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Perché il futuro dell’Influencer Marketing è la Community

Nel corso degli anni l’Influencer Marketing si è evoluto. Da novità che genera curiosità a tattica di marketing ormai radicata nelle aziende e nelle organizzazioni che puntano alla visibilità online.

Questa trasformazione ha fatto sì che anche il modo in cui le campagne di Influencer Marketing vengano gestite con più consapevolezza.

Dieci anni fa i brand hanno iniziato a collaborare con gli influencer per raggiungere il proprio target sui social media e creare programmi di marketing più autentici come alternativa al tradizionale Paid Advertising. Spesso senza troppa cognizione di causa, senza dare troppa importanza alle capacità comunicative dei creator e sottovalutando ciò che poi si è rivelato essere molto più di un trend.

Oggi vediamo aziende, imprese, professionisti e organizzazioni espandere il loro potenziale di visibilità riducendo la loro dipendenza da alcune piattaforme per sperimentare altri canali emergenti.

Luoghi digitali che permettono una rapida crescita organica nel momento in cui il brand riesce a gestire community diverse che rispondono a una specifica organizzazione, diversa dal tradizionale presidio dei classici social.

Ad esempio ciò significa creare prodotti, offrire esperienze e raccontare storie create insieme alla community del brand.

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futuro dell'influencer marketing è la community creator ninja marketing

È sempre una questione di dialogo

Ogni volta che si invia un messaggio, questo deve offrire valore al destinatario per poter riscuotere successo. Comunicare in maniera genuina e sinceramente attenta alle persone è il modo più diretto per entrare in contatto con il proprio pubblico.

Dato che i brand cercano di approfondire le relazioni con i clienti, una community rappresenta il canale più potente per questo scopo.

I referral generati all’interno di una community hanno un valore 3 volte superiore rispetto a quelli che derivano da altri canali e azioni di marketing.

Investire in una community – invece di limitarsi solo alla pubblicità a pagamento – favorisce la fidelizzazione dell’utente e sostiene una solida crescita organica a lungo termine.

Dalla transazione allo storytelling

Gli ultimi due anni hanno costretto anche i marketer a fare i conti con restrizioni e distanziamenti.

Un momento storico in cui spingere con energia alla vendita diretta non è esattamente la mossa migliore per un brand.

Ecco perché è fondamentale investire le proprie risorse su una tipologia di marketing che aiuta a entrare davvero in contatto con le persone potenzialmente interessate ai prodotti o servizi di un’azienda. Mettere a frutto i proprio sforzi comunicativi di brand attraverso la creazione di una community significa:

  • chiedere quali contenuti sono più preziosi e utili al proprio target di riferimento;
  • cosa vogliono vedere le persone in relazione ai prodotti o i servizi di un’azienda;
  • proporre offerte personalizzate e che rispettano le esigenze e le necessità – soprattutto in seguito a un periodo così difficile e faticoso.

In sostanza, adattare i messaggi del brand affinché riflettano il desiderio e le aspirazioni delle pubblico di riferimento significa lavorare per cementificare le basi della propria community.

futuro dell'influencer marketing è la community brand ninja marketing

Significa che l’Influencer Marketing è morto?

No affatto!

Sia gli influencer che i brand seguono lo stesso funnel di marketing per intercettare e convertire l’utente finale. Presidiano le stesse piattaforme, parlano allo stesso pubblico, lavorano con strutture e dinamiche comunicative spesso molto simili.

La collaborazione temporanea tra brand e influencer ha ancora senso di esistere soprattutto nel momento in cui una campagna one-shot è focalizzata su una nicchia estremamente verticale e ben circoscritta.

Tuttavia, esiste un modo migliore con cui brand e influencer possono collaborare tra loro per ottenere performance di marketing (ovvero engagement) più durature nel tempo: lavorare verso la creazione di community.

Significa integrare due forze comunicative di grande impatto in un’unica strategia di marketing online. Un po’ come quando i supereroi decidono di unire le proprie forze, i propri strumenti e i propri superpoteri per salvare l’umanità da una minaccia insuperabile.

Aziende e influencer, insieme per la costruzione di una brand community!

Marketing autentico oggi e domani

Oggi i consumatori vogliono essere coinvolti nel processo di sviluppo di un brand. Non si tratta solo di umanizzare l’azienda e adottare un approccio customer-centric.

Costruire relazioni autentiche tra brand, creator e il loro pubblico è il punto di partenza.

L’Influencer Marketing ha raggiunto uno scenario standard in cui gran parte del semplice posizionamento di prodotto avviene su Instagram mentre le connessioni più profonde e autentiche si trovano su YouTube o su piattaforme più verticali, come Twitch o TikTok.

Influencer Marketing

Ecco perché le aziende dovrebbero iniziare a ottimizzare gli strumenti con cui cercare e ingaggiare gli influencer delle campagne di marketing per catalizzare le loro potenzialità di visibilità e costruire – proprio a partire da loro – una robusta fanbase.

I migliori risultati derivano dalla creazione di contenuti unici, fatti su misura, personalizzati per un pubblico specifico. Ecco il valore aggiunto che può dare l’Influencer Marketing verso la costruzione di una brand-community.

I brand moderni hanno l’opportunità di offrire esperienze e raccontare storie, co-creandole con creator, ambassador e influencer in grado di cementare le relazioni con i loro clienti.

Influencer Marketing: la vera sfida della creazione di una Community

Il vantaggio di lavorare con gli influencer a lungo termine supera il ritorno generato da una collaborazione una tantum. Ma ci sono alcuni fattori da considerare. In primo luogo, la costruzione di una community implica la sua costante manutenzione e gestione.

Un brand deve essere capace di ascoltare efficacemente la community e guidare gli influencer al suo interno affinché da semplici follower diventino brand ambassador e sostenitori.

Perciò il processo di selezione, verifica, comunicazione e tracciamento non può essere lasciato al caso. Diversamente, non sarebbe possibile quantificare i risultati e poter decidere quale strada intraprendere per una comunicazione davvero incisiva dell’azienda sulle piattaforme social.

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video marketing copertina

Video marketing: perché i video sono un must-have per i brand che vogliono raggiungere un pubblico giovane

Quando si tratta di interagire online con un pubblico particolarmente ampio, i video sono un format must-have per i brand di tutto il mondo e una strategia di video marketing risulta indispensabile.

Fare leva sulle emozioni e sull’immediatezza del messaggio sembra essere la chiave del successo, soprattutto nel contesto dei canali di comunicazione digitale. Il mondo di oggi è popolato da consumatori sempre più fruitori di contenuti video, e pertanto, gli inserzionisti si trovano di fronte alla difficile sfida di creare contenuti video volti non solo a catturarne l’attenzione , ma anche a conquistarne  i cuori e l’immaginazione.

Secondo i dati forniti dallOsservatorio Digital Content del Politecnico di Milano (School of Management), il mercato dei video italiano ha superato i 1.3 miliardi di Euro nel 2021: 4 utenti online  italiani su 5 guardano contenuti video (in aumento di 7 punti percentuali rispetto al 2020). Questi dati suggeriscono che il video marketing occupa un posto importante che non va sottovalutato.

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Video marketing: cresce la spesa pubblicitaria

Inoltre, cresce anche la spesa pubblicitaria associata alla distribuzione di video: l’advertising registra aumento del +11% per un valore complessivo di 510 milioni di Euro. Si tratta, pertanto, di un mercato in forte espansione e che non ha ancora terminato il suo percorso evolutivo: anzi, lo scenario continuerà a mutare in virtù di numerose sfide che i protagonisti del settore dovranno affrontare nel prossimo futuro.

video marketing pinterest

Tutto questo diventa ancora più rilevante se il target desiderato sono i più giovani. Nonostante la continua richiesta online per foto d’impatto, sono i video a dominare nel panorama online della Gen Z e dei Millennial. A differenza delle generazioni prima di loro, non hanno mai conosciuto un mondo senza la tecnologia digitale, cosa che li ha resi dei consumatori consapevoli, in grado di capire meglio i retroscena della creazione di contenuti digitali rispetto alle controparti più adulte.

“Abbiamo rilevato nell’ultimo anno un aumento significativo, sia per gli utenti, sia per i brand, della creazione e fruizione di contenuti video: le persone infatti cercano sempre più fonti di ispirazione immersive e coinvolgenti. La popolarità dei format video incentiva le aziende a creare più contenuti video e, di conseguenza, i marketer, i creator e chiunque voglia veicolare un messaggio destinato alla prossima generazione di consumatori deve investire nella creazione di contenuti di questa tipologia. Pinterest è una piattaforma molto più efficace rispetto ad altre nel raggiungere un pubblico mirato. Secondo una ricerca condotta in Italia da Pinterest e Dentsu, i contenuti pubblicitari video su Pinterest hanno una visibilità 9 volte maggiore e un tasso di finalizzazione di 3,5 volte superiore rispetto alle altre piattaforme. Questa efficacia deriva dal fatto che il pubblico di Pinterest è particolarmente ricettivo a contenuti pubblicitari d’ispirazione.” – Christian Cochs, Head of Sales per Italia e Spagna a Pinterest.

