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Instagram multato per 405 milioni di euro dall’UE per le impostazioni sulla privacy dei minori

Brutta tegola per Meta: Instagram multato per 405 milioni di euro nell’UE per la privacy dei minori.

Una multa di 405 milioni di euro è in arrivo per Instagram dopo che le autorità di regolamentazione della privacy dell’Unione europea hanno preso una decisione su un reclamo di lunga data relativo al modo in cui la piattaforma di social media gestisce i dati dei minori. La sanzione riguarda una violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE.

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Meta non ha rilasciato alcuna dichiarazione a commento.

La decisione finale del GDPR sull’indagine di Instagram sarebbe stata inviata a Meta, la società madre di Instagram, venerdì – prima della pubblicazione formale sui siti web del principale supervisore dei dati della società nell’UE, la Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC); e dell’European Data Protection Board (EDPB), un organo direttivo che ha contribuito a coordinare un processo di revisione delle decisioni che ha coinvolto altre autorità di protezione dei dati dell’UE interessate.

instagram multato per la privacy dei minori

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Instagram multato: sanzioni e motivazioni

Tuttavia l’entità della sanzione per Meta sembra essere trapelata in anticipo, attraverso un articolo di Politico, che contiene la cifra della multa (che ammonta a circa 403 milioni di dollari al cambio attuale) ma non ci sono ulteriori dettagli sulla decisione.

Il DPC irlandese ci ha confermato l’entità della multa. Il vice commissario, Graham Doyle, ha dichiarato a TechCrunch: “Abbiamo adottato la nostra decisione finale venerdì scorso e contiene una multa di 405 milioni di euro. I dettagli completi della decisione saranno pubblicati la prossima settimana“.

La sanzione per Instagram è la più grande sanzione GDPR che sia stata comminata al gigante dei social media (anche se non la più grande multa GDPR in assoluto, quella è toccata ad Amazon), dopo la sanzione di 267 milioni di dollari comminata alla piattaforma di messaggistica WhatsApp, di proprietà di Meta, lo scorso settembre per violazione del principio di trasparenza del GDPR.

Il reclamo di Instagram si concentrava sul trattamento dei dati dei minori da parte della piattaforma per gli account commerciali e su un sistema di registrazione degli utenti che, secondo il DPC, poteva far sì che gli account degli utenti minori fossero impostati come “pubblici” per impostazione predefinita, a meno che l’utente non modificasse le impostazioni dell’account per impostarlo come “privato”.

instagram ha rimosso l'account di pornhub

Instagram ha rimosso l’account ufficiale di PornHub dalla sua piattaforma

Instagram ha rimosso l’account ufficiale di PornHub probabilmente in seguito alle crescenti pressioni degli attivisti contro il sito.

La notizia è stata riportata per la prima volta da Variety. Al momento della rimozione, l’account Instagram di PornHub contava circa 13,1 milioni di follower e 6.200 post ma non pubblicava contenuti espliciti o performance. PornHub gestisce ancora account popolari su altre piattaforme di social media come Twitter.

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Instagram ha rimosso l’account di PornHub: le possibili motivazioni

Non è chiaro perché Meta, la società madre di Instagram, abbia rimosso l’account, anche se gli screenshot condivisi da Laila Mickelwait, attivista anti-PornHub, suggeriscono che l’account sia stato rimosso per aver violato le linee guida della comunità di Instagram. The Verge ha contattato Meta per avere conferme e dettagli e ha promesso aggiornamenti in caso di risposta.

Mickelwait è la fondatrice della campagna TraffickingHub: un gruppo di difesa dedicato a “chiudere Pornhub e a ritenere i suoi dirigenti responsabili di aver permesso, distribuito e tratto profitto da stupri, abusi su minori, traffico sessuale e abusi sessuali basati su immagini criminali“.

Mickelwait si propone come attivista contro il traffico sessuale, ma i critici notano i suoi legami con gruppi cristiani evangelici che sostengono l’abolizione totale di tutto il sex work e della pornografia commerciale. Secondo il sito web della stessa Mickelwait, in precedenza ha lavorato presso Exodus Cry, un gruppo cristiano “abolizionista” che vuole “porre fine all’industria del sesso” e che elenca il “TraffickingHub” della Mickelwait nella sezione “le nostre campagne“.

Le dichiarazioni degli attivisti

In una dichiarazione pubblicata su Twitter, Mickelwait ha affermato che Instagram e Meta hanno preso la “giusta decisione tagliando i legami con Pornhub” e che è tempo che altre grandi aziende tecnologiche come Google, Amazon e Microsoft seguano l’esempio.

instagram ha rimosso l'account di pornhub

Le critiche a PornHub per aver favorito la distribuzione di materiale pedopornografico sono cresciute negli ultimi anni, coinvolgendo i suoi partner commerciali e portando alle dimissioni del suo CEO e COO. Nel 2020, Visa e Mastercard hanno interrotto l’elaborazione dei pagamenti su PornHub a causa della presenza di “contenuti illegali” sul sito, anche se ciò non ha impedito che venissero avviate azioni legali contro le società. Ad agosto, un giudice californiano ha autorizzato il proseguimento di una causa contro Visa, sostenendo che la società “intendeva aiutare MindGeek a monetizzare la pornografia infantile”.

In risposta alle critiche, PornHub ha preso provvedimenti come la rimozione di tutti i contenuti di utenti non verificati e la rimozione della funzione di download che permetteva a qualsiasi utente di scaricare qualsiasi video.

in arrivo il bottone modifica su Twitter

Twitter testa il bottone “Modifica” (ma devi abbonarti a Twitter Blue per usarlo)

Forse ci siamo: Twitter testa il bottone Modifica, l’attesissima e richiestissima funzione per modificare i Tweet pubblicati.

Dopo anni di meme e battute, i tweet modificabili saranno disponibili per alcuni abbonati a Twitter Blue verso la fine del mese. La funzione è attualmente in fase di “test interni” e sembra imitare lo stile di modifica di Facebook, con una cronologia di modifica dei tweet collegata.

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Twitter testa il bottone Modifica per gli abbonati a Twitter Blue

Secondo un post sul blog di Twitter, i tweet potranno essere modificati alcune volte nei 30 minuti successivi alla loro pubblicazione. I tweet modificati appariranno con un’icona, un timestamp e un’etichetta, in modo che sia chiaro ai lettori che il tweet originale è stato modificato.

L’etichetta di modifica includerà una cronologia completa delle modifiche con le versioni precedenti del tweet modificato. Twitter ha dichiarato che inizialmente sta testando i tweet modificabili con un piccolo gruppo per individuare eventuali problemi iniziali, incluso il modo in cui le persone potrebbero abusare della funzione. “La prudenza non è mai troppa“, afferma Twitter.

twitter testa il bottone modifica

Una volta completati i primi test interni, la funzione di modifica dei tweet verrà estesa ad alcuni abbonati di Twitter Blue nel corso del mese. “Il test sarà inizialmente localizzato in un solo Paese e si espanderà man mano che impareremo e osserveremo come le persone utilizzano Edit Tweet“, spiega Twitter.

Jay Sullivan, vicepresidente dei prodotti consumer di Twitter, ha dichiarato all’inizio di quest’anno che la modifica di un tweet è stata “la funzione di Twitter più richiesta per molti anni“. Se da un lato è molto richiesta, dall’altro c’è stata preoccupazione per un uso improprio. L’ex CEO Jack Dorsey si è opposto a una funzione di modifica dei tweet, affermando nel 2020 che Twitter non l’avrebbe “probabilmente mai” aggiunta.

