100 giorni (6 ore e 43 minuti al giorno). Collettivamente, dunque, spenderemo online 1,25 miliardi di anni. Oltre un terzo di questo tempo, 2 ore e 24 minuti al giorno, sarà speso sui social.

Per le aziende si tratta di un’occasione incredibile: come già visto, grazie alla Social Media Intelligence si possono scoprire e imparare a conoscere i ‘territori’ nei quali conversano le persone che ci interessa raggiungere e dunque anche individuare quegli attori che riescono a stimolare gli opinion leader prima dell’azione.

Come? Ecco alcuni degli esempi principali per ottenere il massimo dall’analisi dei dati e dall’ascolto strategico.

social media intelligence 2

Competitive Intelligence

Una delle applicazioni più utili del Social Listening è la Competitive Intelligence, cioè la raccolta e l’analisi di informazioni su prodotti, concorrenti e qualsiasi altro aspetto dell’ambiente competitivo. Non si tratta solo di analizzare la concorrenza, ma di apprendere il più possibile sul settore di riferimento, sugli stakeholder coinvolti e sui loro discorsi – cogliendo in tempo reale le varie opportunità e tarando di conseguenza il piano d’azione.

Fare intelligence sui Social Media significa approcciarsi ai Big Data con un atteggiamento nuovo, o comunque diverso: non più dati lasciati fuori perché troppo particolari ma integrati, coesi, utili e, soprattutto, completi. In questo modo le informazioni strategiche (i dati raccolti nelle conversazioni in rete) e gli opinion leader (utenti autorevoli che parlano del brand, del prodotto o del tema di interesse e che possono influenzare l’acquisto o le scelte e le opinioni di migliaia di altri utenti) diventano dei veri e propri asset del decision making.

La Competitive Intelligence permette di fare delle analisi approfondite particolarmente efficaci, come ad esempio la comparazione dello share of voice analizzando i volumi di conversazioni oppure la comparazione della percezione relativa alle tematiche presidiate tramite la sentiment analysis. Un approccio che consente anche l’identificazione dei trend e criticità su cui impostare le campagne di comunicazione e le azioni di PR, come anche la comparazione del target e delle audience a cui l’organizzazione si rivolge.

Grazie a questa analisi, insomma, è più semplice impostare delle attività di posizionamento o di gestione della reputazione.

social media intelligence

Gestione della reputazione

La reputazione è un valore fondamentale per le organizzazioni, ormai è quasi scontato dirlo: è talmente importante che è stato coniata l’espressione “the Reputation Economy” per definire l’economia del 21° secolo. Già nel 2015 il World Economic Forum aveva annunciato che il 25% del market value di un’azienda è rappresentato dalla reputazione e uno studio più recente di Reputation Institute ritiene che nella scelta d’acquisto, il prodotto vale sempre meno (il 33%), perché ha perso definitivamente la capacità di essere il fattore distintivo.

La Rete è il primo veicolo per costruire la reputazione di un brand (così come di un prodotto o di un servizio) e i social media assumono un ruolo primario: si è sviluppata una forte disintermediazione tra produttore e fruitore di informazioni, con una centralità sempre maggiore dalle community online.

Grazie alla Social MediaIntelligence si possono analizzare gli andamenti dei discorsi intorno alle tematiche di interesse, conoscere meglio tali community in termini di demografia, interessi e bisogni.

Cosa possiamo fare con queste informazioni? Per esempio interagire con i nodi di riferimento all’interno del network, per proporre a nostra volta dei discorsi che potranno modificare la percezione iniziale.

social media listening

Crisis communication

Un’altra applicazione sempre più importante del Social Listening è quella della gestione della comunicazione di crisi.

Nella sfera sociale digitale la crisi è un frenetico accavallarsi e rincorrersi di conversazioni, in cui ogni interlocutore lascia la propria impronta valoriale, aggiungendola a quella di chi l’ha preceduto. Ogni utente poi, tende a portare il proprio contributo, innescando spin-off conversazionali che si aggiungono, in termini di impatto reputazionale, a quelli già in crescita, come ricorda Daniele Chieffi in Online Crisis Management: Strategie ai tempi dei social media.

La previsione della crisi è l’attività cardine del crisis management, possibile grazie ad un ascolto continuo dei social network e delle conversazioni relative ai temi che toccano da vicino l’azienda.

Grazie alla sentiment analysis, ad esempio, si può anche essere immediatamente aggiornati in caso di repentine evoluzioni negative nell’opinione della audience. E anche una volta che la crisi è scoppiata possiamo monitorare l’ambiente di riferimento, comprendere come intervenire e interagire con i nodi più importanti del network: si potrà ad esempio analizzare il sentiment della copertura media, il tenore della reputazione e la capacità di penetrazione e d’influenza della linea di comunicazione e dei messaggi decisi a livello strategico.

Social Media Intelligence e Data-driven strategy

È evidente che occorrono competenze nuove all’interno del processo decisionale, per far diventare le azioni sempre più data-driven. Per le aziende non è solo necessario acquisire nuove competenze professionali, ma anche imparare ad agire all’interno di un ecosistema sociale digitale, dove agiscono dinamiche di tipo psicologico, sociologico, antropologico.

La differenza? La farà chi sarà stato bravo a dotarsi di figure professionali che vadano al di là dell’analisi del dato, ma che sappiano interpretarlo, aggregarlo e comunicarlo.