Per supportare al meglio gli advertiser, Pinterest fornisce 7 consigli sulla realizzazione di video coinvolgenti, basandosi sui contenuti più efficaci e più seguiti nello scorso anno sulla piattaforma.

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7 consigli per il video marketing

Stabilire i propri obiettivi di business: è necessario tenere sempre a mente i propri obiettivi commerciali per capire cosa si vuole ottenere con i propri video: avere un impatto elevato, attirare l’attenzione (con video brevi e incisivi), oppure fornire una versione più estesa ed educativa.

I video esteticamente curati attirano maggiormente l’attenzione: poiché i primi secondi sono cruciali per catturare l’attenzione dell’utente, indipendentemente da tema del video, occorre sempre puntare a scatti di alta qualità estetica. Tuttavia, non va dimenticato che gli utenti non ricercano solo ed esclusivamente questo: avere un ampio range di contenuti, così come di suggerimenti e trucchi del mestiere, permette di attirare tutti i tipi di spettatori da tutto il mondo.

Conoscere i propri clienti: per poter arrivare con i propri contenuti ad un pubblico più targettizzato, è fondamentale conoscerlo al meglio. Dato il superamento dell’idea di un tradizionale profilo del pubblico, è necessario informarsi sulle nuove abitudini dei consumatori e sulle proprie aspettative. Si tratta di un’operazione molto semplice, che può partire banalmente dalla scelta delle palette di colori e parole più attraenti per il pubblico a cui ci si vuole rivolge.

Conoscere i propri numeri: avere un profilo business su Pinterest permette a brand e creator di avere accesso non solo a funzionalità aggiuntive, ma anche a statistiche, uno strumento indispensabile per capire cosa i Pinner vogliono, cercano e apprezzano. Per esempio, si possono analizzare dati raccolti settimanalmente per vedere quali Pin danno migliori risultati e quali funzionalità possono aiutare ad ottimizzare la performance.

pinterest dati sui video

Selezionare i giusti ingredienti e lasciarsi ispirare: diversi tipi di pubblico reagiscono diversamente a diversi tipi di video. Dai contenuti generati dagli utenti ai video che rimandano a ad altri contenuti contentiinformazioni aggiuntive, occorre prestare attenzione a tutti gli elementi del video. Pinterest è un ottimo strumento non solo per indirizzare il traffico e ispirare gli utenti, ma anche per ispirare il lavoro di brand e creator. I report di Pinterest, come, per esempio Pinterest Predicts, sono tutte fonti d’informazione significative a livello globale e locale, da poter sfruttare se si è alla ricerca di nuove idee.

Osservare ciò che le persone stanno cercando: può essere d’aiuto, nella definizione del taglio dei propri video, osservare ciò che il pubblico in target sta cercando al momento sulla piattaforma. La newsroom di Pinterest è uno spazio utile per inquadrare le tendenze più seguite del momento, come per esempio la stagione dei matrimoni. Le ricerche delle celebrazioni festive aumentano su Pinterest dai 2 ai 3 mesi prima: del resto, la pianificazione in anticipo, come piace ai Pinner, è qualcosa di imprescindibile; a tal fine, i brand possono aggiungere ai propri contenuti descrizioni, hashtag, link alle bacheche e sezioni specifiche.

Essere veloci e facilmente fruibili: i video dovrebbero durare idealmente dai 45 secondi ai 3 minuti, mantenere un equilibrio tra divertimento e informazioni, e preferibilmente, essere registrati in modalità verticale. Nel caso di collaborazioni con creator apprezzati dal pubblico in target oppure di invito ad acquistare un prodotto, è sempre importante realizzare contenuti video che incoraggino un’azione, ma soprattutto coinvolgenti.

tiktok e PMI

Scopri come Hollywood sta sfruttando TikTok per arrivare alla Gen Z

TikTok ha un innegabile posto d’onore nell’attuale panorama dei social media, con un forte ascendente in particolare sui nativi digitali, coloro che sulla carta d’identità registrano un anno di nascita tra il 1997 e il 2012.

Se i Millenial amano consumare contenuti, la Generazione Z predilige creare contenuti, e  in questo TikTok, appare come la piattaforma giusta per eccellenza: video di 15-60 secondi, visualizzati senza soluzione di continuità, che attirano il pubblico con la propensione al binge-watching.

L’industria cinematografica americana sta diventando una presenza forte sul social: non c’è voluto molto ai colossi del cinema per comprendere quanto il mezzo possa raggiungere direttamente i giovanissimi, in particolar modo sfruttando l’umorismo e l’irriverenza.

tiktok e hollywood

Lionsgate (e non solo) insegna come fare

Lionsgate Entertainment, (entertainment company statunitense che ha distribuito l’ultimo film di Pedro Pascal, “The unbearable weight of massive of talent”), ha pubblicato un video su TikTok, diventato velocemente virale, in cui il protagonista della pellicola, in una live streaming, ripete “sono il papà dei papà”.

@lionsgate pedro is definitely the daddiest daddy. #massivetalent #pedropascal ♬ original sound – Lionsgate

Ebbene, la sezione commenti è ricca di utenti che esprimono meraviglia circa il fatto che una clip del genere sia stata pubblicata sull’account ufficiale della compagnia.

“[…] è una piattaforma con un proprio linguaggio che richiede autenticità” spiega Marisa Liston, Presidente Marketing Cinematografico mondiale di Lionsgate, “poiché il nostro team social utilizza TikTok nel modo in cui lo usano i fan, sta coinvolgendo i follower e costruendo i nostri brand da una prospettiva incentrata sui fan”.

La strategia di far ricorso ad una vena comica non è certo una novità per la compagnia che vanta 4 milioni di follower e 90 milioni di Mi Piace: uno dei loro video più virali è “Pinocchio: a true story”, con il trailer dell’attore Pauly Shore, voce del burattino italiano, che utilizza un tono spiccatamente femminile, tanto da renderlo, in un attimo, icona LGBTQ.

Il video, che ha totalizzato oltre 6 milioni di visualizzazioni, ha registrato molteplici commenti relativi all’efficacia della pubblicità del film realizzata in modo alquanto alternativo.

La strategia dell’umorismo su TikTok non riguarda però solo i titoli in uscita: è infatti sfruttata anche per evocare un effetto nostalgia dei vecchi film, e per generare conversazioni su di essi.

Uno dei video più virali è stato pubblicato sull’account della Universal Pictures: una clip musicale con la canzone sottotitolata “We’re cheerleader” del film “Bring it on” uscito nel 2000, ha avuto grande successo proprio per aver sottotitolato per la prima volta il testo della canzone, nonostante non fosse una novità del botteghino.

“[…]  la Universal può parlare da un luogo di autorità come nessun altro può, sfruttando i film che le persone conoscono e amano” ha speigato Alex Sanger, Vicepresidente esecutivo di Universal marketing digital, “[…] possiamo diventare un po’ più irriverenti e lo-fi” ha continuato Sanger, “è semplicemente un ottimo posto per noi per avere quelle conversazioni continue e creative con i fan”.

LEGGI ANCHE: TikTok Marketing: cosa possono imparare i brand dal pubblico e dai creator

Perché essere irriverenti su TikTok aiuta

È chiaro che TikTok appare lo strumento perfetto per comunicare senza prendersi troppo sul serio, utilizzando un linguaggio meno formale anche sui canali definiti formali. Ed è altrettanto ovvio che il target di riferimento sia la Generazione Z.

“[…] è un modo genuino per connettersi con il pubblico e divertirlo” ha sottolineato Nikao Yang, Responsabile dei media, intrattenimento e giochi di TikTok, “[…] si tratta di come sfrutti TikTok per amplificare il tuo messaggio per entrare in contatto con il pubblico, convertirlo in fan che poi verranno a guardare e trasmettere in streaming i tuoi film”.

Non è un’alternativa agli altri social, ma uno strumento che permette una comunicazione meno istituzionale, non per questo meno efficace, prodotta da un account ufficiale. Ha un tono emotivo ed empatico che colpisce la mente del consumatore giovane.

social media tiktok

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La pubblicità che non disturba

Altro importante aspetto che sta spingendo le imprese dell’industria cinematografica a spostare il focus del proprio marketing su TikTok, è l’efficacia dei contenuti pubblicitari. La Generazione Z sembra essere ben disposta ad accettare i messaggi pubblicitari su TikTok, perché, a differenza degli altri social, i contenuti pubblicitari sembrano essere parte del video, e non sono immediatamente riconoscibili.