Facebook, Instagram, Medium e molte altre piattaforme includono pulsanti di modifica e non ci sono molti esempi di abuso di alto profilo. Alex Stamos, ex responsabile della sicurezza di Meta, ha evidenziato all’inizio di quest’anno una truffa di criptovalute che coinvolgeva la funzione di modifica di Facebook, ma si tratta comunque di un esempio raro.

Twitter parla di tweet modificabili solo per il suo abbonamento Blue, che negli Stati Uniti ha recentemente aumentato il prezzo a 4,99 dollari al mese da 2,99 dollari.

Ciò significa che probabilmente non vedremo presto un pulsante di modifica per gli utenti non paganti.

google blocca truth social

Google blocca il lancio dell’app del social di Trump nel Play Store

Google ha deciso di bloccare il lancio dell’app Truth Social sul Play Store per problemi legati alla moderazione dei contenuti.

Secondo Axios, l’azienda ha individuato diversi post che violavano le policy sui contenuti per il Play Store, bloccando di conseguenza l’app sulla piattaforma. Lo stesso tipo di post sembra però essere presente sull’app per iOS sollevando la questione sul perché Apple non abbia preso provvedimenti, dato che le politiche di Apple e Google sono in gran parte allineate in termini di moderazione delle app con contenuti generati dagli utenti.

Devin Nunes, ex membro del Congresso e ora amministratore delegato del social media di Trump, aveva recentemente affermato: “Stiamo aspettando che ci approvino, e non so perché ci stiano mettendo così tanto“, ma pare che la situazione sia diversa: dopo aver esaminato l’ultimo invio di Truth Social al Play Store, Google ha riscontrato diverse violazioni delle norme, di cui ha informato Truth Social il 19 agosto.

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Google bocca il lancio di Truth Social ma lascia una porta aperta

Google ha anche informato Truth Social su come affrontare questi problemi per ottenere l’accesso al Play Store, ha specificato l’azienda.

La scorsa settimana, Truth Social ha risposto al nostro feedback dicendo che sta lavorando per risolvere questi problemi“, ha dichiarato un portavoce di Google. Questa comunicazione tra le parti ha preceduto di una settimana l’intervista di Nunes, che ha invece lasciato intendere che la la questione fosse invece in esame da parte di Google.

Non sono ovviamente mancati i commenti che imputavano una nuova censura da parte delle Big Tech verso i media conservatori e l’ex Presidente degli Stati Uniti.

Il problema in questione deriva dalla politica di Google per le app che contengono contenuti generati dagli utenti, o UGC. Secondo questa politica, le app di questo tipo devono implementare “una moderazione degli UGC robusta, efficace e continua”.

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La moderazione degli UGC con l’intelligenza artificiale

La moderazione di Truth Social, tuttavia, non è solida. L’azienda ha dichiarato pubblicamente di affidarsi a un sistema di moderazione AI automatizzato, Hive, utilizzato per individuare e censurare i contenuti che violano le policy. Sul suo sito web, Truth Social fa notare che i moderatori umani “supervisionano” il processo di moderazione, lasciando intendere che utilizza un mix standard di IA e moderazione umana.

Il fatto che Truth Social utilizzi una moderazione basata sull’intelligenza artificiale non significa necessariamente che il sistema sia sufficiente a renderlo conforme alle politiche di Google. La qualità dei sistemi di rilevamento dell’intelligenza artificiale varia e questi sistemi applicano una serie di regole che l’azienda stessa decide di implementare. Secondo Google, diversi post di Truth Social contenevano minacce fisiche e incitamenti alla violenza, aree che la politica del Play Store vieta fermamente.

L’applicazione Truth Social non è tecnicamente “bandita” da Google Play. Truth Social è ancora in lista per il preordine e, apportando delle modifiche per tornare a essere conforme, potrebbe essere accettata. L’alternativa sarebbe optare per un altro mezzo di distribuzione.

Horizon di Meta

Tegola sul Metaverso: il vice presidente di Horizon di Meta lascia la società

Il capo della piattaforma di realtà virtuale Horizon di Meta , la principale porta d’accesso al metaverso che l’azienda sta costruendo con miliardi di dollari, lascia il suo incarico per una nuova opportunità, secondo quanto dichiarato a Reuters.

Un portavoce di Meta ha confermato la partenza del vicepresidente Vivek Sharma e ha detto che il suo team riferirà direttamente a Vishal Shah, vicepresidente del Metaverse. Sharma non ha voluto approfondire con ulteriori motivazioni.

Il vice presidente Horizon di Meta lascia la società

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Di cosa si occupa Sharma in Horizon di Meta

Sharma è stato fino ad ora responsabile dello sviluppo dell’ambiente virtuale immersivo che gli utenti sperimentano all’interno del metaverso di Meta, accessibile principalmente tramite i dispositivi di realtà virtuale dell’azienda, come i visori Oculus.

Sebbene il business associato ai mondi virtuali dell’azienda sia ancora in fase nascente, l’obiettivo è quello di rendere questi mondi il luogo principale in cui i marchi e gli sviluppatori di terze parti possano raggiungere la base di utenti di Meta. Alla base del successo, naturalmente, c’è il presupposto che il metaverso decolli diventando mainstream.

Tra le piattaforme create dal team di Sharma ci sono Horizon Worlds, una vasta piattaforma di costruzione di mondi VR, e Horizon Venues, incentrata sugli eventi virtuali e già disponibile anche in Italia.

Horizon Workrooms, è invece una tecnologia per conferenze virtuali rivolta ai clienti aziendali, è gestita dalla divisione “casa e lavoro” di Meta, focalizzata sulle imprese.

La partenza di Sharma arriva a seguito di un episodio imbarazzante per Meta che ha coinvolto Horizon Worlds, in cui i critici hanno deriso la qualità grafica dell’avatar dell’amministratore delegato Mark Zuckerberg che aveva postato uno screenshot su Facebook scatenando immediatamente critiche e ironia e sollevando anche diverse perplessità sullo stato di maturità del progetto. Il post era però particolarmente rilevante per l’annuncio dell’apertura del mondo virtuale della corporate di Facebook in Spagna e Francia; l’ingresso in Europa di Horizon Worlds è infatti attesissimo.

Giorni dopo, Zuckerberg ha poi pubblicato una seconda immagine che mostra un avatar più sofisticato e un mondo virtuale decisamente più elaborato. Ha ammesso francamente che l’immagine precedente era “piuttosto elementare” e ha promesso “importanti aggiornamenti a Horizon e alla grafica degli avatar in arrivo“.

Sharma, che lavora per Meta da più di cinque anni, è stata in precedenza vicepresidente dei prodotti per Facebook Gaming e Facebook Marketplace.

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la gen z non compra da aziende che non rispettano i propri valori

La Gen Z compra solo da chi rispecchia i suoi valori. Ecco perché

Il pubblico digitale ha manifestato chiaramente di preferire ambienti positivi nel contesto dei media e questo è confermato anche dalle preferenze della Gen Z.

Negli ultimi anni, si è assistito ad un rapido e significativo cambiamento di rotta nella comunicazione aziendale: sempre più brand, mosse dalla crescente sensibilità del pubblico nei confronti di temi come la “positività” e l’“inclusività”, hanno scelto di promuovere campagne pubblicitarie finalizzate ad abbattere i vecchi stereotipi e valorizzare tutto ciò che fa parte dell’identità di una persona: colore della pelle, età, orientamento sessuale, identità di genere, tipologia di corpo, etnia, cultura, lingua, religione.

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Ora più che mai, la percezione generale di argomenti come la creazione di spazi positivi online e il comportamento dei brand è radicalmente cambiata.

La positività, l’ispirazione e la personalizzazione risultano essere fattori determinanti nella scelta dei consumatori, dal momento che le persone vogliono sentirsi rappresentate nei contenuti in cui si imbattono online. Tutti i dati sulle abitudini di acquisto della Gen Z confermano l’attenzione al fenomeno.

gruppo di ragazzi della generazione Z(1)

Secondo il Report Digital – Global Digital Overview, più di 1 persona su 2 ha espresso la propria preoccupazione a proposito del fenomeno delle fake news (52%), sottolineando come il dialogo online debba essere sempre positivo e ispirazionale.

Inoltre, come sottolineato in un report condotto da Microsoft, i temi della positività e dell’inclusione diventano ancora più importanti per i target più giovani: il 70% dei Gen Z intervistati afferma di fidarsi di brand che rappresentano un pubblico più ampio nelle loro pubblicità, mentre il 49% ammette di aver smesso di acquistare prodotti da aziende non in linea con i propri valori.

Inclusione e positività: le abitudini di acquisto della Gen Z

Per esplorare il tema fondamentale dell’inclusività e positività online, per Ninja Marketing ci siamo rivolti a Christian Cochs, Head of Sales for Italy and Spain at Pinterest per parlare delle iniziative intraprese dalla piattaforma al fine di creare uno spazio positivo su Internet dove tutti i consumatori possono sentirsi adeguatamente rappresentati.

Che cosa significa marketing positivo per Pinterest?

Il pubblico sta diventando sempre meno omogeneo, in particolar modo in Occidente. Le persone vogliono vedersi rappresentate nei brand e nelle loro scelte di marketing. Noi di Pinterest diamo molta importanza all’inclusività. Creare un prodotto e un ambiente in grado di ispirare è più fondamentale che mai.

La nostra missione consiste nell’aiutare tutti a sentirsi a proprio agio su Pinterest, e per questo motivo, vogliamo che i Pinner di tutto il mondo scoprano idee su misura per loro, pertinenti e a loro affini. Il nostro obiettivo è utilizzare la tecnologia per il bene di tutti e far sì che sia facile per le persone, chiunque siano, trovare ispirazione su Pinterest.

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Quali sono le iniziative implementate dalla piattaforma per la Gen Z ma non solo?

Giugno è stato il mese del Pride e Pinterest continua a investire risorse per diventare sempre più una piattaforma di riferimento per l’inclusione e l’ispirazione.

Il Fondo per i Creator è già stato esteso ad altri due paesi, il Regno Unito e il Brasile, offrendo così l’opportunità ad un numero maggiore di Creator appartenenti alla comunità LGBTQIA+ di crescere, instaurare relazioni ed avere successo su Pinterest.

Per fare in modo che la creatività LGBTQIA+ non passi in secondo piano, limiteremo le barriere di accesso al Fondo per i Creator, in modo che possano raggiungere nuovi segmenti di pubblico su Pinterest. Al contempo, metteremo a disposizione delle risorse che permetteranno loro di dare libero sfogo alla creatività sulla piattaforma.

L’obiettivo del Fondo per i Creator è infatti stimolare il talento grazie a un supporto economico e formativo.

Quest’anno, Pinterest ha anche annunciato l’espansione della Ricerca per Tipo di Capello ad altri nove paesi, tra cui l’Italia. Si tratta di una tecnologia di ricerca per tipo di capello unica nel suo genere che permette ai Pinner di trovare tra i miliardi di idee relative ai capelli quelle più adatte a loro.

Grazie al rilevamento di oggetti basato sulla visione artificiale, gli utenti avranno la possibilità di affinare i risultati in base a sei tipi di capello: acconciatura protettiva, super ricci, ricci, mossi, lisci e rasati/calvi. Questo significa che quando si effettua una ricerca  come “acconciature” o “idee colore capelli”, è possibile personalizzarla selezionando uno dei sei tipi di capello.

Nella stessa ottica, lo scorso anno Pinterest ha deciso di espandere Skin Tone Ranges ad altri tredici paesi, compresa l’Italia. Skin Tone Range è una funzionalità esclusiva e permette agli utenti di affinare le proprie ricerche di bellezza in base a una gamma di tonalità di pelle.

Applicando un filtro, vengono aggiornati i risultati di ricerca, che mostreranno contenuti in linea con la tonalità selezionata.

Altre policy implementate da Pinterest nel corso degli anni per promuovere inclusività e positività sono:

  • Nel 2016, Pinterest ha vietato la pubblicità sui contenuti sensibili compresi i costumi tradizionali appropriati e inappropriati
  • Nel 2017 ha lanciato una policy relativa alla disinformazione in ambito sanitario che vieta contenuti anti-vaccinazione
  • Nel 2018 ha posto fine agli annunci politici
  • L’anno successivo ha introdotto la Ricerca Comprensiva per le persone che cercano supporto per la salute mentale e ha lanciato un’esperienza di ricerca autorevole per le ricerche relative ai vaccini
  • Nel 2020, Pinterest ha lanciato una policy per vietare la disinformazione relativa alle elezioni ed altri momenti di partecipazione civica
  • Lo scorso anno ha aggiornato la propria policy sugli annunci per la perdita di peso, vietando tutti gli annunci con linguaggio e immagini relativi alla perdita di peso
  • E infine, quest’anno ha espanso le proprie linee guida per la community e la pubblicità, vietando tutti gli annunci pubblicitari contenenti disinformazione climatica.

Gen Z

Quale impatto ha il marketing inclusivo sulla performance di una campagna di comunicazione o pubblicitaria?

Secondo una ricerca condotta da Pinterest basata sui dati globali della società di intelligence Morning Consult, 6 adulti su 10 sono più propensi a ricordare i brand con cui entrano in contatto quando sono in un mindset positivo e provano sentimenti favorevoli nei confronti dei brand con cui entrano in contatto in ambienti altrettanto positivi.

La ricerca di Pinterest evidenzia che nel mondo post-COVID, il contesto in cui i brand appaiono conta.

Infatti, risulta chiaro che la negatività non aiuta i brand. L’odio e le divisioni forse incoraggiano le persone a cliccare, ma non ad acquistare. La nostra ricerca più recente mostra che gli ambienti negativi fanno sì che le persone siano meno disposte a fidarsi e ad acquistare dai brand. In altre parole: gli spazi online negativi non fanno altro che far perdere denaro ai brand. Incorporare strategie di marketing inclusivo è quindi una mossa necessaria per qualsiasi business che vuole crescere e mantenere una posizione di rilievo nel settore.

TERNA SBARCA SU TIKTOK

Terna sbarca su TikTok con una campagna di talent attraction

Terna sbarca su TikTok con una campagna di “talent attraction” per il primo Master in Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica, organizzato dal gestore della rete di trasmissione elettrica nazionale con le Università di Cagliari, Palermo e Salerno, nell’ambito del progetto Tyrrhenian Lab, in partenza il 14 novembre.