La community può offrire un coinvolgimento senza pari agli inserzionisti, “[…] l’industria si sta orientando verso di noi perché sanno che abbiamo questa ambita fascia di consumatori di cui il settore ha bisogno, per far crescere la comunità dell’intrattenimento e per far crescere l’industria”, ha commentato ancora il Responsabile del social.

Universal, ad esempio, ha sfruttato la potenzialità del social con una riuscita campagna per pubblicizzare il film “Fast and Furious 9”, con un video esilarante in cui ha partecipato il creatore Daniel Mac insieme alla star Helen Mirren, che ha raggiunto più di 46 milioni di visualizzazioni.

Perché la pubblicità su TikTok funziona?

Semplice, lo chiarisce in poche parole uno dei principali tiktoker, Juju Green (alias @straw_hat_goofy), soprannominato “il ragazzo del cinema”, che in poco tempo, soltanto da gennaio 2020, è riuscito a raggiungere 3 milioni di follower mostrando le sue opinioni in fatto di cinema. “Se ti affermi su TikTok come una persona reale che ha solo molti pensieri sui film, poi le persone vogliono sentire i tuoi pensieri su un particolare film in uscita […] sembra meno pubblicità” ha affermato Green, che vanta collaborazioni preziose come Sony, Google e Hulu.

I nativi digitali partecipano alla creazione del contenuto, lo co-creano, lo condividono, e realizzano, involontariamente, una propagazione gratuita, veloce e di lunga durata, in un modo che che l’industria non potrebbe fare da sola.

Si rinnova così quell’abusato concetto di “prosumer” (produttore-consumatore), coniato da Alvin Toffler  negli anni ’80, quando il consumatore si è affacciato sul mercato in modo attivo e ha iniziato a far sentire la propria voce.

E per il momento, secondo le parole del vicepresidente di TikTok, le entrate cinematografiche sembrano ripagare la strategia dei produttori.

tiktok

TikTok Marketing: cosa possono imparare i brand dal pubblico e dai creator

TikTok è diventata la piattaforma leader al mondo per guardare, creare e interagire con la community attraverso video di breve durata. 

I numeri parlano chiaro: oltre 1 miliardo di persone si collega ogni mese per divertirsi e scoprire nuovi trend. Questa crescita esponenziale non può essere sottovalutata da brand e inserzionisti, che hanno bisogno di un’informazione chiara e completa per non rimanere indietro e rivolgersi al mercato con il giusto approccio.

TikTok per i marketer: imparare dai consumatori e dai creatori

Uno dei format più popolare sul social media tanto amato dai giovani è quello dell’edutainment: sono contenuti in grado di intrattenere, informare e divertire allo stesso tempo. Proprio per questo registrano un tasso di completamento elevato e si trasformano spesso in una comunicazione virale diventando veri e propri meme.

In che modo brand, marketer e inserzionisti possano sfruttare e cavalcare questa tendenza?

Territory Influence ha intervistato oltre 33.000 consumatori e creator in tutta Europa evidenziandone le intuizioni e facendo tesoro delle informazioni più preziose. Tutto questo, per estrapolare consigli concreti di marketing in grado di valorizzare al massimo le campagne dei marchi e renderle produttive ed efficaci.

L’appuntamento per fare incetta di queste indispensabili informazioni è giovedì 30 giugno, grazie al webinar di Territory Influence in cui verranno svelati i risultati della survey sulle relazioni tra brand e influencer, sulle potenzialità dei contenuti creativi all’interno della piattaforma e sulle opportunità per marketer e brand che si affacciano a questo nuovo scenario o che non hanno ancora imboccato la giusta strada per registrare numeri importanti.

Novità, tendenze e suggerimenti su come i marchi, più o meno grandi, possono collaborare con i content creator più appassionanti faranno parte della scaletta del webinar condotto da Filadelfo Aparo e Giulia Bogliolo, rispettivamente Business Developer e Client Service Leader di Territory Influence.

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territory influence

L’appuntamento è previsto per il giorno 30 giugno alle ore 11.00. In questo webinar imperdibile Territory Influence e i creator di TikTok ci illustreranno:

  • I risultati dell’indagine in Italia, Germania, Francia, Spagna, Italia, Polonia, Ungheria;
  • Nozioni di marketing supportate da casi di brand di varie industry;
  • Testimonianze dal vivo di esperti con background diversi (con una guest star a sorpresa).

Un’occasione unica per partire con il piede giusto, se si sta considerando l’ingresso del proprio brand sullo strumento del momento, o di ripartire con una corretta base di informazioni e consigli in grado di trasformare la propria presenza su TikTok in un canale di comunicazione efficace con il pubblico.

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Marketer alla scrivania che lavora al computer per impostare le LinkedIn Ads

Linkedin Ads: come funzionano le campagne a pagamento

Linkedin rappresenta una piattaforma molto interessante per il settore B2B e per i professionisti alla ricerca Lead qualificate o contatti verticali.

Per usare Linkedin ads come canale di promozione però, è fondamentale avere prima di tutto ben chiaro in mente, gli obiettivi che si vogliono raggiungere e la strategia da seguire per ottenerli, così da creare le campagne più adatte allo scopo.

Nella creazione delle campagne a pagamento su Linkedin è infatti essenziale fare riferimento ad una  strategia di Digital Marketing ben elaborata in cui vi siano tutti gli obiettivi prefissati e le modalità scelte per perseguirli.

È su questa strategia infatti, che deve necessariamente fondarsi la creazione della campagna.

La strategia di Digital Marketing permette infatti di:

  • decidere gli obiettivi di business
  • capire come incentrare le azioni rispetto ai risultati desiderati
  • scegliere le risorse adeguate agli scopi
  • facilitare il lavoro creando un piano d’azione ben studiato
  • arrivare agli scopi prefissati

Guida all’impostazione alle campagne a pagamento su Linkedin nel 2022

Capire come funziona LinkedIn Ads e impostare la tua prima campagna pubblicitaria con successo è quindi uno step che arriva solo in un secondo momento ed in questo articolo spiegheremo bene come farlo nel modo corretto.

Attraverso una chiara e pratica guida all’impostazione alle campagne a pagamento su Linkedin nel 2022, spiegheremo il funzionamento generale di LinkedIn Ads e le motivazioni per cui scegliere questa piattaforma per le proprie campagne pubblicitarie.

Ma partiamo quindi prima di tutto dagli obiettivi. Quando si crea una campagna su Linkedin è bene innanzitutto iniziare ponendosi alcune domande:

  • quali sono gli obiettivi che voglio raggiungere?
  • quali sono i risultati che voglio ottenere  dalla campagna?
  • perché usare Linkedin ads potrebbe essere la scelta migliore?

Una volta che si risponde a queste domande si saprà quindi già da dove iniziare nella scelta della campagna e nel budget che si vuole investire. Vediamo allora punto per punto come fare per scegliere le campagne e il budget su Linkedin ads per finire con la comprensione dei risultati e dei metodi per misurarli.

Come scegliere le campagne

Innanzi tutto è bene sapere che al momento della creazione della campagna su Linkedin ads, è possibile scegliere per ogni campagna gli obiettivi principali. In tal modo l’algoritmo di Linkedin sarà in grado di ottimizzare le campagne a seconda dell’azione prescelta.

La scelta si basa su 3 macro obiettivi che possono essere classificabili come: 

  • Awareness
  • Consideration
  • Conversions

Le campagne create con un obiettivo Awareness vengono sviluppate per una fase TOFU (top of funnel), ovvero la parte alta del percorso che porta un utente qualsiasi a diventare un cliente, con l’obiettivo di accrescere la brand awareness e vengono realizzate per la massimizzazione delle impressioni.

Le campagne create con un obiettivo Consideration invece, possono svilupparsi in 3 micro obiettivi:

  • Engagement
  • Visite al sito web
  • Visualizzazioni Video

Le campagne sviluppate con il macro obiettivo di Conversions infine, si basano su 3 micro obiettivi:

  • Lead Generation
  • Conversioni sul sito web
  • Job Applicants
obiettivi campagne linkedin ads

Immagine presa da Linkedin

L’obiettivo Lead generation può essere raggiunto usando form precompilati con i dati del profilo di chi riceve l’ad, mentre per ottenere conversioni sul sito web viene utilizzato il conversion tracking di Linkedin.

La selezione dell’obiettivo della campagna è uno step molto importante come vedremo più avanti, poiché è questo a determinare la possibilità di usare ulteriori impostazioni e funzionalità su Linkedin ads, quali:

  • i formati dell’annuncio
  • la strategia dell’offerta
  • gli obiettivi di ottimizzazione

Ma come possono questi obiettivi tradursi in risultati? Affinché questo avvenga è essenziale scegliere la campagna più adatta in base all’obiettivo. In questo modo si avrà la possibilità di ottenere risultati specifici come:

  • la trasmissione di informazione in merito ai prodotti o servizi che un’azienda offre
  • la creazione di traffico indirizzato al sito web o alla landing page
  • la generazione di interazioni utili a far crescere la pagina
  • la visualizzazione dei contenuti video al maggior numero di utenti
  • la raccolta dei dati degli utenti
  • l’ottenimento di azioni di valore compiute sul sito web (vendite, downloads di materiali)
  • la promozione delle opportunità lavorative presso l’azienda

 Analizzati gli obiettivi e compresi i risultati ottenibili in base a questo, non rimane che creare le campagne su Linkedin ads e per farlo è possibile avvalersi di alcune tattiche e strumenti utili a facilitare il perseguimento degli obiettivi prefissati.

Tra le cose a cui prestare particolare  attenzione nella creazione di una campagna su Linkedin ads dunque, troviamo:

  • la scelta della località a cui mostrare il contenuto della campagna;
  • la decisione rispetto alla lingua del profilo LinkedIn dell’utente a cui mostrare il contenuto;
  • la creazione dell’audience a cui si vuole mostrare la campagna filtrando per età, azienda, job title, industry, skills etc;
  • lo sfruttamento delle Matched Audiences, ovvero il remarketing su LinkedIn;
  • l’uso dell’ Audience Expansion, strumento utile nel caso in cui si voglia raggiungere un pubblico più ampio ma sempre pertinente;
  • la scelta del formato dell’annuncio (con testo, video, immagine, modulo, messaggio in mail)
  • l’impostazione, se lo si sceglie, del LinkedIn Audience Network per la pubblicazione degli annunci su app e siti Web mobili esterni

Le audience su Linkedin ads

Tra tutti gli elementi fino ad ora elencati, la scelta dell’audience a cui si vuole mostrare la campagna rappresenta forse lo step più  importante, infatti è bene sapere che su Linkedin ads, la scelta dei pubblici a cui la campagna verrà mostrata può essere fatta per le singole campagne e tali pubblici possono essere suddivisi in tre gruppi:

  • Audience salvate
  • Pubblici template
  • Pubblici Matched Audience

Le audience salvate possono essere personalizzate usando diversi parametri tra cui:

  • parametri aziendali (categoria merceologica, connessioni di primo grado che lavorano in un’azienda, follower di un’azienda, tasso di crescita, nome dell’azienda, dimensione aziendale)
  • percorso scolastico
  • esperienza lavorativa con ruolo, anzianità, titolo e member skills
  • i gruppi a cui l’audience appartiene indicativi dei suoi interessi

I pubblici template sono invece pubblici preimpostati di Linkedin utilizzati per individuare figure che sono solitamente obiettivo di campagne pubblicitarie.

I pubblici Matched Audience infine possono essere generati con i dati in possesso della tua azienda e vengono utilizzati con il retargeting al fine di fare:

  • website retargeting, ovvero re-ingaggiare gli utenti che hanno già visitato il tuo sito web
  • contact targeting, coltivando i prospect dei quali si hanno già i dati
  • creare campagne account based, un esempio sono gli elenchi di aziende

Il retargeting su Linkedin ads

Il retargeting su Linkedin ads rappresenta una funzionalità molto importante di cui avvalersi nella creazione delle campagne, poiché attraverso questo strumento è possibile intercettare alcune categorie di pubblici, tra cui:

  • le persone che hanno cliccato «partecipo» su un tuo evento
  • le persone che hanno interagito con un tuo form di generazione contatti aprendolo e inviandolo o solo aprendolo
  • le persone che hanno visto una percentuale specifica dei tuoi video
  • le persone che hanno visitato o cliccato sulla CTA della tua pagina Linkedin in un dato periodo di tempo

Le scelte relative ad audience e retargeting sono fondamentali perché permettono di targettizzare sempre di più le tue campagne mostrandole ad un pubblico molto specifico e quindi ottimizzando ai massimi livelli la tua campagna.

Durante la fase della scelta dell’audience però, è bene tenere in considerazione il fatto che una campagna troppo targettizzata, potrebbe avere un successo conseguentemente inferiore.

Per questo motivo, in linea generale è solitamente consigliabile scegliere un numero di attributi, ovvero di informazioni che i membri includono nei loro profili, che varia dai 3 ai 5, così da non esagerare in eccesso o in difetto nella targettizzazione della campagna.

Il formato delle Linkedin ads

Nell’impostazione della campagna la scelta del formato delle Linkedin ads può essere fatta tra:

  • contenuti sponsorizzati (usato dalle aziende per promuovere un contenuto presente sulla pagina aziendale così da ampliare la fascia di pubblico raggiungibile ed in linea con le proprie preferenza)
  • messaggi sponsorizzati (LinkedIn Messenger permette di inviare dei messaggi pubblicitari diretti attraverso la casella mail nativa della piattaforma)
  • ads testuali (composte da testo, un’immagine e un titolo sono il formato più semplice ed economico tra gli annunci pubblicitari su LinkedIn)
  • carosello (ideali per creare brand awareness, raccontando la tua azienda attraverso un massimo di dieci cards) 
  • dynamic ads (ideali per aumentare il traffico di visitatori verso la propria pagina aziendale)
  • annunci Display (suggerita specialmente per promuovere contenuti appetibili come video e immagini)
formato linkedin ads

Immagine estratta da Linkedin

Ciascuno di questi formati si differenzia dagli altri in base a:

  • luogo in cui viene pubblicato il formato (homepage, casella dei messaggi, profilo, tra i risultati di ricerca dei profili)
  • la possibilità di raccogliere direttamente il lead se si usa l’obiettivo lead generation
  • CPC (costo per click), CPM (costo per mille), CPV (costo per visualizzazione) e CTR del formato (Click Through Rate)
  • la percentuale di testo e immagini utilizzabile
  • la possibilità di usare immagini, caroselli o video ad
  • la possibilità di usare dati presi dal profilo del ricevente
  • la possibilità di inviare link o usare bot nel caso dei messaggi

Come scegliere il budget

Una volta impostati tutti gli elementi principali fin qui elencati per la creazione di una campagna su Linkedin ads in linea con gli obiettivi, è il momento di impostare il budget.

L’importo del budget deciso in fase strategica può essere impostato su Linkedin secondo due diverse modalità,  è infatti possibile selezionare un budget che può essere giornaliero oppure un budget giornaliero e totale.

È importante però sapere che ogni obiettivo scelto per la campagna ha un evento fatturabile diverso, infatti LinkedIn stabilisce i prezzi in base all’obiettivo scelto.

Quindi il prezzo che andrai a pagare dipenderà dall’obiettivo che avrai scelto per la tua campagna, in fase strategica.

Per esempio, in base all’obiettivo scelto potrai pagare:

  • le visualizzazioni 
  • le visualizzazioni video
  • i click di interazione
  • i click alla pagina di destinazione

Fatte queste scelte si potrà partecipare alle aste di Linkedin secondo quattro differenti modalità:

  • Automated bidding, la modalità secondo la quale si va a spendere l’intero budget giornaliero il più velocemente possibile. Questa modalità, suggerita là dove si ha come obiettivo di ottenere la  massima visibilità possibile, è disponibile solo con lo sponsored content
  • Target cost, ovvero i cpc, cpm e cpv citati precedentemente. Questa modalità risulta particolarmente utile per ottenere un controllo dei costi superiore
  • Maximum cost, modalità attraverso la quale è possibile definire il massimo importo che sei disposto a pagare
  • Enhanced CPC, modalità ideale per creare conversioni e lead, è usata nelle campagne website visits, lead generation e website conversions e si basa sull’aumento del cpc impostato quando è possibile che sia probabile una conversione
budget linkedin ads

Immagine estratta da Linkedin

 

Scelti gli obiettivi della campagna si può passare quindi a scegliere la strategia di offerta in base ai relativi vantaggi, visibili nell’immagine di seguito.

 

strategia offerta linkedin ads

Immagine estratta da Linkedin

Nel caso in cui si sta iniziando ora ad avere a che fare con le campagne su Linkedin ads, la scelta migliore è quella di lasciare selezionata “offerta automatica” al momento dell’impostazione del budget, poiché per le altre opzioni disponibili è meglio avere maggiore esperienza.

Una volta impostato il budget, si può procedere all’impostazione delle date di inizio e fine della campagna, in caso contrario la campagna partirà in automatico nella stessa giornata.

Rispetto al budget però ci sono delle precisazioni da fare, poichè Linkedin ads risulta essere particolarmente costoso come canale di pubblicizzazione, rispetto agli altri canali promozionali, basti infatti sapere che il budget minimo spendibile per ogni campagna è pari a 10 €.