Terna sbarca su TikTok: l’obiettivo

L’obiettivo è quello di parlare alla Generazione Z e attrarre talenti al servizio del complesso processo di transizione verso le energie rinnovabili, attraverso i centri di alta formazione del Tyrrehenian Lab. Per questo, il gruppo guidato da Stefano Donnarumma ha deciso di approdare per la prima volta sul social media più frequentato dai ragazzi.

Proprio i giovani, con la loro sensibilità ambientale, con il desiderio di incidere sulla realtà, con l’orgoglio di essere “nerd”, come spesso accade agli studenti STEM (Science, Technologies, Engineering and Mathematics), sono i destinatari dei due temi della campagna, “Are you nerd?” e “Fuga di cervelli”.

I video sono stati realizzati da tiktoker particolarmente seguiti sui temi della sostenibilità e della formazione: Andrea Borello, alias “il politoker” (andreaborello_), Francesco Centemeri, studente in ingegneria (frartenzo) ed Elisa Negrisolo, neoingegnere e
influencer (elisavittoria).

terna sbarca su tiktok

Terna su TikTok: Are you nerd?…

Gli short video dal titolo “Are you nerd?” sono incentrati sull’orgoglio tecnologico e sulla crescente consapevolezza che la passione per le nuove tecnologie è diventata uno strumento imprescindibile per il successo.

Nella complessità del presente e con l’attuale sfida energetica, le competenze distintive di uno studente STEM sono, e saranno, fondamentali per la tutela del pianeta.

Nella generazione Z, quindi, ‘nerd’ non è più sinonimo di ‘solitario’ ma è parte attiva di una comunità di giovani innovatori con una spiccata vocazione per l’ambiente.

…e Fuga di cervelli

I video di “Fuga di cervelli” partono invece dal pregiudizio per cui un giovane italiano che voglia mettere a frutto le proprie competenze e trovare un lavoro all’altezza delle proprie aspettative sia costretto ad andare all’estero perché in Italia non c’è una sufficiente consapevolezza sui temi ambientali e sulla necessità di impegnarsi nella transizione energetica per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.

Il protagonista prepara le valige per partire, ma poi viene a conoscenza di un innovativo master grazie al quale può rafforzare le proprie competenze scientifiche, messo a disposizione da un’azienda che investe nel futuro del Paese, per di più a Cagliari, Palermo e Salerno.

Il talento è al cuore del Tyrrhenian Lab, il progetto per il quale Terna investirà complessivamente 100 milioni di euro nei prossimi cinque anni: un centro di formazione di eccellenza, realizzato in stretta collaborazione con le Università di Cagliari, Salerno e Palermo e distribuito nelle città in cui approderanno i cavi del Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino che unirà la Campania, la Sicilia e la Sardegna.

Terna selezionerà e formerà, tra l’autunno del 2022 e il 2025, più di 150 giovani di elevata professionalità, ai quali sarà erogato un master universitario di 12 mesi incentrato sullo sviluppo di competenze tecnologiche e strategiche funzionali alla trasformazione digitale e alla transizione energetica.

Gli studenti, una volta completati i 12 mesi di master, potranno essere poi assunti nelle sedi territoriali Terna delle tre città.

Terna è presente su tutti i principali canali social come Facebook, Twitter, Instagram, YouTube, LinkedIn, nonché sulle principali piattaforme audio, come Spotify e Spreaker, con “Nora, il futuro dell’energia è il nostro mestiere”, il podcast in nove puntate che racconta proprio il progetto del Tyrrhenian Lab agli appassionati dei temi dell’energia.

 

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Evoluzione delle modalità lavorative, digitalizzazione della rete elettrica ed economia circolare: le 3 nuove sfide dell’innovazione in Terna

Metaverso: cos'è e possibili applicazioni presenti e future

Metaverso: cos’è e possibili applicazioni presenti e future

A descrivere per la prima volta il concetto di metaverso è stato Neal Stephenson nel suo romanzo Snow Crash scritto nel 1992, dove del metaverso veniva fatta una descrizione distopica e non positiva. Il contributo alla popolarità del concetto è poi arrivato anche grazie al romanzo Ready Player One di Ernest Cline, in seguito trasformato in un film diretto da Steven Spielberg.

A farlo diventare un termine sempre più familiare però, possiamo dire essere stata la decisione di Mark Zuckerberg che nell’ottobre 2021 ha cambiato il nome Facebook, uno dei più popolari social network al mondo, trasformandolo in Meta.

La società infatti, come è stato più spesso dichiarato, punta molto allo sviluppo del metaverso e per la crescita dello stesso, ha già scelto di sostenere investimenti di diversi miliardi di dollari. Il cambio di nome rappresenta dunque solo un dettaglio rispetto ad un percorso decisionale basato su una nuova visione di Zuckerberg progettata per “dare vita al metaverso”, come spiega lo stesso fondatore del social network in una lettera aperta.

Ma cosa si intende esattamente quando si sente parlare di metaverso?

Un metaverso è un universo 3D virtuale e digitale formato dalla fusione di vari tipi di spazi virtuali, dove persone reali comunicano tra loro e vivono esperienze attraverso i loro avatar, ovvero delle ricostruzioni di se stessi con cui mostrarsi, interagire e costruire comunità virtuali. Possiamo affermare che il metaverso è una realtà che in qualche misura le persone possono “vivere”. Il metaverso è infatti un mondo virtuale che imita aspetti del mondo fisico, utilizzando molteplici tecnologie come la realtà virtuale (VR), la realtà aumentata (AR), l’intelligenza artificiale, i social media e la valuta digitale.

Nonostante il metaverso sia un mondo virtuale, è però bene chiarire come per l’utente che vi accede l’individualità sia sempre mantenuta e come al suo interno sia garantita la continuità dei dati ad esso legati, come:

  • oggetti
  • identità
  • diritti
  • interazioni
  • pagamenti
  • cronologia

Altro concetto fondamentale da comprendere e legato al metaverso è quello della proprietà. Relativamente al metaverso non esiste nessun singolo fornitore che possiede lo spazio, tuttavia sempre relativamente al concetto di proprietà, al suo interno è possibile acquisire delle proprietà, con tanto di atto digitale che garantisca il possesso, ma le transazioni che avvengono all’interno di un metaverso hanno luogo attraverso l’utilizzo di token non fungibili (NFT) e valute digitali.

Intanto questa semplice ma esaustiva descrizione apre le porte alla domanda successiva che è bene porsi per comprendere pienamente il concetto di metaverso: quali sono le possibili applicazioni presenti e future?

Alcune applicazioni del metaverso sono ben spiegate nella lettera aperta scritta da Zuckerberg in cui racconta: “Nel metaverso, sarai in grado di fare quasi tutto ciò che puoi immaginare – stare insieme con amici e familiari, lavorare, imparare, giocare, fare acquisti, creare – oltre a esperienze completamente nuove che non si adattano molto al modo in cui pensiamo computer o telefoni oggi. Abbiamo realizzato un film che esplora come un giorno potresti usare il metaverso”.