Tuttavia rispetto agli altri canali promozionali si differenzia per alcuni vantaggi riassumibili nella possibilità di:

  • avere a disposizione un pubblico molto attivo (più del 50% si collega almeno una volta al mese più del 40% degli utenti attivi mensili accede ogni giorno)
  • raggiungere un pubblico la cui qualità è una delle più alte tra i social network (più del 20% sono influencer e decision maker di alto livello)
  • poter targettizzare molto il pubblico di riferimento delle proprie ads
  • intercettare i decision maker di alto profilo delle aziende
  • ottenere un maggior tasso di conversione
  • avere poca concorrenza da parte dei concorrenti (nella maggior parte dei casi per le PMI)

In linea generale, in merito al budget, Linkedin offre agli utenti alcuni suggerimenti legati alle impostazioni delle campagne come:

  • l’inserimento di un budget pari a 100 € al giorno per 2-4 settimane 
  • l’investimento del 70% del budget sulle campagne di conversione in fondo al funnel
  • l’investimento del  restante 30% sulle campagne che generano awareness o engagement e le alimentano
  • l’utilizzo di un budget più alto possibile nella fase iniziale della campagna per poi diminuirlo dopo la fase di test

Come misurare i risultati

Fatti tutti i passaggi di impostazione della campagna in linea con la strategia preventivamente impostata, per accertarsi che la campagna dia i risultati desiderati sarà necessario misurarne ogni dato importante per la propria strategia.

Per farlo bisogna Impostare il tracking delle conversioni, avvalersi del LinkedIn Insight Tag, un codice JavaScript che va inserito nel sito web di cui si vuole tracciare le conversioni (ad esempio si vuole tenere traccia dei lead raccolti, si dovrà inserire l’URL alla Thank You Page).

Questo  meccanismo presente nel Campaign Manager di LinkedIn permette di misurare le azioni che un utente intraprende una volta che atterra sul sito Web attraverso un annuncio.

Questa opzione facoltativa presente su Linkedin è un ottimo modo per monitorare i risultati raggiunti grazie all’annuncio ma al di fuori della piattaforma di Linkedin.

Quando scegliere le campagne a pagamento su Linkedin

Scegliere le campagne a pagamento su Linkedin permette come abbiamo appena visto di avere una serie di funzionalità attraverso cui poter monitorare molteplici aspetti legati a dati utili per verificare la buona riuscita della campagna.

Capire se la campagna su Linkedin ads funziona rispetto agli obiettivi prefissati, è infatti un aspetto fondamentale per decidere se la piattaforma di Linkedin può essere il giusto canale da utilizzare per la pubblicazione di campagne pubblicitarie.

Ma chiarite quali sono le funzionalità di linkedin e quindi le sue potenzialità e compreso come monitorare ed avere un risultato concreto dei vantaggi che la campagna ha apportato o meno all’azienda, è necessario in primo luogo sapere quando le campagne a pagamento su Linkedin rappresentano la scelta più sensata o meno in base ai propri KPI.

LinkedIn è il social network più diffuso in ambito business con i suoi 774 milioni di utenti presenti sulla piattaforma in più di 200 Paesi e rappresenta la rete professionale più grande al mondo in cui professionisti in settori diversi stringono relazioni con altri utenti.

Unitamente a questi numeri molto interessanti, troviamo la possibilità di targetizzazione che la piattaforma offre, nella creazione delle campagne.

Le aziende B2B trovano quindi su Linkedin, un ambiente ideale attraverso cui far passare i loro messaggi avendo potenzialmente a disposizione un pubblico adatto e ulteriormente targettizzabile, grazie alle funzionalità che la piattaforma di Linkedin mette a disposizione delle aziende.

Gli annunci a pagamento su LinkedIn infatti, possono essere molto targettizzati, definendo molteplici aspetti, quali:

  • la località, definendo il pubblico per provenienza geografica
  • la formazione, definendo il percorso di studi
  • il luogo di residenza
  • la tipologia di profilo professionale
  • le skill dichiarate

La possibilità di targettizzare così a fondo il pubblico al quale si vuole mostrare i propri annunci rappresenta una funzionalità molto interessante per il settore B2B e per i professionisti che possono usare questo canale promozionale per raggiungere un pubblico estremamente delineato ed ottenere:

  • l’acquisizione di nuovi clienti
  • una promozione efficace del tuo brand
  • l’aumento del tasso di conversione
  • la possibilità di contattare le persone con ruoli decisionali in azienda
  • l’aumento della visibilità del tuo marchio
  • lo sviluppo di campagne promozionali mirate ad un preciso pubblico e limitate per un dato periodo
  • la raccolta di iscritti per un evento
  • l’aumento delle conversioni rispetto ai post organici

Rispetto a Meta o a Google inoltre, i lead creati da Linkedin risultano avere un tasso di acquisto 12 volte superiore, un dato questo, motivato dalla possibilità che Linkedin offre, di raggiungere in modo diretto i decisori B2B aziendali con un margine di errore veramente basso.

A queste motivazioni, si aggiunge poi un ulteriore ma fondamentale elemento, molto importante da tenere in considerazione, ovvero le finalità per cui la piattaforma viene utilizzata.

A differenza di Meta ad esempio, in cui gli utenti sono presenti specialmente per mantenere i rapporti con i propri conoscenti, Linkedin si distingue per avere al suo interno una tipologia di utenti presenti per creare rapporti professionali e vendere o acquistare prodotti o servizi, quindi già maggiormente motivati ad eseguire le conversioni sperate nell’ambito del B2B.

Tutte queste caratteristiche e le funzionalità fin qui esposte permettono quindi di capire bene quando scegliere le campagne a pagamento su Linkedin può rappresentare la scelta migliore.

Come formarsi

Su Linkedin ci sono tante utili guide per iniziare a capire come funziona Linkedin ads e conoscere tutti i diversi aspetti e funzionalità offerti dalla piattaforma, tuttavia esercitarsi nella pratica rimane sempre la scelta migliore per entrare meglio nel mondo delle campagne su Linkedin ads.

Unitamente alla pratica però,  essendo diverse le funzionalità da conoscere e le tattiche che è possibile usare per ottimizzare al meglio le proprie campagne,  seguire un corso Linkedin approfondito rappresenta sicuramente la scelta migliore per non avventurarsi sulla piattaforma senza avere una panoramica chiara degli strumenti, delle funzionalità e delle diverse possibilità che Linkedin ads offre.

Conclusioni

Questo articolo vuole essere quindi una guida utile per chi intende affacciarsi al mondo di Linkedin ads offrendo una panoramica generale delle impostazioni, funzionalità e caratteristiche di questo canale di promozione.

Allo stesso tempo vuole evidenziare come la scelta di Linkedin ads possa essere la scelta sicuramente migliore per il settore B2B, che attraverso questa piattaforma ha la possibilità di entrare in contatto con un pubblico interessato, di alta qualità ed estremamente profilabile.

Tutti vantaggi traducibili in una percentuale più alta di conversione, nella maggior parte dei casi, se si è disposti ad accettare una spesa pubblicitaria più alta rispetto ad altri canali.

Gli obiettivi raggiungibili grazie a Linkedin ads però, possono essere veramente tanti e ottenibili grazie anche alle funzionalità più avanzate messe a disposizione da Linkedin.

Per questo motivo, unitamente all’importanza di usare Linkedin ads nelle tue strategie di marketing per il B2B, è allo stesso modo essenziale avere una formazione specifica su Linkedin ads, attraverso cui poter essere in grado di conoscere, comprendere e sfruttare a pieno le funzionalità più avanzate di Linkedin per ottenere i migliori risultati possibili.

Norma Rossetti My Secret Case 01-min

Il linguaggio del piacere inclusivo e diretto: i segreti del successo di MySecretCase

Quasi 600.000 follower su Instagram e una community di oltre 130.00 fan su TikTok. Sono i numeri social di MySecretCase, il brand che ha cambiato l’immaginario sulla sessualità in Italia e il primo shop online per il piacere.

La comunicazione dell’azienda si basa su un linguaggio esplicito, non volgare, certo, ma senza giri di parole. Come l’albero di Natale (poi velocemente rimosso, ahimè) allestito nel 2013 in Corso Como a Milano e addobbato esclusivamente con vibratori e altri sex toys.

Per comprendere in che modo si possa trasformare la complessità di un argomento difficile da comunicare (anche per le policy delle piattaforme online) in un caso di successo, abbiamo chiacchierato con Norma Rossetti, CEO di MySecretCase. Ci ha spiegato come il mercato italiano debba ancora confrontarsi con diverse restrizioni rispetto all’estero, ma ci rassicura sul fatto che il futuro è più roseo, grazie alle nuove generazioni.

LEGGI ANCHE: La fotografia di Millennial e Gen Z secondo Spotify: differenze e sovrapposizioni

Norma Rossetti - MySecretCase foto in Primo Piano

«Io ricordo quando, qualche anno fa, era praticamente impossibile ricevere un like anche dalle amiche» dice Norma «facevano fatica a mostrare gradimento e soprattutto a condividere il contenuto. Poi le cose sono cambiate: Instagram ci ha aperto le porte in questo senso, nonostante ci blocchi ancora diverse volte, ma su quella piattaforma anche le persone sono più “aperte”».

Riusciamo a immaginare un mondo in cui le persone siano talmente intimidite dai discorsi sul sesso e sull’intimità da non riuscire a commentare un post a tema sui social?

Il termine Sex Positive è comunemente utilizzato per  indicare un atteggiamento privo di giudizi morali riguardo al sesso, una mentalità aperta sull’argomento. MySecretCase è il primo shop online per il piacere ad aver creato una community online per abbattere i tabù sul sesso.

La carta vincente? Affrontare la sessualità come fattore culturale, attraverso progetti, incontri tematici online e un costante dialogo e impegno nei confronti della propria community, una delle più attive in Italia in materia di sessualità.

Il tutto attraverso un approccio che l’ha sempre vista in prima linea sui temi della diversity & inclusion e che le ha permesso nel 2021 di classificarsi accanto ad Amazon, Carrefour, Coca-Cola, Durex, Esselunga, Google, H&M, Ikea, Intesa Sanpaolo, L’Oréal, Leroy Merlin, Mattel, Netflix, Pantene, Rai, Spotify, Freeda, Starbucks, TIM, Vodafone – tra le 20 aziende più inclusive secondo il Diversity Brand Index.

L’importanza di comunicare con schiettezza ai più giovani

«Il nostro focus target è storicamente compreso tra i 18 e i 35 anni: è la fascia più attiva sui social e quella che acquista i nostri prodotti. Sono loro i veri affezionati».

Non sembra però affatto improbabile che ci siano anche più giovani e giovanissimi tra i quasi 600.ooo follower solo su Instagram e gli oltre 130.000 su TikTok di MySecretCase. Come è possibile approcciarsi a queste persone in modo diretto? «Le persone da noi si aspettano esattamente quello che già facciamo: un linguaggio diretto, esplicito, senza giudizi. Vogliono che chiamiamo le cose con il loro nome, senza essere volgari ma neppure girandoci attorno. Quest’anno abbiamo lanciato TikTok e abbiamo incluso nel team una psico-sessuologa per individuare il modo più appropriato di comunicare ai giovanissimi».

E, in effetti, la comunicazione social di MySecretCase è davvero diretta, basta scorrere il feed di uno qualsiasi dei canali social per rendersene conto. Un modo di porsi che diventa anche didattico: «I pochi ragazzi che hanno avuto la fortuna di fare lezioni di educazione sessuale a scuola, hanno ricevuto alcune nozioni sugli aspetti biologici dell’atto, senza nessun accenno al piacere. Essere diretti e comunicare esplicitamente questo aspetto ci ha aiutato molto ad avvicinare le generazioni più giovani».

I dati confermano e dimostrano che la strategia ha pagato: il canale Instagram dell’azienda registra un engagement rate tra il 7 e il 10%, un numero altissimo per una pagina con più di mezzo milione di follower.

Sesso e piacere: argomenti tabù per gli algoritmi

Sulle piattaforme social riusciamo a trovare davvero di tutto: gruppi dedicati a una pluralità di argomenti anche molto discussi e sostegno a cause di ogni genere, anche borderline. Eppure, come ci conferma Norma, un argomento naturale come il sesso è ancora un territorio pericoloso su cui muoversi è complicato.

«È un po’ un terno al lotto, le parole diventano “contenuti pericolosi” che ci espongono al rischio di ban. Per questo abbiamo iniziato a “camuffare” alcuni termini, utilizzando per esempio gli asterischi. Anche i formati grafici ci pongono parecchi limiti, ma abbiamo imparato a puntare su immagini allusive e simboliche invece di utilizzare contenuti più espliciti; è una sfida per noi, perché il nostro obiettivo rimane quello di una comunicazione comprensibile e diretta».

Norma Rossetti MySecretCase 02

La spinta delle restrizioni verso il piacere

Lockdown e distanziamento sociale non hanno certo aiutato il contatto fra le persone; lo hanno anzi minimizzato fino a farlo scomparire. Eppure, questo isolamento collettivo e individuale ha generato un forte impulso per il settore dei Sex Toys, complice la principale esigenza di comprare online questo tipo di prodotti: l’anonimato.

«Per noi è stato un momento di rilancio: abbiamo registrato una crescita del 50% anno su anno. Lo considero una sorta di “richiamo alla vita”, perché tutti ci siamo resi conto del bisogno irrefrenabile di riaffermazione della vita e del piacere. Non credo si sia semplicemente trattato di una “reazione” alla noia causata dalle restrizioni, ma di un profondo desiderio di affermare il piacere e l’esistenza davanti all’onda lunga della malattia e dell’emergenza che ha coinvolto a lungo tutto il Paese e anche una conseguenza della sensazione di incertezza per quello che sarebbe avvenuto dopo».

Il mercato non è naturalmente nato con la pandemia, era in parte forse latente, composto da persone incuriosite che però non avevano mai utilizzato “giochi per adulti” o che sentivano soffocata la propria libertà sessuale. «Senza attribuirci meriti assoluti» precisa Norma <<abbiamo contribuito a guidare un po’ questo mercato, che era limitato a un immaginario volgare in cui la donna veniva strumentalizzata come oggetto del desiderio. Per fortuna col tempo ci siamo “evoluti” e siamo diventati tutti molto più inclusivi: non si parla più di maschi e femmine, ma di persone».

E al di là del successo commerciale, la vera soddisfazione è quella di aver creato un linguaggio della sessualità e, probabilmente, aver contribuito a migliorare la comunicazione su questi temi in modo informativo ed educativo.

Il piacere e l’amore al centro di ogni messaggio di MySecretCase

«Negli anni abbiamo sempre puntato a costruire un’azienda che parlasse di amore e che fosse luogo di incontro, ascolto e condivisione. Avere questo tipo di attenzione è stato sempre il nostro punto di forza. Dal punto di vista dell’advertising tradizionale abbiamo molti limiti: su Instagram non possiamo fare ADS e lo stesso accade su Facebook».

Norma definisce la mission di MySecretCase “una missione d’amore”, anche se  ammette con tranquillità che il business core è la vendita dei Sex Toys, che considera grandissimi alleati. «L’effort nella comunicazione è enorme, anche rispetto ai player stranieri, che possono permettersi un approccio completamente diverso. Sebbene i tabù esistano ancora, non abbiamo mai utilizzato un Tone Of Voice di tipo “accusatorio”: il nostro posizionamento è sul piacere, quindi parliamo di possibilità, senza entrare in polemica. Abbiamo sempre preferito posizionarci sul piacere, sul gioco e sull’intimità».

Il successo di oggi è frutto di una forte mission, un’idea chiara e concreta e tanto, tanto impegno. Ma qual è stato il punto di svolta, l’azione che ha iniziato a far scricchiolare la barriera di perbenismo nella maggioranza delle persone?

«Sicuramente il primo spot di MySecretCase del 2017: una grandissima conquista! La prima volta che uno spot di Sex Toys è andato in TV. Ci abbiamo messo un anno a convincere le reti, anche perché ci siamo presi la responsabilità di creare un prodotto senza sapere se sarebbe stato diffuso: solitamente le aziende preparano uno storyboard e lo propongono alle emittenti; lo spot viene quindi prodotto se approvato. Nel nostro caso, hanno voluto visionare direttamente il prodotto finito, quindi il rischio è stato altissimo».

Il coraggio di Norma e del suo team ha pagato: lo spot è stato un successone in grado di guadagnarsi diverse pubblicazioni sulle testate nazionali e creando uno spartiacque indispensabile verso l’affermazione del business «Questo spot ha fatto nascere il nostro primo claim veramente forte: “Vogliamo un mondo in cui le donne non sono oggetti sessuali, ma possono averli tutti”».

mysecretcase spot 2017

Una “prima volta” che ha permesso all’azienda di ampliare lo sguardo su donne molto diverse fra loro e anche con età diverse. «È abbastanza impegnativo raggiungere il target delle persone over 40, perché è più difficile sradicare il tabù in una persona adulta che ha già consolidato un’identità sessuale» ci ha raccontato Norma.

MySecretCase e il Metaverso

Rompere i tabù e farsi carico di una vera e propria missione di educazione e di apertura verso le tematiche sessuali ha sicuramente richiesto molte energie e risorse ma i risultati certificano un enorme successo. È forse arrivato il momento di “fare il salto” e approfondire il discorso con una presenza nei tanti mondi virtuali che nascono con sempre più frequenza?