Zuckerberg, nella sua lettera, continua evidenziando come l’uso del metaverso possa tradursi in un ottenimento di vantaggi nell’ambito della vita professionale ma anche legati alla sostenibilità ambientale: “In questo futuro sarai in grado di teletrasportarti istantaneamente come ologramma per essere in ufficio senza fare il pendolare, a un concerto con gli amici o nel soggiorno dei tuoi genitori per recuperare il ritardo. Questo aprirà più opportunità, non importa dove vivi. Potrai dedicare più tempo a ciò che conta per te, ridurre il tempo nel traffico e ridurre la tua impronta di carbonio”.

Il metaverso ha molteplici potenzialità, sono infatti già molte le imprese che lo hanno compreso e che in questo mondo virtuale stanno già presenziando e investendo, sfruttando le potenzialità degli NFT, ovvero i token non fungibili, un elemento legato imprescindibilmente al metaverso e includendo l’NFT Marketing nelle proprie Digital Strategy.

Ma per capire di cosa si sta parlando quando ci si riferisce agli NFT ecco una breve descrizione per meglio comprendere questo concetto e cosa questo comporta: i token non fungibili o NFT rappresentano un elemento fondamentale del metaverso e si basano sulla stessa tecnologia blockchain che viene usata dalla criptovaluta. Questo significa che quando si parla di NFT si può intendere diverse cose come un’opera d’arte, una canzone o un immobile digitale e possedendo un NFT si ha come un contratto digitale attraverso cui si può provare la proprietà di un determinato bene.

Per quanto riguarda le prospettive future di questo mondo virtuale, lo sviluppo del metaverso avverrà attraverso il perseguimento di un obiettivo chiaro: ottenere un’interazione sempre più “materiale”. Affinché questo possa avvenire entrano in gioco diversi fattori e strumenti legati allo sviluppo del metaverso e sui quali si punterà per la crescita dello stesso. Tra questi troviamo: i device, la domotica, il lavoro, l’intrattenimento, i social media, la realtà aumentata. L’ottimizzazione di tutti questi elementi è funzionale a rendere l’interazione sempre più “materiale” è sarà la chiave per l’evoluzione del metaverso e la crescita degli utenti coinvolti.

Le tecnologie del metaverso

Il metaverso è abilitato da molte tecnologie diverse, come VR, AR, AI, 5G, 3D, cloud computing vocale, edge computing, blockchain, strumenti software, app, piattaforme e hardware. Tutti mezzi utili ed essenziali affinché gli utenti possano essere in grado di imitare aspetti del mondo fisico durante la loro permanenza nel mondo virtuale e possano avere una tutela a livello di sicurezza.

Ecco un esempio di come queste tecnologie saranno impiegate nello sviluppo del metaverso:

  • Il trasferimento di valore, la credibilità e l’archiviazione dei dati all’interno di un metaverso sarà convalidato dalla Blockchain.
  • La visualizzazione 3D di oggetti e l’interazione in tempo reale sarà consentita dall’AR.
  • Un’esperienza sensoriale sarà offerta grazie alla realtà virtuale.
  • Interazioni illimitate e integrazioni senza interruzioni dei dati saranno possibili grazie a intelligenza artificiale, apprendimento automatico e IoT.
  • Creare spazi virtuali realistici e dall’aspetto naturale sarà possibile grazie alla ricostruzione 3D.

Alcune di queste tecnologie sono più accessibili, come nel caso dell’implementazione AR per cui è necessario solo un dispositivo abilitato alla fotocamera, ma altre tecnologie, come nel caso della realtà virtuale, richiedono apparecchiature più costose come schermi multimodali e HMD. Nel futuro è possibile che nel Metaverso si impieghi una combinazione di diverse tecnologie  chiamata Extended Reality (XR), ovvero tre insiemi di tecnologie diverse che coinvolgono:

  • Realtà Virtuale (VR) dove gli utenti sono completamente immersi in un’esperienza sintetica.
  • Realtà aumentata (AR) dove gli utenti interagiscono  con il mondo fisico attraverso una sovrapposizione digitale.
  • Mixed Reality (MR) dove gli utenti interagiscono con il mondo fisico e quello virtuale.
metaverso web 3d

Immagine estratta da weforum.org

 

Riguardo all’uso di questi dispositivi sono state fatte delle stime, che ci aiutano a comprendere come potrebbe crescere l’uso del metaverso. Secondo queste stime pubblicate su bitkraft.vc in pochi anni si prevede che le spedizioni di cuffie per realtà estesa supereranno le vendite di console di 20 milioni di unità.

metaverso av vr

Immagine stratta da bitkraft.vc

Le competenze richieste

A conferma dell’enorme potenziale del metaverso si aggiunge anche Citi, la banca d’investimento afferma che vede un enorme potenziale nel concetto di realtà estesa e  in un rapporto, afferma che il metaverso rappresenta un’opportunità potenziale da 8 trilioni a 13 trilioni di dollari entro il 2030 e che potrebbe vantare fino a 5 miliardi di utenti (stima che include una base di utenti di telefoni cellulari. Se il metaverso è limitato ai dispositivi VR/AR, si prevede che il pubblico sarà più vicino a 1 miliardo.)

Visto le prospettive future, le aziende di tutto il mondo saranno quindi sempre più interessate al metaverso e per questo saranno competenze molto specifiche quelle ricercate dalle imprese e per cui i candidati dovranno farsi trovare pronti.

Tra le competenze più ricercate troviamo:

  • Modellazione 3D e Design, fondamentali per offrire esperienze agli utenti all’altezza delle aspettative e il più possibile vicine alla realtà. Concettualizzare, prototipare e costruire gli ambienti che gli utenti del metaverso esploreranno e  gli oggetti così come gli avatar con cui interagiscono saranno competenze essenziali per ottenere risultati ottimali;
  • Programmazione computer, per offrire esperienze nuove e coinvolgenti. Le competenze di programmazione saranno sicuramente skill molto apprezzate tra le aziende che desiderano essere all’avanguardia nello sviluppo del metaverso;
  • Sviluppo VR/AR. Per la costruzione di interfacce più coinvolgenti e per puntare all’obiettivo di colmare il divario esistente tra il mondo reale e quello virtuale, la realtà virtuale e la realtà aumentata giocheranno un ruolo molto importante, perciò le skill in questi ambiti seppur non essenziali per il metaverso sono certamente consigliate;
  • Blockchain / Ingegneria NFT: con l’uso della blockchain si potrà creare un’infrastruttura distribuita e decentralizzata per costruire mondi sotto il controllo dei loro proprietari, mentre creare asset unici o in edizione limitata sarà possibile grazie agli NFT, attraverso cui si potrà anche avere una prova della proprietà rispetto ad un bene;
  • Competenze sui dati, saper analizzare ogni dato, come quelli estrapolati dal comportamento degli utenti sarà fondamentale per la creazione di esperienze in linea con le aspettative degli utenti ed in grado di soddisfare ogni necessità;
  • Progettazione UI/UX per garantire che l’interfaccia utente (UI) sia naturale e che l’esperienza utente (UX) sia intuitiva, divertente e gratificante;
  • Project Management per lo sviluppo di esperienze coinvolgenti che saranno possibili grazie a diverse skill grazie a cui sarà possibile gestire un progetto nel metaverso;
  • Cyber Security per offrire garanzie di sicurezza, essenziale nel mondo cibernetico, proprio come in quello reale. La condivisione dei dati delle persone sarà destinata a crescere con lo sviluppo del metaverso e la crescita che si verificherà tra gli utilizzatori perciò dati preziosi come quelli  di una carta di credito o quelli legati alla propria salute saranno informazioni che sarà importante tutelare;
  • Marketing per sfruttare pienamente le molteplici possibilità di pubblicità e marketing offerte da questo mondo virtuale dove sarà necessario trovare nuovi modi coinvolgenti utili alla promozione di prodotti e servizi, oltre che alla creazione di una brand identity;
    Etica e Responsabilità Sociale per  ridurre la possibilità che ci siano conseguenze negative per gli individui o per la società e per l’ambiente.