Anche secondo Norma esistono diversi problemi legati alla privacy e all’identità digitale, che nel Metaverso rischiano di essere amplificati. Ma il suo approccio, come sempre, è diretto e pragmatico: «Non conosco in profondità l’argomento Metaverso, ma lo considero come una realtà parallela, non come un’integrazione della vita reale. Soprattutto dopo la pandemia, credo che il bisogno delle persone di riavvicinarsi alla natura e stare più vicine sia più forte di questa nuova tecnologia».

ecommerce - pinterest

eCommerce: l’ispirazione è al centro del processo d’acquisto

L’eCommerce ha continuato a crescere in maniera significativa durante tutto il 2021. La pandemia globale ha incoraggiato i consumatori a utilizzare più frequentemente i canali online in tutte le fasi del percorso di acquisto, dal pre al post-vendita, e i brand hanno investito nell’innovazione digitale per soddisfare l’aumento della domanda online supportando il cambiamento delle esigenze dei consumatori.

Le nuove buyer personas

Una recente ricerca di Forrester Consulting commissionata da Microsoft ha messo in luce la nascita di nuove buyer personas, profili ancora “sconosciuti” a brand e aziende la cui creazione è stata alimentata dall’emergenza pandemica e dal riassestamento post-pandemico.

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In particolare, il sondaggio evidenza la comparsa dei Workday Consumer, persone che hanno notevolmente aumentato il tempo trascorso davanti al pc rispetto all’era pre-pandemica e che si ritrovano ad aver fuso completamente la propria vita professionale con quella al di fuori del lavoro.

Questa nuova tipologia di consumatore utilizza gli strumenti normalmente deputati al lavoro anche per occuparsi delle attività quotidiane e, naturalmente, per ricerca e acquisto di prodotti e servizi su piattaforme di eCommerce e Social Media.

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Il nuovo tipo di approccio si riflette anche sul momento della ricerca e dell’acquisto, che vede la luce all’interno della giornata lavorativa ed è considerato dai lavoratori come l’equivalente della “pausa caffè” in ufficio con i colleghi. Durante questi break, l’ispirazione assume un ruolo essenziale in grado di condizionare le scelte delle persone.

Un ritratto interessante delle abitudini di consumo dei clienti è rappresentato dal numero di utenti che interagiscono con gli spazi commerciali su Pinterest, che è cresciuto di oltre il 200% nell’ultimo anno.

LEGGI ANCHE: Come il Social Commerce guiderà la ripresa dei consumi degli italiani

Ma cosa rende lo shopping su Pinterest diverso da altre piattaforme e dai classici eCommerce? Ciò che fa la differenza tra lo shopping e l’acquisto di tipo transazionale è l’ispirazione che le piattaforme sono in grado di suscitare in chi naviga.

Lo shopping può iniziare da qualsiasi input: un trend, un’immagine, un colore o anche solo uno stile e la possibilità di trovare immediatamente idee acquistabili può decretare il successo di un prodotto. Le persone si rivolgono a Pinterest per fare acquisti e cercare idee e prodotti di brand e rivenditori quando sono aperti a scoprire nuove ispirazioni e pianificare momenti della vita.

ispirazione pinterest ecommerce

Il potere dell’ispirazione nel Social Commerce

Pinterest ha recentemente pubblicato una nuova ricerca sul potere dell’ispirazione che dimostra che le persone ispirate hanno maggiori probabilità di compiere un’azione. I dati mostrano che: Pinterest ispira i propri utenti più di qualsiasi altra piattaforma digitale con nuove idee (92%) e che gli utenti lo percepiscono come uno spazio positivo (82%) spingendo gli acquirenti a spendere il doppio rispetto alle altre piattaforme. ogni mese.

Negli ultimi due anni il mondo è cambiato: dal lavoro, allo stile di vita, alle necessità e a dove e come rispondere a queste ultime. Per capire meglio come le persone in tutto il mondo utilizzano Pinterest per prendere decisioni su comportamenti e acquisti nella vita reale, Pinterest ha condotto uno studio globale condotto su un campione di 9.000 adulti, di cui 2.000 statunitensi, per identificare l’impatto del “ritorno dell’ispirazione” (“Return on Inspiration”).

Quasi la metà degli intervistati (oltre il 40%) afferma che un luogo online dedicato all’ispirazione è più importante che mai. L’indagine esamina anche il valore di ispirazione delle piattaforme digitali e il confronto con una varietà di tipi di media, tra cui riviste e TV. Tra tutti, Pinterest conquista il primo posto.

Il sondaggio rivela inoltre:

  • Il 92% degli intervistati afferma che Pinterest offre loro nuove idee.
  • L’82% degli intervistati afferma che Pinterest ispira sentimenti positivi.
  • L’87% degli intervistati afferma che Pinterest mostra loro qualcosa che vorrebbe sperimentare, comprare o possedere nella propria vita.

Sapere che l’ispirazione funge da scintilla per l’azione fornisce nuove informazioni su come le aziende e gli inserzionisti possono utilizzare il potenziale unico della piattaforma.

Questi dati sono molto particolarmente rilevanti anche per gli inserzionisti, che possono concentrarsi sul miglioramento dell’efficienza degli annunci e sulla semplicità delle soluzioni pubblicitarie, portando le persone dall’ispirazione alla realizzazione in un ambiente positivo e sicuro per i brand che, secondo la ricerca, è più stimolante rispetto ai media tradizionali come TV e riviste.

gli strati del metaverso

Creator Economy e Decentralizzazione come base per la costruzione del Metaverso

Il Metaverso non è “un” metaverso.

È la prossima generazione di Internet: un multiverso. Le numerose applicazioni sviluppate in questo senso ci avvolgeranno completamente, sia a livello visivo, sia a livello sociale.

Sebbene sia probabile che molti spazi assomiglieranno a parchi a tema virtuali, il traguardo è rappresentato da un Metaverso alimentato da una robusta Creator Economy abilitata attraverso la decentralizzazione.

Il Metaverso non è quindi semplicemente una versione in 3D di un mondo in 2D: è l’inesorabile dematerializzazione di spazi fisici, distanze e oggetti.

Gli investimenti e le decisioni prese ora determineranno quale futuro che si manifesterà: uno che offre la più grande varietà di esperienze, alimentato da creatori, o uno definito dalla prossima ondata di gatekeepers e “affittuari”.

Puntiamo sul primo scenario e analizziamo insieme la catena di valore di questo mercato – un mondo alimentato dai creator e costruito sulla decentralizzazione – attraverso gli strati che lo compongono.

grafico livelli metaverso

Gli strati del Metaverso

Esperienza

Il livello dell’esperienza comprende tutte le attività in cui le persone si impegnano a livello pratico, come giocare online, ascoltare musica, fare shopping.

Scoperta

La scoperta rappresenta il canale attraverso cui le persone vengono a conoscenza dell’esistenza delle esperienze.

Creator Economy

Questo livello contiene tutti gli strumenti che consentono ai creator di produrre contenuti per il Metaverso e gli strumenti di monetizzazione.

Spatial Computing

Si tratta del software che permette di trasformare gli oggetti in 3D, portandoli nel Metaverso e consentendoci di interagire con loro.

Decentralizzazione

Tutte le attività fisiche e digitali che stanno spostando l’ecosistema verso una infrastruttura distribuita e democratizzata non vincolata a un potere centrale.

Human Interface

È l’hardware che ci permette di accedere al Metaverso. Ad esempio, Visori VR e tecnologia aptica.

Infrastruttura

Il livello dell’infrastruttura è costituito dai semiconduttori, dalla scienza dei materiali, dal cloud computing e dalle reti di telecomunicazione che rendono possibile la costruzione di qualsiasi livello superiore.

bitcoin cripto economia

Bitcoin in Messico, Honduras e Portogallo: l’annuncio alla Bitcoin Conference

Un annuncio storico, non rivoluzionario come quello del presidente di El Salvador, che ha reso Bitcoin valuta legale nel paese lo scorso anno, ma quanto è stato annunciato durante la Bitcoin Conference 2022 è un passo in avanti molto importante per l’intero ecosistema. Le novità riguardano un’isola in Honduras, una regione autonoma del Portogallo e il Messico.

Gli annunci sono stati fatti dai rappresentanti dei tre Paesi, portati sul palco della conferenza Bitcoin 2022 a Miami da Samson Mow, ex chief strategy officer di Blockstream e uno degli architetti del progetto Bitcoin Bond in El Salvador.

Bitcoin Conference - annuncio messico honduras e portogallo

L’ex direttore strategico di Blockstream che si è dimesso a marzo per concentrarsi su “l’adozione di Bitcoin da parte degli stati nazionali“, ha portato i legislatori di tutto il mondo sul palco di Bitcoin 2022 per evidenziare i progressi normativi che vengono fatti per incoraggiare l’adozione di Bitcoin da parte degli stati nazionali.

Gli annunci della Bitcoin Conference 2022

Roatán

L’isola di Roatán in Honduras avrà Bitcoin come moneta a corso legale. Inoltre, la zona franca economica dell’isola, gestita da Honduras Prospera Inc., consentirà l’uso dei bitcoin bond, come un modo per portare investimenti esteri nel paese. Lo ha annunciato Joel Bomgar, presidente di Próspera.

Madeira

L’isola portoghese alle porte d’Europa adotterà Bitcoin in virtù del suo speciale status di regione autonoma. Inoltre, gli investitori Bitcoin non pagheranno imposte sul reddito personale.

Messico

Si tratta della notizia più importante in assoluto, ma probabilmente ancora la più incerta: il presidente del Messico sarebbe pronto a ricevere Samson Mow per discutere dell’adozione di Bitcoin come valuta avente corso legale. Se l’adozione si verificasse davvero, sarebbe un grande rivoluzione in un Paese confinante con USA e di tali dimensioni.

Il senatore messicano Indira Kempis ha anche affermato che una nuova legislazione incentrata su Bitcoin sarà proposta al senato messicano.

Le parole di Mow alla Bitcoin Conference 2022

Penso che ora sia un momento cruciale nella storia dell’umanità e abbiamo bisogno di andare avanti velocemente. Ciò di cui abbiamo bisogno è più adozione di bitcoin da parte degli stati nazionali“, ha detto Mow. “Ogni paese, ogni giurisdizione, avrà un percorso unico per l’adozione di bitcoin. La moneta legale è un modo, un altro modo è la moneta legale de facto“.

ninja in crociera, grandi dimissioni e great re engagement

Grandi Dimissioni: come far innamorare di nuovo le persone delle aziende

“Le Grandi Dimissioni”, il fenomeno che preoccupa le aziende di tutto il mondo occidentale, sembra essere ancora lontano dal suo declino.

In un articolo del New York Times, la ricercatrice Emma Goldberg ha approfondito il tema, esplorando come i millennial abbiano “paura” dei lavoratori della Generazione Z, che stanno spingendo per una nuova, audace richiesta di condizioni migliori sul posto di lavoro per raggiungere un giusto equilibrio tra ufficio e vita privata.

Uno studio di Personal Capital e The Harris Poll ha scoperto che due terzi degli americani intervistati erano desiderosi di cambiare lavoro. tra i più giovani, la percentuale arrivava addirittura al 91%, più di qualsiasi altra generazione.

Il contesto della Great Resignation

Non c’è motivo di credere che i numeri miglioreranno nel corso del 2022, dato che una ricerca di Gallup rivela che uno sbalorditivo 48% dei lavoratori sta attivamente cercando alternative al proprio lavoro, mentre la ricerca McKinsey alza l’asticella addirittura al 58%. In questo studio, circa il 36% dei lavoratori americani ha perfino dichiarato di aver lasciato il proprio lavoro senza avere alcuna alternativa professionale.

grandi dimissioni, report McKinsey - le persone lasciano il lavoro senza una reale alternativa

Il fenomeno della Great Resignation, tradotto spesso impropriamente con “grande rassegnazione”, è destinato ad accompagnarci nel mondo del lavoro per i prossimi anni, contribuendo a riplasmare il rapporto delle aziende con i lavoratori, che ora guardano al proprio tempo in un modo totalmente diverso rispetto al passato.

Più che di grande rassegnazione o dimissioni, sarebbe forse più corretto parlare di una nuova scala di priorità che ha sostituito quella precedente.

In qualunque modo ci sembri più corretto rinominare il trend, quello che è chiaro è che l’epidemia di Covid-19 ha stimolato un cambiamento disruptive nel modo di intendere il lavoro e la vita professionale, come mai era accaduto prima: chi abbandona il posto di lavoro è oggi un vincitore, non un perdente, come invece era percepito in passato.

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Come contrastare le Grandi Dimissioni

Sebbene secondo un recente rapporto del Censis sembra che, in Italia, il fenomeno non sia così dilagante e si possa rilevare ancora un certo pragmatismo indirizzato a conservare il proprio posto di lavoro, il trend non va per nulla sottovalutato, proprio in considerazione di quello che sta accadendo oltre oceano: le posizioni aperte rimangono vacanti per diverso tempo causando grossi problemi organizzativi alle aziende che non riescono più ad attrarre efficacemente la forza lavoro.

Se le persone non si sentono più soddisfatte dalle condizioni di lavoro e da quella parte della propria vita che sottraggono agli affetti e agli svaghi, una potenziale soluzione sembra lapalissianamente semplice: è necessario che i leader comprendano le priorità di vita dei loro lavoratori e che avvenga un nuovo allineamento tra le due “fazioni”.

I manager devono tornare a essere empatici, autentici e ad ascoltare davvero le persone per ristabilire un rapporto di fiducia che ormai scricchiola troppo.

 

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Un post condiviso da Mirko Pallera (@mirkopallera)

Dalla Great Resignation al Great Re-Engagement

Non sentirsi apprezzati o non sentirsi parte dell’azienda sono due tra le motivazioni principali per l’abbandono del posto di lavoro secondo il report di McKinsey.

Tuttavia, un ottimo primo passo è proprio condividere con le persone che lavorano nella nostra azienda l’entusiasmo e la mission aziendale, riconoscere periodicamente il loro valore evidenziando i successi e mettendo in moto dei processi in grado di dare un boost alle loro skill trasformandoli in talenti.

Non meno importante, anzi, probabilmente aspetto essenziale per rendere il lavoratore felice, è quello della flessibilità.

La flessibilità è in cima alla lista delle priorità di molte persone. Molti lavoratori hanno imparato ad apprezzare la possibilità di lavorare da casa e preferirebbero avere la possibilità di continuare a farlo, almeno part-time.

 

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Un post condiviso da Federica Bulega (@fedebulega)

Le aziende davvero agili sono riuscite a rassicurare i propri dipendenti durante la pandemia dando loro fiducia: una crisi globale può tirare fuori il meglio dalle persone, portando creatività e innovazione. Grazie a una cultura ricca e positiva non solo sopravvivono, ma prosperano nell’affrontare sfide come la pandemia.

“Voglio venire a lavorare con voi” come diventare un’azienda Ninja (e attrarre i talenti)

Un recente articolo del Wall Street Journal racconta come i vertici di Meta stiano lavorando per trasformare la concezione del lavoro da remoto portandola all’estremo.

le grandi dimissioni, lavorare in crociera

La strada è quella giusta: la soluzione al problema della Great Resignation passa anche attraverso scelte coraggiose (e un po’ folli, forse), come quella di rendere la flessibilità sul posto di lavoro qualcosa di più concreto di una semplice procedura.

Liberare lo spirito creativo, troppo spesso incarcerato tra le mura grigie degli uffici è possibile, a patto di acquisire una vera consapevolezza del carico che lo scambio di fiducia reciproca con il team comporta: svago e full immersion in contesti del tutto nuovi, come il ponte di una meravigliosa nave da crociera, non devono intaccare la produttività o rallentare il raggiungimento degli obiettivi.

E infatti, quando MSC Crociere ha invitato il nostro team a sperimentare l’esperienza di lavoro a bordo della favolosa MSC Grandiosa per una crociera di 8 giorni nel Mediterraneo, Ninja, da sempre pioniera del lavoro agile, ha colto al volo l’occasione di dimostrare quanto il lavoro flessibile possa essere portato all’estremo, favorendo ogni possibile declinazione dello smart working sui temi della flessibilità e del Great Re-Engagement.

L’invito di MSC si è così trasformato in un’opportunità per incontrare nuovamente i membri del team dislocati nelle diverse sedi, ma anche per conoscersi meglio fuori dall’orario di lavoro e affinare le procedure confrontandosi davanti a una tazza fumante di caffè americano.

E poi, tramonti mozzafiato, panorami indimenticabili e buon cibo. Tra mille storie su Instagram, tantissime esperienze disponibili e serate tra brindisi e risate, anche le ore trascorse fuori dai momenti lavorativi hanno contribuito a rafforzare un team building già efficace.

Anche per questo, una delle sfide che un vero Ninja della comunicazione deve saper affrontare, è quella di non cedere alle distrazioni.

Se, da un lato, è richiesto agli imprenditori e ai leader un grosso sforzo logico per liberarsi dall’idea della scrivania come ancora della performance, dall’altro il team deve essere in grado di farsi traghettare negli inesplorati spazi della flessibilità estrema senza cedere alla tentazione di sottovalutare l’importanza di dimostrarsi pronti e affidabili, pena il ritorno a procedure “più classiche”.

 

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Un post condiviso da Fabio Casciabanca (@fabiocasciabanca)

Arginare il fenomeno delle nuove generazioni che rinunciano a un futuro professionale stabile è possibile; invertire al rotta e ricominciare a guardare alle aziende come un porto sicuro in cui approdare è una grande sfida alla quale le imprese non possono sottrarsi.

Magari diventando “un po’ più Ninja” e trasformando lo Smart Working in Magic Working.