15 esempi di aziende che investono nel metaverso

Il metaverso è un concetto che è entrato sempre più nella mente degli imprenditori che cercano di rendere le loro operazioni a prova di futuro. Per questo viene sempre più utilizzato, sono sempre di più le aziende che in qualche modo ne sfruttano le potenzialità e sempre di più i brand che vi presenziano includendolo nella propria strategia di marketing, così come sono sempre in numero maggiore le aziende che decidono di investire in questa visione del futuro diverse migliaia di dollari.

Vediamo di seguito 15 esempi di aziende che investono nel metaverso.

Meta

Prima tra tutte arriva Meta che come visto in precedenza, solo per il 2022 lo scorso anno aveva previsto di spendere 10 milioni di dollari nell’acquisizione e nello sviluppo di hardware e software che verranno utilizzati per fornire funzionalità VR all’interno del metaverso ed è fra le aziende che più di tutte crede nello sviluppo del metaverso, ormai punto focale della visione del suo fondatore Zuckerberg. Per rendere ciò possibile l’azienda sta lavorando incessantemente e ha realizzato diversi strumenti utili allo scopo come visori fondamentali per l’uso della realtà aumentata.

A sottolineare l’impegno profuso lo stesso Zuckerberg, nella sua lettera aperta in precedenza citata, annunciando il cambio del nome Facebook in Meta, ha sottolineato: “La nostra missione rimane la stessa: si tratta sempre di riunire le persone […] Ma tutti i nostri prodotti, comprese le nostre app, ora condividono una nuova visione: aiutare a dare vita al metaverso. E ora abbiamo un nome che riflette l’ampiezza di ciò che facciamo”.

In questo interessante video pubblicato dal The Guardian, Mark Zuckerberg ha rivelato uno scorcio dei piani di Facebook per costruire il “metaverso”, un mondo digitale costruito sopra il nostro, che comprende cuffie per realtà virtuale e realtà aumentata.

Microsoft

Microsoft che già nel 2016 aveva lanciato degli occhiali intelligenti per realtà mista chiamati HoloLens, ha dichiarato che nel 2022 rilascerà Mesh per Microsoft Teams, un servizio innovativo attraverso cui gli utenti di Teams situati in diverse posizioni fisiche potranno organizzare riunioni virtuali in cui partecipare grazie a esperienze olografiche collaborative e condivise. Grazie a Mesh gli utenti potranno stabilire una presenza virtuale usando un avatar personalizzato utilizzabile su qualsiasi dispositivo.

Nel gennaio 2022 inoltre, Microsoft ha chiuso un accordo da 70 miliardi di dollari che nei prossimi anni consentirà all’azienda di sviluppare giochi e software supportati da Microsoft all’interno del metaverso, grazie all’acquisizione di Activision Blizzard, l’enorme sviluppatore ed editore di videogiochi.

Google

Google è un altro grande investitore nel metaverso. Il suo investimento è pari a ben 39,5 milioni di dollari investiti in un fondo di private equity per tutti i progetti sul Metaverso, inoltre il CEO dell’azienda, Sundar Pichai, ha discusso più volte rispetto all’interesse di Google nei confronti della realtà aumentata, tanto che potrebbe anche inserire servizi come Maps e YouTube nel panorama virtuale.

Accenture

Accenture che assume più di 100.000 persone ogni anno, usando Mesh aiuta le aziende ad inserire nuovi dipendenti. Attraverso Microsoft Teams i nuovi assunti si incontrano per essere istruiti sulla creazione di un avatar digitale ed accedere in uno spazio virtuale condiviso, parte del processo di onboarding. Qui i nuovi assunti trovano una sala conferenze centrale, una sala riunioni virtuale e monorotaie digitali che i nuovi assunti utilizzano per viaggiare verso diverse mostre.

Il sostegno da parte di Accenture è ben chiaro ed espresso sullo stesso sito dell’azienda, dove si possono leggere le parole di Paul Daugherty – Group Chief Executive – Technology & Chief Technology Officer di Accenture che afferma:  “È vero che siamo ancora agli albori, ma il metaverso progredirà molto rapidamente. Se le aziende non agiscono subito, si troveranno a operare in mondi progettati da, e per, qualcun altro“.

Nike

Nike sta già investendo nel metaverso attraverso diverse scelte imprenditoriali utili a garantire all’azienda il suo posto in questo nuovo mondo digitale. La pianificazione del futuro del brand fatta dal gigante dell’abbigliamento sportivo può essere così riassunta:

  • Ad ottobre 2021 Nike ha presentato all’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti ben sette richieste  per proteggere i suoi marchi in “beni virtuali scaricabili” e servizi correlati;
  • Ha accettato di acquistare RTFKT, un’azienda che si occupa ella creazione di prodotti digitali come scarpe da ginnastica e utilizza la tecnologia blockchain per garantirne l’autenticità;
  • A novembre 2021, ha debuttato con Nikeland , il mondo del brand nel metaverso dove, grazie ad una collaborazione instaurata con la piattaforma di videogiochi Roblox, gli utenti che giocano possono vestire i propri personaggi con oggetti digitali firmati Nike.

McDonald’s

Anche McDonald’s intende investire nel metaverso e si sta preparando per aprire un negozio nel metaverso e ciò è presumibile dal fatto che la catena globale di fast food, ha presentato domande all’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti.

La scommessa che McDonald’s sta facendo sul metaverso non si limita però alla domanda di hamburger digitali ma include altro, ovvero la vendita dell’ordinazione a domicilio, in pratica vuole offrire ai clienti, attraverso il metaverso, un altro modo per ordinare cibo online, che sarà consegnato nel mondo fisico.

Coca-Cola

Coca-Cola è tra i brand che fin da subito ha scelto di investire nel metaverso, Coca-Cola Creations ha anche unito le forze con l’organizzazione di gioco PWR per creare Pixel Point, un’isola personalizzata nella modalità creativa di Fortnite dove chi la raggiunge può giocare ai minigiochi basati sul brand. Inoltre di recente ha rinnovato il suo investimento nel metaverso con la creazione di una bevanda “dal gusto pixellato”. La bevanda, chiamata Zero Sugar Byte, è stata lanciata nel metaverso ancora prima di essere disponibile, in edizione limitata, nei negozi a partire dal 2 maggio 2022. Oana Vlad, senior director of strategy di Coca-Cola spiega così la scelta: “Volevamo creare un gusto innovativo ispirato alla giocosità dei pixel, radicato nelle esperienze che il gioco rende possibili“.

Samsung

Samsung nel gennaio 2022, ha lanciato il suo primo negozio nel metaverso a Decentraland. Il negozio prende il nome di Samsung 837x ed è stato realizzato sul modello del negozio fisico a 837 Washington Street, New York City. All’interno gli utenti possono:

  • costruire la propria avventura;
  • interagire con altri personaggi di gioco;
  • portare a termine missioni.

Gucci

Gucci ha intrapreso diverse iniziative a manifestazione del suo interesse nell’investire nel metaverso. La casa di moda italiana, è infatti uno dei primi brand di moda che offre agli utenti:

  • Esperienze nel mondo digitale con collaborazioni di videogiochi;
  • La versione digitale del suo Gucci Garden su Roblox;
  • La possibilità di  acquistare capi Gucci con cui vestire i propri avatar grazie alla partnership stipulata con Zepeto.

Unity Software

Unity Software nel 2021 ha chiuso un accordo da oltre 1,6 miliardi di dollari per l’acquisizione di  Weta Digital, una società di effetti visivi digitali grazie alla quale Unity Software  potrà essere aiutata nello sviluppo della sua tecnologia RT3D grazie agli innovativi strumenti VFX di Weta Digital.

Shopify

Shopify è un’altra azienda che punta ad investire nel metaverso ed in particolare sullo shopping AR, che coinvolgerebbe gli utenti che provano vestiti o visualizzano oggetti nelle loro case virtualmente prima di effettuare un acquisto. Shopify ha anche avviato una versione beta del proprio marketplace NFT.

Roblox

L’investimento di Roblox consiste nello stringere diverse partnership con alcuni brand, così da ottenere una notevole presenza nel metaverso dove si concentrerà sullo sviluppo di un mondo virtuale in cui i giocatori possono giocare e interagire.

Qualcomm

Qualcomm che si concentra sull’ispirare più persone a prestare attenzione su questa nuova versione di Internet ha scelto di collaborare con Microsoft per un impegno condiviso nei confronti di XR e del metaverso.

Nvidia

Nvidia si sta impegnando nello sviluppo del suo strumento Omniverse, una piattaforma di sviluppo per simulazioni 3D e design che supporta gli sviluppatori nella creazione delle loro applicazioni e sta pianificando lo sviluppo di applicazioni che permettono di creare avatar realistici per il metaverso.

Tinder

Tinder sta già lanciando le proprie monete – Tinder Coins – attualmente in fase di test in diversi mercati. Inoltre Shar Dubey, CEO della società madre di Tinder Match Group in una lettera agli azionisti, rispetto all’interesse dell’azienda sul metaverso ha parlato di “un’interfaccia che consente agli utenti di connettersi con gli altri attraverso nuove esperienze oltre lo Swipe che era Tinder“.

Mentre rispetto alle loro monete ha dichiarato: “Le monete possono anche essere utilizzate per incentivare determinati comportamenti per aiutare i membri a stabilire connessioni più significative su Tinder, come verificare il loro profilo o aggiungere video alla loro biografia. E, forse la cosa più importante, le monete saranno essenziali per i beni virtuali e l’ecosistema commerciale pianificato per il 2022 e oltre”.

Victoria’s Secret

Victoria’s Secret, il noto brand di intimo,  avrebbe di recente depositato 4 nuove domande di marchio indicando che intende vendere ‘intimo virtuale, calzature e accessori moda, secondo quanto ha scritto in un tweet l’ avvocato specializzato in marchi Josh Gerben.

Le possibili applicazioni del metaverso

Le possibili applicazioni del metaverso spaziano in diverse direzioni, come è già possibile intuire visto anche gli usi che i brand ne stanno già facendo e grazie alle funzionalità offerte dallo stesso.

Funzionalità che sembrano essere molto appetibili specialmente dal punto di vista lavorativo. Come previsto dal co-fondatore di Microsoft Bill Gates, nei prossimi due o tre anni la maggior parte delle riunioni virtuali si sposterà da scatole quadrate bidimensionali al metaverso, uno spazio 3D con i partecipanti che appariranno come avatar digitali.

Le applicazioni nell’ambito della vita professionale sono forse quelle più vicine rispetto ad un ambito temporale di crescita e sviluppo del metaverso, infatti le aziende possono già sfruttare le funzionalità offerte da questa tecnologia per avere interazioni con gli esseri umani digitali per:

  • scopi aziendali;
  • inserire i dipendenti;
  • vendere;
  • fornire servizi ai clienti.

Gli utenti all’interno del metaverso invece possono creare, condividere e scambiare risorse o esperienze.

Il metaverso è il futuro del web?

Il metaverso sembrerebbe a tutti gli effetti essere l’evoluzione di ciò che fino ad ora è stato internet, convogliando tutto ciò che è possibile fare su internet ma permettendo di farlo in modo più intuitivo e coinvolgente. Grazie al metaverso le aziende amplieranno la possibilità di entrare in contatto con gli utenti, così come la possibilità di ricavare ed analizzare preziosi dati relativi al comportamento degli utenti, fondamentali per creare vantaggio supplementare per le proprie strategie di marketing.

Allo stesso tempo, le imprese avranno modo di creare e rafforzare la propria identità di brand ma anche di cogliere le opportunità e modelli di business decentralizzati, persistenti, interoperabili e collaborativi che aiuteranno le aziende a elevare il business digitale a livelli senza precedenti. Mentre gli utenti avranno la possibilità di fare molteplici esperienze virtuali fino ad ora neanche immaginate dematerializzando ogni cosa fino ad oggi presente solo nella realtà fisica.

Con il metaverso, infine, cresceranno le opportunità di carriera nell’ambito digitale, grazie alla richiesta di nuove competenze utili allo sviluppo del metaverso nel prossimo futuro. Secondo queste potenzialità e stando ai dati fin qui visti, possiamo essere certi che il metaverso non è un concetto da sottovalutare, ma è invece da tenere in forte considerazione per non farsi trovare impreparati nel momento in cui questo assumerà maggior rilievo con la crescita degli utenti che lo utilizzeranno.

top CEO più seguiti su LinkedIn

Chi sono i CEO italiani più seguiti su LinkedIn nel 2022: ecco la classifica

Per il terzo anno la società di consulenza di reputazione digitale Pubblico Delirio ha pubblicato il suo report annuale sulla comunicazione su LinkedIn dei CEO delle più grandi aziende che operano in Italia. La mappatura classifica i trenta leader apicali con più follower, per poi approfondire le loro strategie e risultati. Del panel di 275 aziende, il numero di CEO presenti su LinkedIn è indicativamente stabile rispetto al 2021 e si attesta al 71% del totale.

LEGGI ANCHE: Employer branding: guida aggiornata al 2022

Tanti i settori rappresentati nella Top 30, aggiornata al 30 giugno 2022: il Finance si conferma il più presente con ben 7 manager, in crescita rispetto al 2021 dove erano solo quattro. Poi Energy & Utility con 5 e Automotive e Retail con 4. Per la prima volta anche il settore Food&Beverage con ben 3 CEO in classifica. Grande assente di quest’anno il Pharma, anche per i cambi al vertice.

ceo più seguiti su LinkedIn

I 10 social CEO più seguiti su Linkedin nel 2022

Continua ad aumentare in maniera costante la media dei follower dei trenta CEO più seguiti: 29.300 quest’anno, ben 7.100 in più rispetto all’anno scorso e 14.700 rispetto al 2020. Dato influenzato dai primi tre che da soli coprono il 32% del totale dei follower della Top10: Stephan Winkelmann di Automobili Lamborghini (121.600, +42.000), Luca De Meo di Renault Group (93.900, +30.400) e Nerio Alessandri di Technogym (69.900, +17.800), sul podio al posto di Marco Alverà (70.700 follower, +14.700), uscito dal panel avendo di recente lasciato la guida di Snam.

I tre leader tengono a distanza Giampaolo Grossi di Starbucks Italia, che con 18.600 nuovi follower raggiunge quota 48.500 e conquista il quarto posto (+4 posizioni rispetto al 2021), Corrado Passera di illimity Bank (45.700, +7.100) e Francesco Starace di Enel (44.400, +5.000) che si scambiano la posizione rispetto al 2021.

Per la prima volta nei 10 anche una donna: Cristina Scocchia, che da Kiko Milano passa a illycaffè e che scala quattro posizioni con 20.400 nuovi follower per un totale di 41.700. Chiudono la Top 10 Claudio Descalzi di Eni (41.200, +4.600), Andrea Pontremoli di Dallara (33.500, +8.400) e Bartolomeo Rongone di Bottega Veneta (30.700; +11.700) . Scivola invece fuori dai dieci Francesco Pugliese di Conad (29.400, +5.000).

Stabile a tre il numero di CEO donna in classifica: oltre alla Scocchia e a Silvia Candiani di Microsoft Italia (20.500; +5.600), quindicesima, anche Elena Goitini di BNL – BNP Paribas Italia (10.800, +6.100), venticinquesima. Esce dalla Top 30 Fabiana Scavolini di Scavolini (45°).

Tanti nuovi Manager nella TOP 30 dei CEO più seguiti su LinkedIn

Tanti nomi nuovi nella Top 30, anche grazie ai diversi avvicendamenti al vertice delle aziende.

Tra le new entry troviamo Pietro Labriola (14.100) da quest’anno al vertice di Tim, Pierroberto Folgiero (13.000, + 6.700) passato dalla guida del Gruppo Maire Tecnimont a quella di Fincantieri, Fabrizio Gavelli (9.900), presidente e amministratore delegato Italy & Greece di Danone Company, e Giannalberto Cancemi, recentemente nominato CEO di Leroy Merlin Italia (9.500).

CEO più seguiti su LinkedIn - performance

Il manager che ha scalato più posizioni è Andrea Orcel di Unicredit (12.900 follower) che con 11.800 nuovi follower passa dalla 139° alla 21° posizione. “Il Gruppo UniCredit nel 2019 aveva abbandonato la comunicazione consumer su Facebook e Instagram, focalizzandosi su un approccio più corporate e internazionale” – Stefano Chiarazzo, fondatore di Pubblico Delirio e autore per FrancoAngeli del libro Social CEO.

Reputazione digitale e brand advocacy per manager che lasciano il segno – “Su LinkedIn invece sembra dedicare crescenti risorse anche nel supporto del suo CEO, il cui aumento di follower va di pari passo con una frequenza di pubblicazione in linea con la media dei Top 30 e un engagement rate del 4,4%, sopra media ”.

Si distinguono per crescente impegno e conseguente aumento di follower anche Claudio Domenicali di Ducati (30.200, + 26.000; 11°, +33 posizioni), Remo Ruffini di Moncler (12.100, +8.100; 22°, +23), Stefano Donnarumma di Terna (11.100, +6.800; 24°, +18), Elena Goitini di BNL – BNP Paribas Italia (25°, +13) e Stefano Venier (9.700, +5.000; 28°, +11), ex CEO di HERA recentemente passato a Snam. La Top 30 completa è consultabile su pubblicodelirio.it.

Strategie di pubblicazione dei CEO più seguiti su LinkedIn

I leader aziendali nel periodo di osservazione, marzo-giugno 2022, hanno pubblicato in media 5,8 post al mese, dato di poco superiore all’anno precedente (5,7 da metà marzo a metà luglio 2021). Francesco Pugliese è in assoluto il più attivo con una media di 31 pubblicazioni al mese tra post, condivisioni e articoli.

Seguono Stefano Rebattoni di IBM Italia con 17,8 e poi Silvia Candiani di Microsoft Italia e Giampaolo Grossi che postano su LinkedIn rispettivamente 11,5 e 11,3 volte al mese. Guidano invece per ’engagement rate* Remo Ruffini 9,4%, Stefano Venier 9,2% e Cristina Scocchia 6,5% che, nonostante la bassa frequenza di pubblicazione (rispettivamente 1, 2,8 e 1,3 post al mese), si differenziano di molto rispetto alla media dei Top 30: 2,2%, in crescita dello 0,5%.

Nel 2020 dalla mappatura dei contenuti pubblicati dai manager durante il lockdown effettuata da Pubblico Delirio erano emersi quattro possibili, e non necessariamente alternativi, approcci all’executive communication su LinkedIn: reporter, thought leader, supporter e activist. Si confermano in particolare i primi due: “Tra i CEO della nostra Top 30 restano prevalenti due strategie editoriali” – Rivela Chiarazzo – “Chi punta sull’amplificazione delle novità aziendali e chi coinvolge la propria rete rispetto alla propria visione del mercato in cui opera”.

CEO più seguiti su LinkedIn - stili di comunicazione

L’attivismo dei CEO più seguiti su LinkedIn

Se già nel 2020 l’emergenza sanitaria aveva portato un aumento dei supporter, che raccontavano in tempo reale quello che stavano facendo per le comunità interne e esterne, questo approccio si sta progressivamente allargando agli ESG (Environmental, Social, Governance).

Complici la maggior consapevolezza del proprio ruolo nel contrastare l’emergenza climatica, la cristallizzazione di politiche di Diversità e Inclusione e l’urgenza di prendere decisioni in risposta ai nuovi conflitti geopolitici, sono tanti i CEO che raccontano su LinkedIn le iniziative della propria azienda.

Alcuni di loro stanno prendendo nette posizioni con l’obiettivo di guidare la propria azienda e il settore verso un reale cambiamento. Una scelta comunicativa che va oltre il supporter e il thought leader e si configura come activist, impegnato in prima linea nel promuovere azioni concrete in favore del Bene Comune su importanti questioni sociali, ambientali e politiche che non sono sempre correlate ai profitti aziendali.

Tra i manager più attivi, Fabrizio Gavelli, che già nella bio su LinkedIn si presenta come “Activist of Brand Activism”. Il nuovo AD di Danone Company in Italia e Grecia ha deciso di andare oltre la B Corp come modello virtuoso a cui riferirsi e si pone attivamente come promotore di un confronto e di piani comuni con gli altri leader in favore di un benessere condiviso.

Emergono in tal senso anche Francesco Pugliese di Conad e diversi CEO nel mercato energetico, dove è sempre più centrale la partnership tra aziende e settore pubblico.

In generale, tuttavia, si nota un approccio prevalentemente prudente su un tema polarizzante come la guerra in Ucraina, con la maggior parte dei manager che ha preferito non esporsi.

Tra i leader che ne parlano “Prevale un annuncio telegrafico delle misure adottate e delle iniziative di solidarietà, in alcuni casi chiudendo temporaneamente i commenti” – commenta Chiarazzo – “C’è poi chi ha semplicemente condannato l’invasione dell’Ucraina, aprendo il fianco a richieste legate alle azioni concrete intraprese”. Un’ulteriore dimostrazione della pericolosità di cavalcare gli hot topic anziché seguire una strategia determinante anche sui social media: fare prima di raccontare.